24.

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Daciana si sente in colpa, ma cerca di spiegarsi. "Victor, io non volevo... volevo solo capire cosa stava succedendo, e poi Samantha ha iniziato ad accusarti... io... io ho cercato di difenderti, ma non sono riuscita a fermarla."

Victor scuote la testa, il viso segnato dalla delusione. "Non importa," mormora, il tono della voce basso ma teso, "ormai non mi sorprende più nulla. Qui non posso fidarmi di nessuno."

Daciana fa un passo avanti, cercando di raggiungerlo con lo sguardo. "Victor, non è vero... puoi fidarti di me."

Victor la fissa per un lungo momento, il suo sguardo è un mix di emozione e scetticismo. "Vorrei crederti," dice alla fine, "ma è difficile... molto difficile."

Poi, senza aggiungere altro, si volta e si allontana, lasciando Daciana da sola, mentre cerca di capire come può riconquistare la sua fiducia.

I due rientrano in casa e restano separati, ognuno immerso nei propri pensieri, con la distanza tra di loro che sembra più grande di quella fisica.

Più tardi, quando il sole inizia a calare e l'ombra degli alberi si allunga, Victor torna verso Daciana, si siede accanto a lei, stavolta senza dire nulla per un lungo momento.

Alla fine, rompe il silenzio parlando piano, in rumeno «Îmi pare rău, Daciana. Nu trebuia să mă supăr pe tine. Știu că nu puteai opri așa ușor ce a spus Samantha.»
(Mi dispiace, Daciana. Non avrei dovuto prendermela con te. So che non potevi fermare così facilmente quello che ha detto Samantha.)

Daciana alza lo sguardo, sorpresa di sentirlo parlare in rumeno.
Per un attimo, sente un filo di calore attraversarle il petto «Și eu am fost supărată, dar nu pe tine,» risponde lei, la voce ancora incerta ma gentile. (Anche io ero arrabbiata, ma non con te.)

Victor annuisce, poi aggiunge «Mulțumesc. În afară de asta, mi-a făcut plăcere să vorbesc limba noastră.»
(Grazie. Oltre ciò, mi ha fatto piacere parlare la nostra lingua.)

Daciana sorride a sua volta, un sorriso timido ma sincero. «Nu ești singur.» (Non sei solo.)

Aiko appare da dietro l'angolo, il viso un po' incerto, ma con un sorriso gentile. «Ehi, ragazzi,» dice piano, cercando di non interrompere troppo il loro momento. «È pronta la cena. Vi stavamo aspettando.»

Victor e Daciana si scambiano un'occhiata rapida prima di alzarsi, seguendo Aiko verso la casa. Entrano nella sala da pranzo, dove il resto del gruppo è già seduto intorno al tavolo. L'aria è tesa e il rumore delle posate e dei piatti è l'unico suono che rompe il silenzio pesante.

Appena entrano, tutti gli sguardi si puntano su di loro.

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