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«Aiko» esordisce con un tono più basso del solito, «quali sono esattamente le regole da rispettare qui dentro? Voglio essere chiaro fin dall'inizio».

Aiko lo osserva per un attimo, cercando di decifrare le sue intenzioni. Nonostante il suo atteggiamento sospettoso, non può fare a meno di notare il sincero desiderio di integrarsi che traspare dalle parole di Victor. «Qui dentro, Victor, non ci sono margini di errore» inizia, il suo tono è severo ma comprensivo. «Prima di tutto, il rispetto reciproco è fondamentale. Non tolleriamo la violenza, né fisica né verbale. Siamo qui per collaborare e condividere, perciò niente egoismi. E se scopri qualcosa che potrebbe mettere in pericolo il gruppo, devi parlarne subito. Niente segreti che possano metterci a rischio».

Victor annuisce lentamente, assorbendo ogni parola. «Capisco, e cos'altro?»

«Il silenzio durante la notte è sacro» continua Aiko, incrociando le braccia. «Qui non c'è spazio per il caos. E infine, la regola più importante: non devi mai rivelare a nessuno l'esistenza di questo rifugio. Non importa chi siano, non importa cosa ti offrano in cambio. Il nostro segreto è la nostra salvezza».

Victor rimane in silenzio per un momento, poi risponde con fermezza: «Non vi deluderò, lo prometto», poi si siede in disparte, e osserva i ragazzi uno ad uno, i suoi occhi seguono i movimenti di ognuno senza mai lasciar trasparire nulla. Il suo sguardo è freddo, analitico, come se stesse studiando prede piuttosto che compagni di sventura.

Daciana, lo nota ma cerca di non fissarlo apertamente, nonostante senta il peso del suo sguardo posarsi su di lei più volte, come un'ombra incombente. La sensazione la mette a disagio; non riesce a capire le intenzioni di Victor e ogni volta che incrocia il suo sguardo, prova un misto di paura e curiosità.

Victor sposta lo sguardo su Samantha, scrutandola con attenzione. L'osserva discutere animatamente con Aiko, con la solita arroganza che la contraddistingue. I suoi occhi sembrano valutare ogni parola, ogni gesto, come se stesse cercando di comprendere le dinamiche del gruppo o trovare un punto debole. Ogni tanto, si morde leggermente il labbro, come se trattenesse qualcosa, un pensiero oscuro o un commento non detto.

Poi, senza preavviso, i suoi occhi tornano su Daciana, la studia a lungo, lei si sente vulnerabile sotto quello sguardo impenetrabile. Inizia a chiedersi cosa Victor stia cercando di scoprire o se stia semplicemente giudicando ognuno di loro per un piano che solo lui conosce. Quando finalmente distoglie lo sguardo, Daciana prova un senso di sollievo misto a frustrazione, ma non può fare a meno di domandarsi quanto Victor stia nascondendo dietro quella maschera di freddezza.

La notte inizia a calare, l'atmosfera nella casa si fa più cupa. Nonostante la fame che li attanaglia, nessuno sembra trovare la forza di decidere cosa fare. Seduti in salotto, i ragazzi sono immersi nei propri pensieri.

Aiko, cercando di spezzare il silenzio, chiede: «Avete qualche idea su cosa possiamo mangiare?»

Il silenzio che segue è pesante, carico di incertezza. È come se nessuno volesse prendersi la responsabilità di decidere per gli altri. Victor li scruta uno a uno, poi con una punta di incredulità dice: «Non avete cibo qui? E i soldi, non ne avete?».

Liam lo guarda con disprezzo, il suo tono è tagliente: «No, se li avessimo non saremmo qui a domandarci cosa mangiare, non credi?».

Victor alza un sopracciglio, sorpreso dalla reazione ostile, ma non si lascia intimidire. «Beh, io sono sopravvissuto cacciando» dice semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

Il gruppo rimane in silenzio, colpito dalle sue parole. Victor continua: «Possiamo fare del pollo per cena, se riuscite a procurare delle galline».

Daciana, che fino a quel momento era rimasta in disparte, interviene: «Le abbiamo. Ci sono animali qui, ma dovremo ucciderli, non abbiamo alternative».

Victor la guarda, notando per la prima volta la determinazione nei suoi occhi. «Va bene, vi aiuto io».

Escono nel cortile e, con una freddezza che lascia gli altri senza parole, Victor prende in mano le galline e con un movimento deciso le uccide, girando loro il collo senza esitazione. Nonostante la brutalità del gesto, c'è qualcosa di quasi rituale nel modo in cui lo fa, come se fosse abituato a compiere tali azioni per sopravvivere.

Rientrano in casa in silenzio, e mentre iniziano a pulire e preparare i polli, l'atmosfera è carica di una tensione indescrivibile. Il rumore dell'acqua del pozzo che scroscia sulle piume sporche, il crepitio del fuoco che si accende nel forno, tutto sembra amplificato, come se la casa stessa stesse trattenendo il fiato, in attesa di qualcosa di terribile.

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