39.

1 1 0
                                    

«Victor e Daciana si rifugiano nel fienile, lontani dagli sguardi accusatori, trovano un momento di tregua, ma anche un nuovo obiettivo, continuare a cercare una via d'uscita senza il resto del gruppo. Il fienile, con le sue pareti di legno usurate e l'odore di paglia, diventa un rifugio improvvisato, ma anche un simbolo del loro isolamento e del rifiuto subito.

«Vino, hai freddo?» le chiede premurosamente, utilizzando un appellativo dolce e affettuoso in rumeno che significa «tesoro». Lei scuote la testa, ma lui insiste. Prende la coperta che utilizzava per dormire e la mette delicatamente sulle sue spalle.

«Non importa quanto siamo lontani da tutto,» sussurra, «finché siamo insieme, ti proteggerò. Ecco... sarà semplice, ma è tutto per te,» aggiunge, mentre sistema le altre coperte di fortuna che ha trovato nel fienile, creando un piccolo angolo accogliente per lei.

Poi le accarezza il viso, i suoi occhi gentili ma pieni di determinazione. «Draga mea,» continua, usando un'altra dolce espressione che significa «mia cara», «non permetterò che tu soffra qui. Farò in modo che questo posto diventi il nostro rifugio sicuro.»

Daciana si siede sulle coperte, sorpresa dalla dolcezza di Victor, mentre lui cerca qualcosa da mangiare tra i vecchi attrezzi e le scatole di legno. Trova qualche frutto e un po' di pane secco, che porta da lei.

«È poco, lo so,» dice con un sorriso, «ma è solo l'inizio. Domani troveremo di meglio. Stasera, riposati.» La sua voce si abbassa, quasi un sussurro: «Îngerul meu... io sono qui con te.»

Lui, nonostante la fame, ci tiene a far mangiare lei senza dividere il pezzo, ma lei lo nota e gli dice: «Non hai fame?» guardandolo con occhi dolci, ma lui le mente dicendo di no. Lei gli richiede più volte se volesse dividere con lei la cena, ma non c'è verso di convincerlo, infine mangia quello che lui le ha dato, lo divide a metà, ma nulla da farne, non ne vuole sentire. Fa finire tutto a lei.

«Se hai bisogno di qualsiasi cosa dimmelo pure,» l'avvisa mentre la osserva guardarsi intorno mentre si sistema. «No tranquillo, grazie di tutto,» gli dice accarezzandogli la guancia, poi con la mano avvicina il suo volto al suo per un ultimo bacio prima di dormire e gli sussurra: «Noapte bună,» buonanotte in rumeno, lui ricambia e si sdraia vicino a lei abbracciandola.

Intanto, nella casa, mentre tutti dormono, Samantha si aggira nervosamente tra le stanze illuminate dalla debole luce della luna che filtra dalle finestre rotte. Il silenzio, così innaturale dopo le tensioni del giorno, sembra avvolgere ogni angolo della casa come una coperta soffocante, non riesce a dormire, tormentata dai pensieri di Victor e Daciana, la loro assenza la infastidisce più di quanto voglia ammettere, come un peso opprimente che non può scrollarsi di dosso.

«Non si può mai sapere con loro,» mormora tra sé, il suo tono carico di sospetto. «Potrebbero star tramando qualcosa... o peggio, potrebbero trovare la via d'uscita prima di noi.»

Questi pensieri le fanno crescere dentro una rabbia fredda, alimentata dalla paranoia, c'è qualcosa che non va, ne è sicura, non si fida di loro, e non le piace che siano così vicini al villaggio eppure fuori dalla sua portata. Mentre si gira per tornare nella stanza dove il resto del gruppo dorme, sente un rumore sordo provenire dal piano inferiore.

Si avvicina lentamente alle scale, il cuore che batte più veloce, forse è solo il vento, o qualche animale randagio... ma qualcosa le dice che non è così semplice.

Samantha scende con cautela, i piedi nudi che sfiorano appena il pavimento per non fare rumore. Quando arriva al pianterreno, si ferma. Il rumore proviene dalla cantina, un brivido le percorre la schiena, ma cerca di mantenere la calma, non ha paura... non può permetterselo.

Si avvicina alla porta della cantina, afferrando una vecchia sbarra di ferro che trova a portata di mano, la porta scricchiola mentre la apre, rivelando la scala che conduce al buio sottostante. Inspira profondamente e scende.

Vede delle ombre muoversi, ma non riesce a distinguere di chi o cosa si tratti, fa un passo avanti, il cuore che accelera.

Proprio quando si china per guardare meglio, una figura emerge dall'oscurità. Samantha sobbalza, stringendo la sbarra di ferro più forte, ma prima che possa reagire, la figura si avvicina, rivelandosi.»

Confini oscuri Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora