Capitolo 8: Ferite di guerra

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Mi ritrovo su un futon, non ricordo la corsa per ritornare al covo, mi guardo la spalla ed è bendata, ben salda, una grossa macchia di sangue mi ricorda di essere stata sparata, mi guardo in giro in cerca dei miei compagni e vedo Deimon guardare la finestra
«Hey...che fai? Contempli?» Gli domando incuriosita e scherzosa
Si gira, ha il viso stanco e gli occhi gonfi
«Deimon...?»
«Oh ehm sì, cioè no, stavo solo guardando la finestra aspettando che ti svegliassi, ho fatto un bel lavoro con la benda eh?»
«Si...è ben salda, complimenti, però perché hai quelle faccia? Stai bene?»
Cerco di alzarmi ma la spalla mi fa male, meglio rimanere sul futon per il momento...
«Si...ora che stai bene si...però mi sento un idiota...potevamo morire ed è tutta colpa mia...»
«Hey no! Hai solo avuto un'idea, io l'ho sostenuta e ho convinto gli altri a seguirti, sono cose che capitano, non facciamone più un caso ok? Sto bene»
Lo invito a sedersi vicino a me ed accetta
«La paura di perderti era troppa» abbassa lo sguardo osservando il nulla
Mi piego ed abbasso la testa nella direzione della sua, osservandogli la guancia, i miei occhi brillano
«Non posso biasimarti ma ti ripeto, è tutto passato e...grazie, grazie per l'affetto che hai nei miei confronti...»
Una goccia cade sul lenzuolo, un'altra e un'altra ancora...sto...piangendo?
Mi tocco le guance ed è così, me le asciugo velocemente senza farmi vedere da lui, non penso di farmi vedere debole, per ora no
«Guarda che puoi piangere, è comprensibile la tua emozione, se vuoi piangiamo insieme, così non ti senti l'unica»
Mi giro di scatto verso Deimon, stupita dalle sue parole, in effetti, perché dovrei continuare a trattenermi le lacrime? È il mio migliore amico, mi conosce meglio di chiunque altro, mi capisce e mi capirà...
«Piangiamo insieme? Perché pure tu? Non mi dire perché ti senti ancora in colpa...»
«No è che...pensare a quanto ci tengo a te mi fa emozionare, devi sapere una cosa, una cosa che non ho mai raccontato a nessuno, forse accomuna pure te: Sono una persona molto ma molto empatica, quando una persona a cui tengo sta male io ci sto male il doppio, quando sto male io, basta che la persona a cui tengo sta bene, che mi considera e non mi abbandona o anche solo il pensiero al riguardo per rendermi felice, sono in grado di sacrificare la mia stessa vita per gli altri perché da un lato vale così poco, o meglio, per me vale così poco che posso mandarla a puttane quando n'è necessario, non temo la morte quando so di non pentirmene, quando invece vengo tradito, mi autodistruggo dalla vergogna, sentendomi così dannatamente stupido, solcando una cicatrice che si corrobora ogni volta che ci penso e ripenso, sacrifici inutili, speranze distrutte...»
Lo osservo attentamente, non sta versando nessuna lacrima, aspetta che incomincia io?
Le sue parole sono così toccanti ed è tutto così dannatamente vero, per me è la stessa cosa, non mi aspettavo fosse così simile a me, che avesse un cuore grande come il mio se non di più, ha avuto esperienze di "tradimenti" e nonostante ciò è ancora convinto di spingersi così tanto per le persone a cui tiene...tra cui io...
Altre lacrime cadono sul lenzuolo, mi sto aprendo, come una cassaforte, sorrido e rido leggermente mentre le vedo cadermi dal viso, sono felice di liberarmi, ho tenuto per troppo tempo questo viso di pietra
Deimon mi osserva, sorride pure lui e lentamente si libera pure lui, sembra fatto apposta ma è la verità, ci stiamo aprendo, insieme, mi sento viva, ancora più viva...

Charlie di ceraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora