Capitolo 13: Un campione dimenticato

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Il piano è stato un successore, i Foreverdust hanno fatto un macello madornale e rubato di tutto e di più, stessa cosa noi!
La St. Arun è irriconoscibile e la polizia non è intervenuta, nemmeno i proprietari, hanno paura di noi, Elijah ambiva a questo e ci è riuscito clamorosamente
È notte e siamo radunati vicino ad un falò in cerchio, non tutti però, alcuni Foreverdust non ci sono e siamo solamente io, i miei compagni, il ragazzo asiatico e un altro...ah e Dominique che è in piedi ad aprire una sorta di dibattito...credo
«Fang, è da due settimane che sei qui e vorremmo sentire la tua voce, sei un ragazzo intrepido e ci piacerebbe sapere qualcosa di te, ormai ci conosciamo bene no?» Si rivolge Dominique al ragazzo asiatico
Nessuna sua risposta
«Forse sei così di natura o avrai passato dei brutti periodi ma fidati di noi, sentiti libero di dirci chi sei»
Ancora nessuna sua risposta
«Fang perfavore...»
Ancora nessuna risposta
«PARLA PORCA PUTTANA!»
Il suo urlo ci sorprende tutti
Fang sospira e dopo un altro piccolo silenzio incomincia a parlare: Sono Fang Ming, vengo da Tokyo, mi sono trasferito qui perché mio padre ha avuto un'offerta di lavoro, contenti ora?
Il viso di Dominique cambia in un'espressione compiaciuta, non totalmente, inizia a fissare dall'alto verso il basso Fang e dice: Non abbastanza, ti pare che dopo due settimane di voto di silenzio ci accontentiamo di una frasetta?
«Se non vuole parlare non costringerlo, evidentemente gli serve altro tempo...» afferma improvvisamente Deimon
«Negativo, lui vuole parlare assolutamente ma c'è qualcosa che lo blocca, se ne vuole liberare in questo momento ma non riesce facilmente e io lo sto aiutando» dichiara Dominique con tono bizzarramente allegro
Si avvicina a Fang abbassandosi davanti a lui
«Fang, sfogati, sbarazzati di questo tumore.»
Fang abbassa lo sguardo, tiene i pugni stretti poggiati sulle gambe ma sorprendente parla:
«Tempo fa ero un campione di scherma in Giappone, detenevo un sacco di medaglie d'oro e coppe e il mio motto era: Vinci soltanto...o meglio...era il motto che mi hanno inculato i miei genitori, anch'essi campioni di scherma ma molto più tempo fa, vedevano in me un futuro glorioso solo se vincevo, perdere significava essere una merda per farla breve, ero sottoposto ad ogni tipo di allenamento, spingendo il mio corpo al limite più e più volte pur di rendermi una macchina omicida e ci riuscirono quei bastardi!»
«Non mostravo pietà per nessuno, ero ostile al fair play e nonostante ciò la gente mi amava, perché quando vinci sempre sei ovviamente un idolo, le ragazze ti saltano addosso come fan sfegatate dei cantanti KPOP, vieni rispettato da tutti, eri qualcuno.»
«I miei sforzi mi permisero un giorno di partecipare ai mondiali giovanili di scherma, che si tennero a Tokyo, Dio! Quanta gente c'era! Famiglie intere a tifare per il proprio figlio! Le luci accecanti e la musica che ti scioglieva le orecchie!»
«Arrivato in finale contro un giamaicano, sentivo con tutto il mio cuore di farcela ma ero sfinito mentalmente e fisicamente, i troppi allenamenti saranno stati probabilmente la causa...»
«Come potreste intuire alla fine persi, persi in una maniera orribile, mi sentivo di morire e nessuno si è preoccupato di te, dalle offese semplici sono passati agli insulti pesanti: bestemmie ai miei avi, auguri di morte...»
«Il coach se ne sbatteva il cazzo di me, mi continuava ad insultare lì, dicendomi di reagire, mi chiamava fighetta e tutti lo sentivano perché strillava e strillava, io non ce la facevo più»
«Subito dopo, al termine dell'incontro, il giamaicano mi offre la mano, volendomi aiutare a rialzare»
«Ma io preso da un'inimmaginabile rabbia per essermi ormai reso conto che la mia vita era distrutta gli tiro un pugno, barcolla e cade a terra, mi ci fiondo e inizio a picchiarlo sempre di più, sangue dopo sangue, lui che cercava di liberarsi invano, ancora sangue, ancora sangue.»
«Tanto che senso aveva? La mia vita era distrutta, tanto vale sfogare tutta la mia frustrazione a l'artefice di tale calamità!»
«Il mio atto fu scandalosissimo, tutti mi odiarono, tutti odiarono i miei genitori, non venimmo più visti come gente d'alto livello, eravamo diventati peggiori della merda»
«Divenne tutto così insopportabile che venimmo qui con la speranza di un nuovo inizio...un inizio che però sarà senza di me, perché non tornerò mai più a casa...»
Tutti scioccati, la sua storia è stata così inaspettata e triste, mi chiedo che cosa avrei fatto io se fossi stata nella sua situazione passata...
Dominique è la prima a riprendersi dallo shock e con tono compassionevole gli dice "grazie"
Gli tocca la spalla e mi sembra di aver intravisto un debole ma genuino sorriso sul volto del ragazzo
Tutti ora si alzano, Deimon, Ralph e Millie vanno a fumarsi qualcosa con un gruppetto di Foreverdust, nuove amicizie? Ben venga assolutamente!
Vedo Fang controllarsi le mani dalla noia, appoggiato alla nostra roulotte
«Vacci a parlare, avrà bisogno di altra compagnia» mi sussurra all'orecchio Dominique che per poco non mi faceva saltare dallo spavento
Inizia a ridere, avrà notato un piccolo movimento corporeo
»Oh sì, buona idea, vado subito»
Mi dà una pacca sulla spalla, evidentemente contenta della mia risposta
Mi dirigo verso Fang, ho intenzione di offrirgli qualcosa, è un buon modo per iniziare una conversazione...se accetta
«Hey Fang, ti va una Dr. Pepper?»
«Una Dr. che?»
Mi guarda accigliato
«Una Dr. Pepper, è BUO-NISSI-MA! È tipo la coca cola ma alla fine senti la ciliegia»
«Allora, prima cosa, non sei brava a fare la divisione in sillabe...secondo...mhhh»
«È deliziosa, te lo giuro su mio nonno!»
Metto la mano sul cuore
«Se insisti...»
«EVVAI! SEGUIMI!»
Non era previsto metterci tutta quella eccitazione ma fa nulla
Lo faccio entrare nella roulotte, accendo le luci, rovisto nella borsa e ne prendo due, una per me e una per lui (sono ancora dipendente ad essa ok?)
Inizia ad esaminare la bottiglia con sguardo sospetto
«Oh andiamo! Non è avvelenata o intruglio di pidocchi! Bevila, fidati di me»
Apre la bottiglia ed inizia a berne un po', poi un altro po', un altro po' fino ad iniziare a scolarsela tutta con viso sorpreso e tenero
Inizio a ridere mente lo osservo
Appena finisce dice: È vero! Questa roba è una bomba!
Inizia improvvisamente a singhiozzare
Inizio a ridere ancora di più, sembra un bambino, come Ralph quando ha visto le stelle il primo giorno nel primo covo
Sorprendente inizia a ridere pure lui mentre continua a singhiozzare
«Provo a spaventarti ok?»
Annuisce
«BOOO!!!»
«È-»
Singhiozzo
«Lo spavento-»
Singhiozzo
«Più brutto-»
Singhiozzo
«A cui ho mai assistito.»
Singhiozzo
«Hai ragione, ci ho provato, aspe! Vediamo con dell'acqua!»
Prendo una bottiglia d'acqua e gliela porgo, la beve e...ha funzionato?
Non singhiozza più, che eroina che sono!
«Fiuuù, grazie mille»
«Di nulla broski, tieni, la puoi continuare a bere la Dr. Pepper basta che stavolta fai piano»
«Sisi...grazie per avermi condiviso questa delizia...scusa se all'inizio ho dato l'impressione di essere freddo e che-»
«Lo so, sta tranquillo, necessitavi semplicemente che qualcuno ascoltasse ciò che hai passato e noi l'abbiamo fatto»
Sorride abbassando lo sguardo, lo rialza subito dopo e si precita ad abbracciarmi
Mi abbraccia forte, è molto più basso di me ma fa nulla, è una cosa che non mi sarei mai aspettata...è così...bello avere qualcuno così vicino a te...io vivo per le coccole, sono così... dannatamente stupende...
Lo abbraccio anch'io forte, non so perché...mi viene da piangere dalla gioia ma non lo faccio, sto apposto così, sono già super gioiosa, ho un nuovo amico

Charlie di ceraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora