Capitolo 16: La verità fa male

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È mezzanotte e cinque e sono tutti a letto, alquanto strano, non è da loro dormire così presto, meglio così però, non dobbiamo essere viste, ogni minuto conto e dobbiamo terminare il piano il prima possibile!
La pistola col silenziatore di Deimon è una figata assurda, è brillantinato in oro e una grossa "D" in argento e presente sul manico
La porgo a Millie e se la tiene stretta, la punta in una direzione casuale fingendo di sparare a qualcuno in quel momento
«Pronta?» Domando carica
«Prontissima!»
Scavalchiamo la recinzione è incominciamo a correre, i nostri passi veloci non dovrebbero attirare attenzioni indesiderate e, come ho detto prima, non abbiamo tempo da perdere, dev'essere una cosa rapida.
Arriviamo finalmente a casa di Millie
«Ora però nasce una domanda intelligente: come entriamo?» Domando realizzando che ne avremmo dovuto parlare molto prima
«Merda, è vero...»
Ci stiamo sentendo terribilmente idiote
Mi ricordo però che mi porto sempre i due grimaldelli nelle tasche, scavo e li trovo
«Assafà, ora scassiniamo sta serratura!» Afferma ritornando ad essere elettrizzata
Incomincio a darmi da fare, spero di fare meno rumore possibile anche se probabilmente non sarà possibile perché i metalli sfregano tra loro un sacco
Dopo un po' ci riesco e la porta si apre, emettendo un inappropriato cigolio
Entriamo e camminiamo su punta di piedi, il pavimento in legno è dannatamente impolverato, ci sono cartacce e mozziconi sparsi ovunque e sentiamo un fortissimo odore di caffè
Prima che iniziassero le vacanze natalizie, un giorno, a scuola, la prof mi fece i complimenti per la mia perspicacia nell'analizzare alcuni elementi di un testo narrativo adolescenziale, non ricordo il soggetto ma ricordo perfettamente le sue parole: Sei entrata perfettamente nel vivo del testo, ti sei cimentata nell'osservare ogni singolo elemento, hai una capacità insolita e questo ti fa molto onore!
Ero solita a sentire solo lamentele sul mio conto, che facevo schifo nei voti e non prestavo attenzione alle lezioni, ricevere tale complimento mi ha fatta sentire strana, strana ma in positivo, necessitavo che qualcuno mi dicesse qualcosa di carino una volta tanto, per dimenticare un po' la mia situazione, di come non mi trovavo assolutamente bene...
Inizia a farsi sentire anche dell'odore di fumo, probabilmente di una sigaretta appena accesa, ci avviciniamo sempre di più a quella che sembra uno studio, a giudicare da una lavagna strapiena di scritte, visibile perfettamente dall'esterno della stanza
Entriamo, ci giriamo alla nostra destra dove finalmente lo vediamo, suo padre, di spalle, a guardare un'altra lavagna che stavolta è molto più grande e presenta innumerevoli fotografie in bianco e nero
Millie punta la pistola
«Quindi questa sarebbe la mia fine, Millie?» Parla improvvisamente
Millie sgrana improvvisamente gli occhi e per poco non fa cadere la pistola
«Papà, è necessario io-»
«Ti sei alleata con i Foreverdust, non è vero?»
Si volta, ha il viso spento, la barba sporca di cenere, i capelli arruffati e una matita sull'orecchio destro, mi osserva e poi ritorna ad osservare Millie che gli punta ancora la pistola
«Si, faccio...cioè, facciamo parte dei Foreverdust...ma papà, io mi sento a casa con loro, sono la gente migliore che io abbia mai conosciuto, davv-»
«Guarda qua!» Indica una fotografia al centro
Ci avviciniamo leggermente per osservarla meglio ma non troppo
È la foto di un negozietto distrutto da spari, vetri rotti, vasi frantumati, l'insegna illeggibile e vuoto, stra-vuoto...
Notiamo la sagoma di quello che sembra un bambino che lo osserva, tiene in braccio un orsacchiotto e indossa abiti che sembrano dei pigiama
«Questo era il negozio del padre del bambino che vedete, è morto recentemente per un tumore al pancreas, nonostante la perdita del padre questo bambino ha promesso a lui di prendersi cura del negozio e che lo avrebbe reso il migliore di tutta Valirate, i guadagni stavano andando bene grazie ai sacrifici di sua madre ma siete arrivati voi e avete reso tutto a puttane, questa sarebbe la gente migliore che tu abbia mai conosciuto?»
Osserviamo ancora più attentamente la foto, più esattamente al bambino, abbiamo veramente distrutto i sogni di un bambino?
Un senso di colpa inizia a ingrandirsi sempre di più dentro di me, come se volesse farmi esplodere per evadere, evadere...da un mostro?
Lo sguardo di Millie si abbassa lentamente, insieme alla pistola
«Ora che hai capito, torna da me ti prego, io ho-»
Ripunta di nuovo la pistola
«Tu non hai niente papà, non hai un cuore e non avrai mai più una figlia al tuo fianco, hai permesso che la mamma morisse e che mio fratello diventasse quello che è ora!»
TU NON CAPISCI TUTTO QUELLO CHE HO PASSATO! È DIVENTATO TUTTO COSÌ INGESTIBILE!»
«No papà, non ti sei semplicemente degnato di pensarci e questo è il prezzo che dovrai pagare.»
«Tesoro, io-»
BANG!
Downey cade, emettendo un forte rumore
Del sangue schizza sulla grande lavagna, facendo sembrare le fotografie ritratti da film horror
Non mi aspettavo sparasse così improvvisamente, la conversazione tra lei e suo padre mi avrà drenato la preparazione...
Osservo Millie che continua ad osservare il cadavere
«Andiamocene!» Afferma Millie improvvisamente
Ci affettiamo verso l'uscita e incominciamo e correre, passo dopo passo mi riviene in mente l'immagine di suo padre morto, non ho mai visto un cadavere prima d'ora, non mi sento per nulla scombussolata, dopotutto è stato mio il piano, sapevo a cosa andavo in contro, non ricordo più dove lo ha sparato ma non ha più importanza, mi concentro a correre
Siamo vicini al covo quando improvvisamente mi ricordo delle parole di suo padre, di come siamo stati la causa della distruzione del negozio del bambino, di come forse gli abbiamo rovinato la vita, una vita già di merda perché ha perso il padre...
«Millie...»
«Che c'è? Manca poco su!»
«Millie abbiamo distrutto il negozio di quel bambino nella fotografia, non ricordi più?»
«Si che me lo ricordo ma cosa c'entra?»
«Non capisci?! Suo padre è morto e noi gli abbiamo distrutto il negozio, suo figlio gli aveva promesso di occuparsene, sua madre lo aiutava e ha fatto parecchi sacrifici! Noi abbiamo rovinato tutto!»
Millie si volta del tutto verso di me, mi guarda attentamente, avvolta nei pensieri
«I Foreverdust saranno anche gente leale ma non è buona, si divertono portando distruzione, si divertono a vedere questi abituanti come microbi, perché sanno di poter fare tutto col terrore! Noi vogliamo però bene a loro e dobbiamo farli cambiare, a tutti i costi!»
«Ma perché? Perché all'improvviso dobbiamo proteggere gli abitanti di Valirate quando non hanno fatto niente per noi, sono merde, come i nostri genitori, i nostri compagni di scuola e altro»
«Non tutti sono così, non possiamo generalizzare, essere maturi è questo, riconoscere che c'è del bene e persone che non si meritano di subire tali cose»
Vengo però investita da un pensiero, un pensiero importante ma che avrei voluto non apparisse mai: anche noi Dreamlords dovremmo cambiare
Questa cosa per quanto ovvia per essere razionale non la voglio accettare, avete sentito bene, non voglio smettere di rubare con i miei compagni e diventati tutti ufficialmente i miei migliori amici!
Questo perché? Perché noi abbiamo desideri da realizzare, ci chiamamo Dreamlords proprio per questo, per quanto sia sbagliato e quasi ipocrito lo facciamo per una giusta causa, avere ciò che ci aspetta dopo tutta la merda che siamo stati costretti a mangiare, dove finalmente possiamo pensare a noi stessi, stop!
Ritorno alla realtà ed osservo Millie in attesa di una sua risposta
Fissa per terra, rialza il capo e annuisce
«Ok, hai ragione, i Foreverdust cambieranno grazie a noi!»

Charlie di ceraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora