capitolo 14

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Il principe si svegliò lentamente, i raggi del sole filtravano attraverso le tende di velluto della sua camera, creando un gioco di luci e ombre sul pavimento di marmo. I suoi occhi si aprirono lentamente, ma il cuore era un groviglio di emozioni contrastanti. Si sentiva confuso, come se il mondo intorno a lui fosse un labirinto di sentimenti inestricabili.

I pensieri si affollavano nella sua mente, danzando come foglie nel vento. Era una mattina che prometteva nuove avventure, ma taehyung non riusciva a scrollarsi di dosso la tristezza che lo attanagliava. Il peso delle aspettative regali lo schiacciava, e si domandava se fosse davvero felice e se ciò che lo circondava fosse ciò che desiderava. Le risate e i festeggiamenti del giorno precedente erano ancora vividi nella sua memoria, ma ora sembravano lontani, quasi come un sogno svanito.

Si alzò dal letto, i piedi nudi toccarono il freddo pavimento, e un brivido lo attraversò. Si guardò allo specchio, scrutando il suo riflesso. Il volto, giovane e pieno di promesse, nascondeva un'anima inquieta. "ha fatto davvero una cosa del genere mio padre?" si chiese, mentre si vestiva con l'abito elegante che il protocollo richiedeva. Ogni piega del tessuto sembrava un simbolo delle pressioni che sentiva addosso.

Scese le scale del castello, i corridoi riccamente decorati lo accolsero con un silenzio carico di attesa. I servitori lo salutavano con rispetto, ma l'omega percepiva dietro ai loro sguardi un misto di ammirazione e pietà. La vita da principe era un privilegio che molti avrebbero desiderato, ma lui si sentiva imprigionato in un ruolo che non sapeva se fosse suo.

Arrivato nel giardino, il profumo dei fiori lo avvolse, portando con sé un senso di freschezza e vita. Si fermò a osservare una farfalla che danzava tra i petali, e per un attimo, la mente si liberò dai pensieri pesanti. Era bello, quel momento di leggerezza, eppure la felicità era effimera, come la farfalla stessa. Tornò a sentirsi sopraffatto dai dubbi.

"Cosa succederà se non sono all'altezza di affrontare questa situazione ?" si chiese, mentre il cuore oscillava tra il desiderio di libertà e il dovere verso la sua famiglia e il regno. La confusione e la tristezza coesistevano con un barlume di speranza, un desiderio di scoprire se avesse fatto bene a fidarsi del re demone o non credere a tutto a quello che aveva sentito anche se esso gli sembrava molto sincero.
In quel giardino, circondato dalla bellezza della natura, il principe comprendeva che la vita era un viaggio complesso, e che, forse, la risposta alle sue domande non era così lontana come sembrava.

-principe - il re min lo chiamó facendolo
voltare verso la sua figura

-si?-

-il re jeon lo aspetta  nella sala pranzo, volete seguirmi?- chiese il re

-si.. andiamo- sospiró il principe..

-siediti pure - li lasció soli il re min

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-siediti pure - li lasció soli il re min.

-cosa c'è che non va?- chiese il re demone osservando con attenzione il volto malinconico dell'omega

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