Nessuna traccia

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Caccia alla regina di Mosca

-Capitolo 33-

Nessuna traccia


Masha e Marcello si sedettero in un piccolo divano, e davanti a loro, c'era la strana figura del proprietario di quell'edificio...

<<Avanti! Fatti dire le informazioni che ci servono Glenda>> sussurrò Marcello guardando con la coda dell'occhio l'uomo davanti a loro. Dopotutto da quando era entrato in quel negozio, non era andato nulla nel verso giusto, non solo aveva rotto l'ultimo scalino della scala a chiocciola, ma aveva anche battuto contro una lampada, rotto un vaso, ed era inciampato sul maledetto tappeto che ora era sotto i suoi piedi.

Non era mai stato così maldestro in vita sua!

Masha dandogli una gomitata, sussurrò in risposta <<Adesso glielo chiedo, dammi un attimo!>>

<Perciò...>

I due italiani si misero composti sul divano, e il proprietario di quel posto, continuò <Il signor Orlov le ha detto di venire qui?>

<Lui mi ha solo detto di trovare lo stemma della foto> rispose la donna ora seria, e l'uomo di statura minuta, disse <Capisco... il signor Orlov ci ha ordinato che dovevamo aiutare chiunque facesse nome di Masha Golubev>

Appoggiò la foto che rappresentava lo stemma, e continuò <Sappiamo che deve trovare una persona, ma anche col nostro aiuto non sarà semplice>

Masha si irrigidì, e Marcello, che non poteva capire molto dato che il russo non lo conosceva, poteva però intuire che la conversazione non stesse andando nel verso sperato.

<Le persone che hanno preso in custodia quel bambino sono indubbiamente persone fidate e capaci, ma proprio per questo hanno fatto in modo che fosse molto difficile essere contattati>

<Ma se ci fosse stata un'emergenza? Se ad esempio Boian avesse scoperto dove si trovasse mio figlio, come si farebbe a contattarli per avvisarli dell'evenienza?>

<Il signor Orlov era certo che questa cosa non sarebbe mai potuta succedere> la interruppe l'uomo davanti a lei, e continuando disse <È lecita come domanda, ma come si renderà conto a breve, è impossibile trovare suo figlio se non si chiede alle persone giuste>

Masha strinse le sue mani, apprezzava tutta la dedizione che ci stavano mettendo queste persone, in primis Illodor, ma a lei sembrava una cosa fin troppo esagerata.

Voleva soltanto riabbracciare il suo Sasha...

Guardò in volto il proprietario di quel posto, e chiese <Mi spieghi per favore>

L'uomo fece un piccolo cenno, e alzandosi e prendendo un foglio da un cassetto, poi disse risedendosi <Questa è la Russia>

I due italiani guardarono incuriositosi, e l'uomo continuò <Suo figlio potrebbe essere dovunque, ed per ovunque intendo letalmente sia sotto mare che in mezzo alle gelide montagne>

Prese un pennarello e iniziando a segnare dei punti, disse <Noi però sappiamo che è in uno di questi dieci posti>

E finendo di cerchiare l'ultima posizione, sussurrò <Sono molto distanti tra di loro, ma andando in ciascuna di queste ubicazioni, sarà ad un passo più vicino a suo figlio>

Masha prese la mappa, e spiegando brevemente a Marcello cosa gli avesse detto l'uomo, il biondo sussurrò <Mio Dio... tre di quelle ubicazioni sono all'esatto opposto di dove siamo noi, la più lontana e in una delle isole che confina col Giappone...>

La donna sentì un nodo allo stomaco, era così vicina ma allo stesso tempo così lontana dal suo bambino, credeva che dopo il divorzio con Boian tutto sarebbe andato liscio, ma così non era stato, anzi, forse era anche più difficile rispetto a prima.

Appoggiò sul tavolino la mappa, e facendo un grande sospiro, domandò <Quindi lei mi sa dire solo questo? Che Sasha potrebbe essere in ogni angolo della Russia?>

L'uomo strinse le mani, e rispose <Così si chiama eh? Quando l'ho incontrato ero curioso di sapere come si potesse chiamare>

<L'ha incontrato?!> chiese incredula la donna, e il sottoposto di Orlov rispose <Si signora, ma sappia che ho scoperto solo oggi che quel bambino era suo figlio>

<M-ma come?> domandò ora confusa, e l'uomo mormorò <Il signor Orlov ci teneva che tutti i dati riguardanti quel bambino non potessero essere rintracciabili, perciò nome, età, e da dove venisse, a noi è sconosciuto, tuttora che parlo con lei>

Prese la mappa, e disse indicando un punto specifico <Ma come le stavo dicendo prima, anche se è difficile, non la lasceremo gironzolare in tutta Russia senza darle almeno una pista>

Masha guardò il punto indicato, e l'uomo disse <Come le ho detto, ho incontrato sia suo figlio che gli uomini che se ne stanno prendendo cura, e mi hanno detto quale sarebbe stata la loro prossima meta>

La donna dai capelli decolorati premette le labbra, ora con un po' più di speranza, e il sottoposto finì col dire <Ogni volta che raggiungerà una di queste mete, le persone che la accoglieranno la indirizzeranno nel posto in cui si sono diretti gli agenti che lavorano per il signor Orlov. Indubbiamente è frustrante non sapere subito dove si trova suo figlio, ma sono certo che si riunirà con lui>

Masha fece un piccolo cenno, e stava per prendere la mappa, quando l'uomo gliela rubò, e andando verso il camino acceso, disse <Le dirò solo come si chiama la città, è pericoloso andare in giro con una mappa che ha tutte le posizioni dei miei colleghi>

La donna vedendo quella mappa vicino al fuoco, disse alzandosi dal divano e dirigendosi verso di lui <Ma non c'è più pericolo! Ho divorziato con Boian Doronin, lui non ha più nessun interesse nel trovare mio figlio>

Marcello si alzò a sua volta, e stava per rubare di mano la mappa, quando quest'ultimo la gettò nel fuoco, e con volto serio, proferì <Non ha importanza, non si sa mai cosa possa succedere, e poi lo faccio anche per i miei colleghi>

Vide bruciare fino alla fine quella cartina, e chiudendo gli occhi, terminò col dire <Noi siamo agenti sotto copertura, i quali hanno il dovere di non lasciare nessuna traccia>

Masha si pietrificò nel vedere che fine avesse fatto quella mappa, e stringendo le mani, poi sentì <Appena partirà, questo negozio non esisterà mai più>

La donna lo guardò confusa, e il proprietario di quel negozio di liquori disse <Questa è una copertura creata apposta per questa missione. Proprio perché non possiamo mai sapere cosa possa succedere, bisogna sempre essere un passo avanti rispetto al possibile avversario>

Andò verso un tavolino, e prendendo un pezzo di carta e scrivendoci sopra, proferì <Questa sarà la vostra prossima meta>

Masha si trovò tra le mani quella piccola nota, e poi sentì <E ricordatevi, non dovete lasciare nessuna traccia dietro di voi>

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