Capitolo 1

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Astrid

<<Signorina Bianchi siamo quasi arrivati>>
Mi giro verso Ettore, la mia guardia del corpo.
Gli rivolgo un sorriso gentile per ringraziarlo, così anche lui può sedersi e allacciarsi la cintura.
Da quando sono su questo Jet penso a come sarà Thiago Garcia, il figlio di quello che era il migliore amico di mio padre e che si è liberamente offerto di ospitarmi da ciò che mio padre mi ha raccontato, ma non ci credo... so che mio padre lo avrà convinto in qualche modo.
Insomma, chi si metterebbe un estraneo in casa? Io di certo non lo farei.
<<Ettore... com'è il Signor Garcia?>>
Ettore sembra sorpreso dalla domanda che gli ho rivolto, ma con un sorriso gentile si volta verso di me pronto a illuminarmi sul mio "salvatore"; almeno così lo ha nominato mio padre.
<<Il signor Thiago bhe è molto uno che sta per le sue, non ama molto la confusione e la disorganizzazione e soprattutto odia le incertezze. Lui è uno del tutto e subito, se sei convinto bene altrimenti non rivolgermi neanche la parola>>
Ah bene, io che sono l'indecisione fatta a persona ho la sensazione che con Thiago Garcia non andrò per niente d'accordo.
Mi volto verso il finestrino per vedere il jet che ormai sta atterrando su una pista vuota, priva di aerei, ci sono solo 3 jet in lontananza e sembrano pure molto cari.
Bene, sono arrivata in Spagna e chissà per quanti tempo rimarrò.
Appena sono sicura che il jet sia fermo mi slaccio la cintura insieme a Ettore e mi dirigo verso il portellone che viene aperto subito dopo.
<<Alla nostra vita temporanea in Spagna Ettore>>
Con il mio zaino sulla spalla scendo la scalinata.
Non c'è nessuno, io e Ettore come arriviamo da questo Thiago? Si sarà sicuramente dimenticato che arrivavamo oggi.
<<Astrid Bianchi giusto?>>
Mi volto verso la voce femminile che ha parlato trovandomi verso destra una ragazza dal viso gentile e dai capelli lunghi biondi.
<<Si sono io, con chi ho il piacere di parlare?>>
La ragazza sorride e con fare sbadato si porta una mano sulla fronte.
<<Perdona la maleducazione, io sono Blanca Garcia la sorella di Thiago, penso che tuo padre te ne abbia parlato>>
Oh si vero, adesso ricordo.
Mio padre aveva detto che i Garcia erano tre.
Due maschi Thiago e Pablo e una sola femmina, Blanca.
<<Non ti preoccupare, è un piacere conoscerti Blanca. Mio padre mi ha parlato per tutta la settimana di te e dei tuoi fratelli>>
Lei mi sorride dolcemente.
Con passo veloce ed elegante viene affianco a me prendendomi a braccetto e conducendomi verso una bellissima macchina sportiva che costerà quanto tutta la Spagna intera.
Durante il tragitto io e Blanca ci conosciamo meglio, delle nostre passioni e anche dei nostri gusti infatto di ragazzi ad essere sincera.
Lei mi racconta che per colpa della gelosia dei suoi fratelli tutti gli uomini scappano tranne uno Ivan Volkov, mafioso Russo per questo tra i Garcia e Volkov non scorre buon sangue ho appena capito.
Io invece, nom ho mai avuto corteggiatori o relazioni... già, che vera sfigata starete pensando eh? Sono sempre stata la ragazza non considerata e, a volte era bello a volte no.
Dopo quasi 30 minuti la macchina inizia ad avviarsi vicino ad un'enorme villa, sarà 5 volte più grande di quella di casa mia... ma che dico, è 5 volte più grande di tutta l'italia quasi quasi.
<<Chiudi la bocca Strid, o entrano le mosche...>>
Ridacchia lei.
Imbarazzata al massimo distolgo lo sguardo concentrandomi sulla villa e esaminandola per bene.
Chissà quanti vivono in questo posto.
Scendiamo dall'auto e la prima cosa che fa la mia guardia del corpo è prendere velocemente il mio zaino fulminando l'autista.
<<È davvero enorme>>
<<Vivono pure i servi con noi per la maggior parte dei giorni. Loro hanno un ala della casa a parte però>>
Ah bene, quindi questa casa si divide in sale.
Fatemi indovinare io starò nella ale degli ospiti?
<<Già ho capito tutto dal tuo sguardo, tranquilla ti starai nel ala padronale... hai la stanza accanto alla mia>>
Arriviamo davanti alla enorme porta che subito viene spalancata da una ragazza non troppo alta, dai capelli biondi cenere e degli occhi verdi.
Bene, iniziamo a conoscere le centinaia di persone che vivono qua.
<<Oh tu sei Astrid, è un piacere averti qua. Io sono Carmen>>
Mi stringe a sé in un caloroso abbraccio.
Solo in quel momento mi accorgo che Carmen è incinta.
<<Piacere Astrid... comunque auguri>>
Le indico la pancia un pò imbarazzata e lei ridacchio, però mi da un bacio sulla guancia prendendomi a braccetto e facendomi entrare...

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