Capitolo 13

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Astrid

Astrid come vuoi quello? Astrid come vuoi questo? Preferisci quello o questo? Queste sono le domande che in questi giorni mi stanno rompendo il cervello, io non so come si organizza un matrimonio e non ho mai pensato a come lo vorrei, quindi come faccio a decidere tra una cosa e l'altra?
Poi nella mia testa c'è pure il bacio con Thiago, quel cazzo di bacio, il mio primo bacio.
Non pensavo che potessi prendere tutto questo coraggio e avvicinarmi per baciarlo, soprattutto perché io lo odio per ciò che ha fatto, nonostante siamo in tregua.
L'odio e il minimo, mi sta incastrando in un matrimonio che sarà per sempre e poi un domani non potrò neanche decidere di divorziare.
Il divorzio è concesso anche a noi donne nella mafia, il problema è che una volta saputo con chi mi sposo poi nessuno oserebbe toccare qualcosa che è stato di Thiago Garcia, lo farebbero solo per ferirmi non per amore e questa cosa mi distrugge pensare che neanche un domani potrò cercare l'amore.
<<Mi stai ascoltando Strid?>>
Mi volto verso mia madre che in questo momento ha uno sguardo di rimprovero.
Non è colpa mia se è tutta la mattina che blatera di matrimonio, io non posso sopportare di sentire ancora una sola volta la parola matrimonio o tovagliato! Giuro cometto un omicidio se solo sento queste due parole nella stessa frase è associate a me.
<<No mamma scusa, ho bisogno di una pausa... abbiamo finito tutto, io vestito posso pure sceglierlo coricata nel letto mettere tutte le modifiche e misure dal tablet. Giusto Madame Petit?>>
Chiedo alla donna che è davanti a me e mi guarda con comprensione, cosa che mia mamma in questo momento non ha assolutamente.
<<Ola ola, certo Madame Garcia... il nostro sito è molto ben privilegiato e istruisce bene, può fare tutto da li>>
Mi dice con il suo forte accento francese.
Sorrido mostrando a mia madre che ho ragione.
Prendo il mio telefono e scappo il più lontano possibile da quella stanza; scappa è questo quello che mi ripeto.
Arrivo finalmente nella sala relax dove vedo Carmen con in mano un quadernino e una penna.
Mi avvicino a lei che appena mi vede mi sorride.
<<Ehilà, cosa combini?>>
Le chiedo curiosa.
<<Sto cercando un nome per lui o lei, vuoi leggerli?>>
Mi sorride; e in quel sorriso si può vedere che è felice che non desidera altro, che è questo che vuole dalla vita.
L'unica cosa che riesco a pensare è guai a chi le toglierà questa felicità, il sorriso luminoso di Carmen dovrebbe essere un dono per tutti.
Prendo in mano il quaderno e inizio a leggere pure i nomi con le X accanto.
Perora quelli che hanno più di due spunte sono 6.
3 maschili;
3 femminili;
Matias, Nicholas e Samuel quelli maschili, invece, quelli femminili sono:
Belen, Inez e Estela.
Sono tutti dei bei nomi, ma dovrà sceglierne uno tra tutti.
Le porgo nuovamente il quaderno.
<<Sono tutti dei bei nomi, mi piacciono tutti... non vorrei essere al tuo posto>>
Le dico scherzando e guadagnando una risatina da parte sua.
<<Sono felice che tutto ciò la stai prendendo con un umore diverso, ti ringrazio... non potevo sopportare la tensione in casa. Sono però curiosa di sapere perché hai cambiato idea?>>
Improvvisamente arrossisco, i ricordi del bacio e della conversazione tornano prepotenti nella mia testa e non mi lasciano più andare, ma non posso negare che un sorriso sincero spunta sulle mie labbra.
<<Diciamo che io e Thiago abbiamo accordato che una vita tra liti e tensione non faceva bene né a noi né a chi viveva con noi, quindi è pace...>>
Confesso un pò confusa.
Prima si diverte a torturarmi mentalmente e poi quel discorso, non capirò mai i maschi.
<<Né sono felice>>

Carmen

Sono davvero felice che Astrid si sia calmata, che abbia sepolto l'ascia da guerra.
Non potevo sopportare il clima di prima in casa, ho bisogno di serenità io.
<<Ecco la mia bella ragazza...>>
Il mio bellissimo ragazzo si avvicina a me palpandomi il sedere con veemenza.
Sorrido.
Mi volto verso di lui baciandolo, le sue mani perlustrano il mio sedere come se non lo avesse mai visto.
Nudo e con vestiti lo ha visto.
<<Ben tornato amore...>>
Gli sussurro sensualmente.
Una sonora pacca su abbatte sul mio didietro facendomi gemere.
<<Mi dai il ben tornato come si deve bambina? Fammi vedere quanto sei brava>>
Mi sussurra ad un centimetro dalla mie labbra.
Il solito pervertito, il mio solito pervertito.
Mi inginocchio ai suoi piedi e inizio a passaggiargli il membro attraverso i vestiti.
Sembra apprezzare visto che inizia a gemere e a stringere i miei capelli in un pugno.
Adoro sentirmi sottomessa a lui, ho sempre avuto questa indole alla sottomissione e quando lui lo ha scoperto non si è contenuto mi ha sottomessa in tutte le posizioni possibili e immaginabili, e voglio che continui a farlo.
Sorrido vedendo i suoi occhi infuocati di desiderio su di me.
Gli abbasso la zip dei jeans portando quest'ultimi ai suoi piedi, per poi far fare la stessa fine ai boxer e dare modo alla sua lunghezza di saltare fuori tolti gli indumenti.
<<Stai facendo la bambina cattiva, non si fa aspettare il tuo ragazzo>>
Ridacchio per il tono carico di desiderio e frustrazione.
Decido di dargli tregua e inizio a dare lunghe leccate alla sua lunghezza per poi inglobarlo con la mia bocca e succhiarlo avidamente.
Lui mi tira i capelli e io suoi gemiti sono ringhi, suoni prelibati per le mie orecchie.
Messa in questa posizione sembro assai più piccola rispetto a lui e questo è estraendo eccitante, lui sembra un gigante visto in piedi figuriamoci inginocchio.
Lo tiro fuori per prendere un pò d'aria e lo massaggio con la mano mentre i miei occhi e i suoi non si lasciano.

Lui esprime il desiderio di possessione e fa vedere quanto mi ama, mentre io esprimo il mio senso di sottomissione e esprimo quanto cazzo lo amo.
<<Ti prego piccola prendilo, sto impazzendo!>>
Lo riaprendo andando sempre più veloce finché poi non mi tiene ferma la testa e viene dentro la mia bocca.
<<Ingoia!>>
Mi ordina.
Ingoio e subito dopo ridacchio.
<<Ricambi il favore?>>
<<Volentieri!>>

Pablo

Cazzo la amo da morire, è tutta la mia vita questa donna farei di tutto per lei.
La guardo dormire tranquilla tra le mie braccia e penso che sono proprio un bastardo fortunato, ho una donna pazzesca e una vita, per quanto pericolosa, altrettanto pazzesca.
Non potevo chiedere di meglio.
Porto la mia mano verso il suo ventre ancora piatto e penso a quanto sarà bello e emozionante vederlo crescere, sarà la cosa più bella di tutta la mia fottutissima vita.
Amo questa donna e amerò lei e nostro figlio o figlia fino alla morte, poco ma sicuro...

El amor es un fuego Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora