Capitolo 12

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Blanca

La serata di ieri è stata spettacolare, penso la più bella di tutta la mia vita e non è che né ho avute molte così e soprattutto con un bellissimo uomo come Ivan Volkov.
Sorrido al ricordo di ieri, ma il buon umore passa a confusione quando vedo mio fratello scendere nervoso le scale e Astrid dietro di lui che lo sta infuocando con lo sguardo.
Che diavolo è successo ieri in mia assenza?
L'aria sembra tesa, anzi, lo è.
Carmen e Pablo non parlano, i genitori di Astrid stanno con lo sguardo basso, soprattutto quando i due si siedono assolutamente uno distante dall'altro.
Che diavolo mi sono persa?
<<Emh... tutto ok?>>
Tutti gli sguardi sono su di me.
Ok, era meglio non parlare... penso di aver solo peggiorato la situazione.
La colazione prosegue in silenzio, finché poi l'unico rumore che si sente è quello della sedia di Astrid che striscia e lei che si alza andando via.
Bene... la situazione è letteralmente degenerata.
Quando Astrid si alza Carmen fa lo stesso gesto, invitandomi a fare lo stesso.
Mi alzo e seguiamo Astrid.
<<Astrid...>>
Urla Carmen.
Lei si ferma e, i suoi occhi sono pieni di lacrime e rossi; esprimono sofferenza.
<<Cosa volete?>>
Ci chiede con voce tremante.
Se tutto ciò questo l'ha fatto mio fratello, lo ammazzo... fratello o non.
Mi avvicino a lei e le poggio una mano sulla spalla e la guardo con dolcezza.
<<Cos'è successo?>>
Le chiedo con voce calma e pacata.
<<Tuo fratello mi sta obbligando a sposarlo, mio padre ha accettato... sono obbligata a vivere qui con un uomo che non amo>>
Non pensavo Thiago arrivasse fino a sto punto, pensavo di tutto ma non ciò.
<<Vieni andiamo in camera, né parleremo meglio...>>
<<Lei viene con me, ha delle cose da fare>>
Ci voltiamo verso mio fratello che ha un sorriso da vero figlio di puttana.
Con tutto il rispetto per mia madre, buon anima e pace l'anima sua.
Fulmino mio fratello che ovviamente fa finta di non capire, come sempre quando le cose le vuole dalla sua parte.
Mi volto verso Astrid che ha uno sguardo da guerriera ferita, ma non ancora morta.
Questa è la ragazza che devi essere, non permettere a nessuno di metterti i piedi in testa.
Con assoluto silenzio si incammina verso mio fratello e con un gesto della mano gli fa segno di farle strada.
Quei due in fondo se trovano un punti d'incontro non sono neanche male.

Astrid

Seguo Thiago che cammina in silenzio, mi fa incazzare che mi dia ordini.
Come li da me, li da a tutti quanti.
Si ferma davanti una porta nera in pelle con la maniglia dorata.
Però... viziatino eh.
Apre la porta e si sposta per farmi pazzare.
<<Dopo di te... principessina>>
Lo guardo male ed entro nella stanza; pensavo di aver già visto il suo studio, ma questo è diverso.
Lo guardo meglio ed è una stanza nera e d'oro, con un divano in pelle e i piedi di questo sempre neri.
Ripeto, si vizia eh.
<<Cosa vuoi?>>
Gli chiedo brusca e anche un pò con la voglia di sbrigarmi
Lui fa il giro della scrivania e si siede guardandomi con uno stuzzicadenti, che prima non avevo visto, in bocca.
Mannaggia devo ammetterlo che è bellissimo, ha una faccia da schiaffi e vorrei ammazzarlo, ma è un cazzo dio Dio Greco!
La stanza,dopo la mia domanda, è calata nel silenzio ci sono solo sguardi lunghi e corti.
Sospiro nell'attesa che inizi a parlare.
<<Dobbiamo concordare alcuni dettagli per il matrimonio>>
Si può volere così tanto uccidere qualcuno? Perché io in questo momento vorrei ucciderlo, non riesco a vedere la sua faccia da schiaffi.
<<Non mi importa, non è un matrimonio che io ho scelto... perché dovrebbe importarli?>>
Chiedo con strafottenza.
Il suo mezzo sorriso si amplia per poi trasformarsi in un ghigno.
<<Perché ti ostini a torturarti? Ok, non lo hai scelto, ma puoi comunque scegliere ciò che ti piace.>>
Mi dice con un pizzico di noia nella voce.
Certo, tanto per lui l'importante è la sua organizzazione, poi quando esce per "lavorare" non si sa ciò che fa e mi tradirà, mentre se io ci provo come minimo vengo torturata fino alla morte.
Prendo un grosso respiro cercando di calmarmi e non rispondere a vanvera.
<

<Certo, ora provi a fare il gentile!>>
Gli ringhio contro.
A questo punto pure lui sospira quasi disturbato da qualcosa, ma non mi interessa cosa lo disturba.
Che non rompa le palle a me.
<<Pensi che io sia felice? Che io lo abbia voluto?>>
Mi urla contro.
Il boss mafioso adesso fa la vittima? Ma vaffanculo!
Mi alzo bruscamente dalla sedia e quest'ultima cade per terra.
Mi volto uscendo immediatamente da quella cazzo di stanza...

El amor es un fuego Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora