Capitolo 15

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Thiago

La vedo impallidire, ma non molla.
Il suo sguardo si carica di sfida, mi fa quasi tenerezza.
<<Cosa vuoi in cambio?>>
Mi chiede con una piccola nota di incertezza e ansia.
Ridacchio a vedere il suo sguardo carico d'ansia e curiosità mischiato in un unico sguardo.
Sorrido.
<<Un bacio. In cambio mi dovrai dare un bacio, ci stai?>>
Se solo fosse possibile i suoi occhi esco fuori dalle orbite, ha un espressione molto buffa.
<<Va bene>>
Che brava bambina coraggiosa che ho come futura moglie.
Mi avvicino di qualche passo, ma voglio che sia lei a baciarmi.
È incredibile come sono passato dell'odiarla al volerla scopare, e non sto esagerando È proprio così.
La voglio scopare, la voglio dominare e farla sottomettere completamente a me.
Le sue timide labbra si avvicinano alle mie e si scontrano in un piccolo bacio timido.
L'attiro verso di me approfondendo il bacio e portando una mia mano sulle sue natiche.
Mi aspetto che mi spinga via urlando, dicendo che sono solo un pervertito porco e che non la devo toccare, ma ciò non succede, anzi, mi attira sempre più a lei e incita la mia mano che si trova su sul suo sedere a strizzarlo.
Mhh, in questo drago si nasconde una piccola pervertita.
Mi piace.
Il nostro splendido bacio finisce e entrambi abbiamo il fiatone.
Le sue guancie diventano di un rosso fuoco appena si rende conto di ciò che abbiamo fatto; cerca di scappare via ma la trattengo prendendole il polso.
<<Lo puoi tenere>>
Annuisce e scappa via.
Non so cosa sia appena successo, ma voglio che accada ogni singola volta che io e lei siamo insieme.
Lo necessito!
Raggiungo la mia maglietta e la poso sulla mia spalla uscendo dalla mia peserà privata, luogo dove piede c'ho messo solo io e adesso anche una ragazzina pestifera.
Arrivo in camera mia e mi dirigo subito sotto la doccia per lavare via il sudore e la puzza.
Uscito prendo dei jeans e una camicia nera per il lavoro e scendo sotto.
La scena che mi si presenta è davvero dolcissima.
Astrid è per terra insieme al micino che ha salvato e gli parla come se potesse rispondergli; mi sa che ho fatto la scelta giusta.
<<Ehilà, guarda quant'è carina?>>
Cerco di capire con chi stia parlando, ma nella stanza ci sono solo io.
<<Thiago tutto ok?>>
<<Si, apposto. È una vera... palla di pelo>>
È il complimento più carino che mi venga, ma l'ho fatta ridere quindi va bene no?
Quando sento la sua dolce risata qualcosa in me si smuove, uno strano suono che fa bum, bum ed è quello il segnale per andare via.
<<Ci vediamo domani...>>
Le dico con un filo di voce.
Si volta verso di me e mi guarda stranita.
<<Perché domani?>>
<<In chiesa>>
Le rispondo con un sorriso malizioso.
Li la sua risata e il suo sorriso si spengono e torna a dare le attenzioni al micio.
Ok, meglio andare.
Salgo sulla mia bellissima kawasaki z900 è parto verso il mio night Club dove molti affari stanno aspettando le mie attenzioni.
Sospiro.
Arrivo in poco tempo ed entro nel night club.
Le luci sono spente, sembra che non ci sia nessuno ed è strano perché anche se è chiuso le puttane devono sempre esserci.
Faccio un passo avanti e improvvisamente le luci si accendono.
<<Caro Fratello, vogliamo darti il tuo dio al nubilato!>>
Pablo... giuro che non ti uccido perché sei mio fratello e abbiamo lo stesso sangue.
Improvvisamente Juan trascina una ragazza, o meglio puttana con un bikini, al centro proprio di fronte a me.
Non è male, anzi, è una bella donna.
<<Inginocchiati davanti al padrone!>>
Le ordina cupo mio fratello per poi guardare me con un sorriso.
<<Divertiti amico!>>
Stavolta a parlare è Juan.
Prendo dalle braccia la puttana e la guardo fisso.
I suoi occhi sono pieni di lussuria e desiderio, desiderio quasi primordiale ma intenso.
Sorrido. Faccio questo effetto a molte donne e né sono consapevole.

Greta

Gli ematomi sono quasi spariti, non ho più tracce dei graffi ed è meglio così.
Certo la strada per farli svanire è un pò lunga, ma siamo sulla buona strada.
Sono a casa di Juan da molto tempo, e ho scoperto che aprendo una porta ci sono molte altre stanze ma la casa di Juan è piana di tutto.
Osservo meglio il corridoio, ma da esso non sbuca fuori nessuno.
<<C'è qualcuno?>>
Chiedo incerta. Non voglio fare una figuraccia se mi spuntasse davanti a Juan mi sottererei, poco ma sicuro.
Osservo il fondo del corridoio, ma comunque non c'è nessuno.
<<Prigioniera di Diaz, torna dentro non ti conviene scappare>>
Mi volto di scatto verso un uomo alto quasi alto quanto Juan.
Prigioniera? Sul serio? Ha detto a questo tizio che sono la sua prigioniera!
<<Io non sono la prigioniera di nessuno, sei stato informato male!>>
Gli rispondo a tono.
L'uomo mi guarda e ride, una risata che mi fa venire i nervi e una strana voglia di menarlo.
Sbuffo cercando di superarlo per andare via.
Il gigante che oggi ha intenzione di rompermi le palle mi si piazza davanti, tagliandomi la strada.
Ok, perché mi sta venendo l'impulso di uccidere qualcuno?
Provo a superarlo, ma quest'animale, perché questo è, mi sbatte al muro con violenza e dalla tasca prende delle manette e mi lega con quelle.
Non ci posso credere!
<<Liberami!>>
Gli urlo indemoniata.
<<Elvis lasciala stare. Ti ringrazio per il tuo aiuto, ora ci penso io>>
Chi non muore si rivede si diceva! Cazzo, alla buon ora Juan.
Giuro che ti darò così tanto filo da torcere che diventerai pazzo e mi rispedirai dove mi hai trovata.
Il così detto Elvis mi lascia e con un cenno di saluto va via.
Sbuffo, finalmente è andato via.
Mi volto verso Juan che mi guarda con un sorriso divertito.
Quel sorriso te lo stacco!
<<Mi liberi?>>
<<Perché volevi scappare? Non stai bene qui?>>
Adesso il suo tono è pensieroso e con un velo di preoccupazione.
Si preoccupa se io non sto bene qua? Ok, quest'uomo è strano.
Prendo un grosso respiro e mi avvicino a lui.
<<Ti prego... liberami...>>
Stavolta il mio tono è pieno di supplica e rassegnazione.
Ci guardiamo per tempo indefinito negli occhi e, non mi sono mai resa conto di quanto cazzo fossero belli i suoi occhi e di quante cose esprimesse in solo sguardo.
Improvvisamente interrompe il nostro contattato visivo per portarlo sui miei polsi incatenati.
Dalla tasca prende una piccola chiave e mi toglie questo aggeggio infernale.
<<Grazie...>>
Gli dico sinceramente.
<<Non ringraziarmi. Torniamo dentro?>>
Il suo tono è incerto, come se non sapesse cosa fare o dire in questo momento.
Annuisco e insieme torniamo nel suo appartamento.
<<Comunque mi scuso da parte di Elvis, solitamente è meno brusco>>
<<Gli hai detto che sono tua prigioniera... non pensavo di essere una prigioniera...>>
Gli confesso delusa.
So che mi ha salvato solamente per non perdere una delle ballerine del suo club, ma non pensavo a considerarmi prigioniera, preferivo vivere legata ad una sedia allora.
<<Non sei prigioniera, lui ingrandisce tutto. Sei libera di fare ciò che vuoi>>
Quindi sono libera di fare tutto tranne uscire, questo non è poter fare quello che si vuole.
<<Tutto tranne uscire...>>
<<Se ti fossi presentata la sera quando dovevi esibirti sarebbe stato diverso. Perché non ti sei presentata Greta?>>

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