Capitolo 13

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Greta

È da più o meno 5 giorni che vivo a casa di Juan, ha voluto ospitarmi e gliene sono davvero grata, ma nel frattempo sono assolutamente terrorizzata da lui.
Non gli ho mai raccontato cos'è successo, ma io lo ricordo benissimo... lo rivivo ogni notte nei miei incubi.

È da molti giorni che sto cercando di sfuggire a Juan, non mi sono esibita e penso che sarà molto arrabbiato per questo e quando mi vedrà non mi darà tregua.
In questo momento però voglio solo farmi una passeggiata, senza avere la paura che lui mi scopra.
Se vi dico dove sto vivendo vi verrebbe da piangere al posto mio, perché la mia casa è una piccola casetta abbandonata nella quale si trova un letto.
Non sarà granché, ma è comodo e regge.
Mentre ammiro il via vai di persone improvvisamente davanti al mio campo visivo si piazzano tre uomini, tutti con t-shiert bianca, jeans neri e giacca di pelle.
Li osservo aspettando che uno di loro parli, ma non accade quindi... mi sa che tocca a me.
<<Come posso esservi utile signori?>>
Chiedo mostrando un sorriso gentile che prova a mascherare la paura e la confusione.
I tre si guardano e sorridono, un sorriso che non mi piace.
Qualcosa nella mia mente mi fa dire solamente corri, corri e non voltarti.
Lo faccio, inizio a correre come una pazza per allontanarmi e fuggire da quei tizi.
Quando penso di essere abbastanza lontana e mi assicuro che loro non mi seguono mi fermo.
Più grande sbaglio non potevo fare.
Uno dei tre uomini spunta da un vicolo spingendomi per terra con un ghigno sul viso.
<<Vogliamo solo darti una lezione per non aver ballato quella sera! Se stai ferma dura poco>>
Neanche il tempo di capire che si accaniscono sul mio povero corpo con calci e pugni, ma la cosa più disumana è che nessuno li ferma, nessuno mi aiuta. Infondo chi aiuterebbe una barbona?

Il pensiero di quel giorno mi fa male.
I lividi ancora sono evidenti, ma fortunatamente con le pomate e le cure molti già stanno sparendo e non vedo l'ora di tornare normale.
<<Greta ci sei?>>
Mi volto verso Juan che mi guarda con un velo di preoccupazione sul viso e nel frattempo un pop corn tra le labbra.
Non riesco a non sorridere alla scena.
<<Si grazie, sto bene...>>
Annuisce e inizia a masticare il pop corn che aveva incastrato sulle labbra.
Vorrei sapere come fa un essere umano a essere così sensuale anche solo con questo gesto, insomma è impossibile. Io sono l'esempio vivente, ogni cosa che faccio sembro una bambina di due anni.
Lui no, lui è perfetto in tutto e per tutto. Pure quando mangia.

Thiago

Quella ragazzina mi sta evitando da 5 giorni dopo quella chiacchierata e, non si sta minimamente interessando al matrimonio, non che mi interessi più di tanto.
Di tutto si stanno occupando sua mamma, Carmen e Blanca nonostante anche lei abbia un matrimonio da organizzare subito dopo il mio.
<<Thiago il tovagliato di che colore?>>
Mi chiede Carmen con dei colori orripilanti.
La mia faccia disgustata le fa capire che non mi piacciono.
<<Ascoltate fate tutto bianco, massimo aggiungete un pò di color oro, o ancora meglio prendete per i capelli Astrid e fategli organizzazione il suo matrimonio!>>
Sbotto esasperato.
Non solo i lavori vanno male, ci voleva pure questa ragazzina che crede che il mondo sia rosa e fiori.
È da mesi che mi rubano carichi, mancano soldi sui conti e nessuno mi sa dire cosa succede, e avere la situazione fuori controllo mi fa imbestialire sul serio.
E come ho già detto quella ragazzina si aggiunge alla massa di problemi.
Appena lascio il salotto vedo una figura non bene definitia correre lungo le scale.
Non ci vuole una laurea a capire che è Astrid.
Dio!
Mi precipito velocemente a raggiungerla prima che varchi la porta della sua stanza.
<<Dove vai fuggitiva?>>
Si ferma sul posto e con lentezza assurda si volta verso di me.
Le sorrido.
<<Cosa vuoi?>>
Sempre gentile e coccolosa eh.
Mi avvicino con cautela a lei, soprattutto tenendo parti sensibili e facilmente colpibili lontano da lei.
Le metto una mano sulla spalla.
<<Ok, non sono tipo da fare questi discorsi ma ci proverò. Io non sopporto te, tu non sopporti me e questo è evidente a miglia di distanza... ma a me serve questo matrimonio, prendilo come un favore da un amico, prova a prenderla con leggerezza. Prometto che anche se non sarà un matrimonio d'amore, non ti mancherà mai nulla>>
Non sono solito ad essere dolce, anzi, sono il completo opposto, ma a me serve lei e non voglio che sia una guerra continua.
Spero di averla convinta con il mio discorso.
Guardo le irridi scure per capire cosa pensa, cosa sta per fare o casa vorrebbe fare.
<<Invece qualcosa mi mancherà... e tu non potrai darmela...>>
Mi risponde rassegnata.
<<Posso darti tutto, il prezzo non è un problema>>
Fa un piccolo sorriso, ma un sorriso triste e amaro.
Poi punta i suoi occhi su di me.
<<L'amore non si può comprare Thiago, quello non potrai darmelo mai>>
Abbassa lo sguardo affranta.
Su questo ha ragione, non posso darle quello.
Mi avvicino ancora un poco a lei, e che non si allontana penso sia un buon segno.
<<Nonostante non ci sarà amore, il rispetto non mancherà mai... sarai rispettata da tutti, compreso da me>>
Lei mi guarda e sorride, stavolta un sorriso un pò meno di tristezza e amarezza.
Ok, è un passo avanti.
<<Va bene, proverò a farlo funzionare...>>
Mi porge la mano come a concludere il patto.
<<Io direi di sigillare il tutto con un bacio!>>
Le sua guancie diventano rosse, rosse e penso che o se ne andrà incazzata o mi dirà che sono scemo, ma invece, si avvicina a me poggiando le sue mani sulle mie spalle e avvicinando le labbra alle mie.
Bene ragazzina, facciamolo.
Annullo completamente la distanza tra di noi e le congiungo in un bacio dolce...

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