Capitolo 10

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Astrid

Ok, tutto questo è uno scherzo.
Thiago Non mi ha veramente detto che ha intenzione di sposarmi per salvare la sua organizzazione, Pablo non era d'accordo, i miei non stanno venendo qua per discutere di ciò!
È tutto finto!
Ma chi voglio prendere in giro, è tutto fottutamente vero!
Faccio avanti e indietro per la mia camera dove poco prima Thiago mi ha rinchiusa, si... mi ha rinchiusa in camera!
Mi siedo sul letto iniziando a mangiarmi le unghie per l'ansia, non è vero... vi prego, non è vero.
Improvvisamente la porta della mia stanza viene aperta da Thiago seguito da mio padre e mia madre.
Appena li vedo mi catapulto tra le loro braccia.
Dio, come mi sono mancati.
Darei un arto pur di tornare in Italia, per essere nella mia vera casa.
<<Amore mio, ci sei mancata molto...>>
Sorrido tra le braccia di mio padre.
Non è solito a mostrare ciò che pensa, o i suoi sentimenti, però ora lo ha fatto e mi fa sorridere questa cosa.
<<Sei ogni giorno più bella>>
Mi elogia mia madre baciandomi la testa.
Mi stacco da loro solo per potergli sorridere.
Solo dopo ricordo che qua c'è pure Thiago, sta guardando tutta la scena in silenzio e con le mani incrociate appoggiato allo stipite della porta.
<<Mi dispiace interrompere, però Giovanni c'è una cosa di cui devo parlarti, vieni un attimo?>>
Non ci posso credere, sta veramente per andare a dire a mio padre quella cosa.
Sono più che sicura che mio padre dica no, almeno... spero che dica no, non sopporterei di rimanere qua in Spagna legata ad un uomo che non amo e soprattutto con un uomo così arrogante come lui!
Guardo male Thiago e stringo a me le braccia di mio padre, cosa che al boss spagnolo non sfugge e in fatti sorride.
<<Papà non andarci...>>
Mio padre mi lancia un occhiata di rimprovero.
<<Certo che ci vado, rimani qui con tua madre. Ok? Fai la brava amore di papà>>
Thiago e mio padre lasciano la stanza e la mia ansia inizia a prendersi possesso di me, non ci voglio credere che sta veramente accadendo.
Mia madre per quanto la ami non è molto di compagnia, visto che si mette a ispezionare la stanza e a sistemare le cose in disordine.
Ah dio mio, la solita maniaca della pulizia.
Lascio che finisca il suo giro di ispezione e mi siedo sul letto nel frattempo.
È molto divertente quando controlla una stanza, le sopracciglia le si curvano quando vede qualcosa di sbagliato o fuori posto e, invece, si alzano felici quando vede tutto sistemato e a posto.
È una donna strana, ma fantastica allo stesso tempo.
<<Allora... perché non volevi che tuo padre parlasse con Thiago?>>
Mi chiede sedendosi accanto a me con un sorriso dolce e comprensivo.
No cazzo, non voglio la compassione o altro da qualcuno; voglio solo essere ascoltata e non presa per i fondelli.
<<Lui mi vuole in sposa... ma sono sicura che papà rifiuterà, né sono certa!>>
Il sorriso di mia madre diventa più incerto, più pieno di compassione e quasi, quasi tristezza.
Oh no, non mi piace quello che leggo nella sua faccia, ma meglio non chiedere, magari è per altro che ha questa espressione.
<<Già... non accetterà>>
Mi prova a tranquillizzare, ma quel tono è pieno di incertezza e dubbi, come se non fosse sicura di ciò che mi sta dicendo.
Provo a sorriderle per smascherare le mie ansie e paure.

Thiago

Giovanni è seduto davanti a me e sorseggia il suo whisky mentre continua ad osservare incuriosito lo studio che prima era di mio padre.
<<Allora ragazzo... cosa mi dovevi dire?>>
Chiede sorridendo come se davanti avesse un bambino.
Ignoro quell'espressione, so che lo ha fatto più in modo paterno che in mancanza di rispetto.
<<Voglio Astrid in sposa>>
Vado dritto al punto, senza girarci intorno o trovare altre parole con cui dirlo.
L'espressione di Giovanni cambia, da serena e calma a confusa e agitata.
Ok, forse dovrei spiegargli ciò che intendevo.
Dal cassetto lo apro e prendo il contratto dove c'è scritto che devo sposarmi prima dei 30 anni o tutto passerà a Pablo, ma siccome so che Pablo lo rifiuterà passere al futuro marito di Blanca... Ivan Volkov, non posso permetterlo.
<<Questo ti spiegarà tutto>>
Gli passo i documenti e lui con mani tremanti inizia a leggerlo.
Le sue espressioni ogni volta che va avanti sono immemorabili, quasi da fotografia per tenerle impresse.
Quasi, quasi mi viene da ridere a vedere la sua reazione.
Quando finisce di leggere tutti i documenti con una faccia cadaverica li posa sulla scrivania.
Prende un profondo respiro.
<<È per questo che vuoi mia figlia? La priverai dell'amore che merita e sogna, di un marito che è disposto ad amarla e rispettarla... ragazzo, mi fido di te... ma non posso accettare>>
Immaginavo, ma io ho il piano B pronto e perfetto.
Gli sorrido falsamente.
<<Ma certo, lo capisco. Giovanni, tu stai avendo problemi economici vero?>>
Se fosse possibile la sua faccia diventa ancora più bianca e la sua espressione ancora più cadaverica, sorrido alla scena.
Batto le mani sulla scrivania e dalla porta entrano Juan e Pablo tenendo due valigette.
Giovanni capisce subito il contenuto delle valigette.
<<Sono 1000.000, non puoi rifiutare... con questi ti metti apposto finché il tuo lavoro non tornerà perfetta>>
Non può rifiutare lo sa, è l'unica soluzione questa e non lo può negare... né a me, ma neanche a sé stesso.
Improvvisamente I suoi occhi diventano lucidi.
Alla faccia del boss mafioso aggressivo.
<<Va bene ragazzo... hai vinto...>>
Sussurra rassegnato.
<<Avrai Astrid>>
Bene, a questo volevo arrivare e ci sono riuscito a pieno.
Mi alzo dalla mia postazione dandogli una lacca sulle spalle e per poi lasciarlo con Pablo e Juan, io ho una ragazzina a cui pensare.
A passi veloce arrivo nella sua stanza dalla quale provengono risate, ancora per poco bambina.
Apro la porta vedendo in camera Carmen, la mamma di Astrid e Astrid che appena mi vede mi guarda con sfida.
Sorrido.
<<Ragazzina... sei ufficialmente mia>>
Non ho interesse ad essere delicato e, lei lo ha capito subito.

Blanca

Il viaggio in macchina non è mai stato così bello, sono davvero estasiata da quello che successo... certo è poco, ma a me va bene ugualmente.
<<Ristorante Sladkaya roza, è un ristorante che serve piatti russi ed è mio piccola bionda...>>
O mio dio, ho visto già altri ristoranti così belli e grandi, ma questo li supera tutti e non solo perché è di Ivan.
Guardo incantata il posto e penso che Ivan ha notato la mia espressione e si mette a ridacchiare.
Gli tiro una piccola manata suo braccio, non lo avessi mai fatto.
Appena sento quella cazzo di parete di muscoli mi viene quasi da svenire.
Fortunatamente mi distraggo quando entriamo nel ristorante, dove subito un cameriere ci  accoglie.
<<Dobryy vecher, gospodin Volkov, khotite svoy obychnyy stolik na terrase?>> *Buona sera signor Volkov, drsiderate il vostro solito tavolo sul terrazzo?*
Ivan non gli risponde, ma annuisce e basta.
Non avrei mai pensato che mio fratello avrebbe permesso di costruire un ristorante russo nella sua città, mi ha stupito questa cosa.
Arriviamo sul terrazzo dove c'è un unico tavolo apparecchiato al lume di candela, solo per due.
Sorrido.
<<È bellissimo...>>
Guardo il tutto incantata, è veramente tutto stupendo.
<<Godiamoci tutto questo, io e te...>>

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