Capitolo 5

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Ivan

Sono due anni che non la sento, che non ho più sue notizie e questa cosa mi sta distruggendo, per questo dopo tanto ho deciso di mandarle quella foto, voglio che ricordi.
Guardo la chat, lei lo ha solo visualizzato e non risponde.
Ah bambina, cosa ti farò quando ti riavrò con me
Sorrido al solo pensiero.
Ho immaginato per molto tempo di fare tante cose sconce, ma altrettanto piacevoli al suo corpicino e un giorno non molto lontano lo farò.
<<Capo, il jet è pronto per atterrare al suo Spagnolo. Le carte, il lascia passare sono tutti pronti>>
Mi informa il capo della sicurezza.
<<Quindi il potente Thiago Garcia lascerà che chi ha rapito sua sorella metta piede nel suo territorio? Bene, partiamo subito!>>
Mi alzo prendendo la mia giacca in pelle e raggiungendo il mio suv nero.
Appena sono a bordo la macchina sfreccia verso la pista privata dove tengo i miei jet e dove solo io posso decollare o atterrare.
Arriviamo in pochi minuti, bene prepariamoci ad un lungo viaggio.
Il mio jet decolla è io per tutto il viaggio non faccio altro che pensare ai mesi con Blanca.

Prendo per i polsi questa ragazzina pestifera e la lego su una sedia.
Ha provato a scappare più di una volta, ha attaccato tre delle mie guardie e ha osato insultare me!
<<Lasciami!>>
Mi urla in viperita.
Ridacchio, mi piace questo suo carattere ribelle; mi divertirò a domarla.
Quando mi sono assicurato che era legata bene, ma senza che le corde le facciano male prendo una sedia posizionandola davanti a lei.
<<Non ho intenzione di farlo ragazzina, tu starai con me... che ti piaccia o no>>
Gli sussurro con tono divertito e intimidatorio.
Il suo sguardo da sicura, passa ad incerta fino a lasciarsi andare alle lacrime e alla paura.
Sapevo che sarebbe crollata, era solo questione di tempo.
La guardo in silenzio, senza proferire parola, lascio che si sfoghi.
<<P-perche mi f-fai questo, c-cosa ho f-fatto di male? S-se ti ho o-offeso in qualche m-modo ti chiedo scusa... m-ma fammi tornare a casa, a-al sicuro>>

Non le ho mai detto che qualsiasi cosa sarebbe accaduta lei nelle mie mani sarebbe stata sempre al sicuro, sia da me, ma soprattutto dagli altri.

Astrid

Blanca mi ha appena raccontato tutta la storia, dire che sono scioccata è troppo poco... sono alibita, lei è innamorata di lui, ma non può avere nulla perché lui è suo fratello si odiano e il rapimento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
<<Non lo potrò mai vedere capisci? Thiago non mi permettere di avere una relazione con lui, di sposarlo, di vivere in Russia e avere una famiglia con Ivan>>
Mi dispiace molto per lei, vorrebbe solo esprimere il suo amore per quest'uomo nonostante sia sbagliato... ma una cosa che ha di mezzo l'amore può essere sbagliata? O semplicemente è una cosa giusta che adesso spaventa tutti ai giorni di oggi?
Mi avvicino a lei posandole una man9 sulla spalla.
<<Se è destino... accadrà, non temere>>
Mi rivolge un sorriso gentile e di gratitudine.
Dopo questo momento romantico ognuna torna nella proprio stanza a fare altro.
Controllo il mio telefono e l'unica notifica che ho è quella di Snapchat, i miei non mi hanno scritto.
Mi lancio suo letto pensando a tutto ciò che è accaduto in questo periodo, come può la vita di una persona cambiare dall'oggi al domani? Non è possibile, soprattutto... come fanno delle persone a tenerti nascosto un segreto così per 18anni?
C

ontinuo a torturarmi con questo pensiero, senza trovare mai una risposta e questa cosa mi fa uscire pazza.
Improvvisamente la porta della mia stanza viene spalancata, indovinate da chi... da quel maleducato di Thiago Garcia.
Lo conosco da pochi giorni, ma già lo odio.
<<Scusami... dovresti bussare, non si entra così>>
Gli dico inviperita; io amo la mia privacy e esigo che venga rispettata, che sia a casa mia o non.
Lui non sembra affatto disturbato anzi sbuffa, che mafioso arrogante.
<<Ti stavo chiamando da fuori vipera, sai questa è una casa mafiosa non un albergo, quindi... posso entrare quando voglio, piuttosto a mio dispiacere stasera c'è una festa importante, alle 20 devi essere pronta, e a quanto pare, prima di dire no, devi partecipare che ti piaccia o no!>>
Che... grandissimo... maleducato, vorrei così tanto tirargli un cazzotto, ma probabilmente mi farei più male io che lui.
Continua a fissarmi per altri interminabili secondi per poi girare i tacchi e chiudere la porta.
Sono solamente le 16 di pomeriggio, potrei iniziare a prepararmi direttamente alle 17 e prendermela con calma, sarebbe divertente farlo arrivare in ritardo, ma poi la maleducata sarei io e non voglio.
Sbuffo e mi butto nuovamente coricata.

Greta

Improvvisamente non molto lontano da me noto un club, forse è la mia unica occasione per trovare un lavoro, mettere da parte un bel pò di soldi e tornare finalmente in Italia.
Mi chiamo Greta Esposito, sono Italiana da parte di padre e spagnola da parte di madre, la mia vita non è tutta rosa e fiori... anzi, è tutta nera e erbacce. Quando avevo solo 9 anni i miei si separarono, mia mamma mi ha riportato con le in Spagna e i primi 4 mesi sono stati favolosi, nonostante sentissi la mancanza di mio padre, ma poi dopo quei 4 mesi si è rivelato un incubo.
Mia madre si trovò un compagno, quest'ultimo aveva due figlie gemelle... indovinate un pò, mia mamma ha iniziato a trascinarmi solo per pensare alle due figlie del suo compagno solo per non farselo scappare e io sono finita dimenticata.
Un giorno a 15 anni ho litigato con una delle Gemelle, Teodora la più antipatica tra le due.
Voleva a tutti i costi una maglia che mi aveva regalato mio padre e io non volevo dargliela, lei mi ha messo le mani addosso, ma ovviamente la colpa è ricaduta solo su di me e mia madre da allora mi ha buttata fuori, è da tre anni che vivo rubando o trovando avanzi o facendole l'elemosina, ma adesso basta voglio tornare da mio padre e finalmente avere una vita dignitosa.
Mi avvicino al club e una scritta mi fa sia gioire, ma anche intimorire.
Impratica c'è scritto senza problemi "Buscamos stripper", in poche parole cercano una spogliarellista.
È l'unica occasione che mi capiterà di trovare un posto che cerca personale.
Senza paura entro nel club, il posto è davvero enorme una persona ci si può pure perdere, e immerso nella luce che entra dalle finestre, ma non c'è nessuno.
<<C'è qualcuno?>>
Chiedo talmente tanto piano che se non fossi sicura che le mie labbra si sono mosse non lo avrei sentito.
Prendo un profondo respiro e chiedo in tono più alto.
<<C'è qualcuno?>>
Ok, adesso decisamente troppo alto.
<<Ti ho sentito alla prima ragazzina...>>
Mi volto di scatto verso un punto buio del posto, da lì è venuta quella voce.
Indoetreggio, perché mi sto pentendo ogni secondo di più di essere entrata qui dentro?

El amor es un fuego Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora