Capitolo 8

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Thiago

Non so se ho fatto bene o male a parlarne con Pablo, adesso l'unica soluzione che ho è quella di sposare Astrid, ma io quella ragazzina insolente non la sposo.
È già tanto che ho accettato che per un periodo di tempo vivesse qui.
Ma d'altra parte Pablo ha ragione, Giovanni Bianchi non esiterebbe un secondo a cedermi Astrid, questa cosa è ottima, ma so che Astrid mi darà del filo da torcere.
Getto la sigaretta nel posacenere e mi accascio sulla sedia, cosa devo fare santo dio?
Non posso non dare retta ad un contratto di sangue, sputarei sull'onore di mio padre così e, non è giusto.
Devo per forza accettare le nozze tra Blanca e Ivane poi trovare una soluzione per me, in caso estremo Astrid sarà una delle scelte, ma prima di allora no.
<<Tutto apposto?>>
Mi giro verso Juan che mi sta osservando un pò tra il preoccupato e l'incuriosito.
Cerco di calmarmi prima di rispondergli.
<<Pablo ti avrà detto tutto, immagino>>
Con sguardo colpevole annuisce.
Pablo e Juan sono molto amici, quindi uno aggiorna l'altro e viceversa.
Mi porto una mano alla fronte cercando di fermare la forte emicrania.
Sospiro pesantemente.
Vi prego ditemi che è tutto un sogno, che ora mi sveglierò e tutto ciò non è accaduto.
Ma chi voglio prendere in giro, questa è la realtà e io non mi nascondo come un codardo, però devo ammettere che una dormita male non mi farebbe.
<<Lascia stare Juan, parliamone domani mattina... ora andiamo a letto>>
Juan anche se non molto convinto si congeda per andare nella parte della casa riservato alle guardie, dove hanno le loro stanze, bagni e cucina.
Questa situazione dovrà aspettare fino a domani mattina, solo allora cercherò una soluzione, da riposato.
Quando attraverso il corridoio delle camere della camera che ora ha Astrid sento delle voci, più che voci... gemiti.
Hai capito la santarellina.
Improvvisamente apro la porta e la scena che mi si presenta è paradisiaca.
Lei è totalmente nuda con due dita che stimolano il clitoride mentre con l'altra mano si massaggia i seni.
Non si è ancora accorta di me.
<<Vuoi un aiuto?>>
Appena sente la mia voce smette immediatamente di fare ciò che stava facendo.
Sorrido innocente, come se stare lì dentro con lei in quelle condizioni fosse la cosa più normale di tutte.
<<Esci immediatamente!>>
Mi dice a denti stretti pur di non urlare e svegliare gli altri.
Da bravi bastardo quale sono mi avvicino e mi siedo sul suo letto.
Lei cerca di allontanarsi.
Ghigno per la situazione che si sta creando.
<<Potrei darti molto di più di quello che stavi facendo ragazzina...>>
Le sussurro a pochi centimetri dalla sua faccia.
<<Avanti... ti ritieni così bravo? Secondo me hai il pistolino piccolo, piccolo>>
Mima il gesto di piccolo con le dita.
Ridacchio.
Con la forza prendo la sua mano e l'appoggio sul mio pacco facendole sentire che non ho un "pistolino piccolo, piccolo".
Astrid appena realizza ciò arrossisce e cerca di spostare la mano in vano, non la lascio sfuggire... mi ha provocato.
Sorrido alle sue guanciotte arrossate.
La lascio libera dopo qualche secondo.
<<Più avanti ragazzina, più avanti mi prenderò ciò che desidero da te...>>
Mi alzo dal letto ed esco dalla porta, ma prima le lancio una occhiata maliziosa per vedere le sue guance diventare ancora più rosse.
Sorrido e lascio definitivamente la stanza.
Quando mi richiudo la porta alle spalle girandomi mi ritrovo mia sorella Blanca che mi guarda con uno sguardo strano, quasi curioso ma anche severo.
Guardo la porta alle mie spalle e poi lei.
<<Che c'è non potevo fare visita alla mia ospite?>>
<<Certo, certo... buonanotte Thiago>>
Dice per poi proseguire il suo cammino verso la sua stanza.

Astrid

Ormai ho preso il vizio di alzarmi presto, infatti alle 7:30 sono già sveglia e attiva per prepararmi e scendere sotto per la colazione.
I ricordi di ieri non mi hanno dato tregua, lui che entra e che ha visto tutto e poi la scena dopo... sono confusa, prima mi evita come la peste e poi fa così... non capirò mai la razza maschile.
Sistemo i miei capelli in una crocchia disordinata e sono pronta a scendere.
<<Buongiorno...>>
Mi volto verso la voce di Carmen, e quest'ultima mi sta sorridendo un sorriso davvero tanto felice.
<<Splendore questo sorriso di prima mattina?>>
Le chiedo ironicamente per capire se è così a caso o per qualche motivo particolare.
Lei cerca di trattenere un altro sorriso e dalla tasca esce un oggetto, un oggetto molto simile ad un test di gravidanza... oddio, ma è un test di gravidanza.
La guardo incredula.
<<Sei incinta?>>
Cerco di calmare la vice che esce quasi urlando.
<<Non lo so, non l'ho ancora visto... non riesco, quindi ti andrebbe di guardarlo tu per prima?>>
Mi chiede incerta, pensando che forse le dica di no.
Sorrido prendendole con delicatezza il test dalle mani.
Cavoli, sono agitata pure io... come se il test di gravidanza fosse mio, ma non lo è.
Mi prendo qualche secondo per vedere la sua faccia in ansia e super curiosa, ma anche un pò speranzosa che magari esca positivo.
Decido di smetterla di torturarla e girare verso l'alto il test dove mi dirà se Carmen è incinta.
Guardo allungo per poi capire che le due linee confermano che lei sia incinta di +3 settimane.
Mi porto le mani alla bocca emozionata.
La conosco da poco, ma comunque come Blanca è diventata importate per me.
<<Cosa c'è?>>
Chiede in ansia.
Sorrido divertita e emozionata e le giro verso di lei il test.
La sua reazione è immemorabile, sembra che stia per scoppiare di felicità e che le lacrime per la gioia non si possano fermare.
<<Auguri amica mia!>>
Essendo che lei è ancora in stato di trans la risveglio catapultandomi tra le sue braccia e stringendola a me.
<<Che cosa succede qua?>>
O mio dio, ma è sempre in mezzo lui? Non dovrebbe essere già sotto per la colazione? Anzi sarebbe dovuto salire infuriato a dirci di sbrigarci.
<<Oh, niente Thiago... stavamo scendendo>>
Mi prende per mano e corriamo verso la sala pranzo dove già seduti ci sono Blanca e Pablo che chiacchierano animatamente.
Con una piccola gomitata al braccio faccio segno a Carmen che è giusto che lei condivida questa bellissima notizia con loro, la sua famiglia possiamo dire.
Tutti portano l'attenzione su di lei capendo che c'è qualcosa che deve dire.
<<Ok... non è tanto semplice, sono molto in ansia.... oddio va bene, sono incinta!>>
Grida euforica.
Io che mi ero già seduta al mio posto guardo lei che è super felice, per poi girarmi verso i fratelli Garcia e vedere le loro reazioni.
<<Diventerò zia!>>
Urla entusiasta Blanca, abbracciando immediatamente sua cognata.
Sorrido quando sulla faccia di Pablo leggo felicità pura, ok vuol dire che la presa bene, non avrei sopportato di vedere Carmen diventare triste in un momento che per lei è davvero tanto felice.
Sono ancora più felice quando lui si alza e la bacia, per poi prenderla in braccio e farla girare.

Greta

Ok, quello che è successo al primo colloquio, se così lo possiamo chiamare, è stato abbastanza traumatizzate e spaventoso, ma non posso rinunciare a questo lavoro; è importante per me e per tornare a casa mia, la mia vera casa.
Ogni giorno prima della serata in cui dovrò esibirmi vengo qua a provare, finché sono sola è tutto fantastico il problema è se penso che stasera ci saranno un sacco di uomini pervertiti a fissarmi.
<<Ti sei affezionata a questo club? Di già?>>
Oh no, la voce che non sento da quel giorno mi fa fermare immediatamente e tremare.
Cazzo, sono completamente nuda.
Solitamente la mattina non viene mai nessuno, quindi provo letteralmente anche spogliandomi, ma questa mattina lui ha deciso di venire al club.
<<S-Signor J-Juan... mi s-scusi, s-stavo solo provando...>>
Cerco di formare una frase di senso compiuto nonostante il tremolio della mia voce.
Non oso togliere le mani a coprirmi il seno, mentre purtroppo due parti sono molto visibili.
<<Togli quelle mani>>
Cazzo, e ora che facci? Se disubidisco ha già detto che mi licenzia, non posso disubidire.
Con tutto il corpo che trema tolgo le mani dai miei seni, stando completamente nuda davanti a lui che mi guarda malizioso.
<<Signor Juan... posso vestirmi?>>
Ti prego, fa che dica si.
<<Non chiamarmi signore, non ho 50 anni... si rivestiti ragazzina>>
Dice sbrigativo per poi scomparire da una porta che non avevo ancora notato.
Più veloce della luce prendo i miei vestiti e li rimetto per poi scomparire da quel cazzo di club.

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