Capitolo 14

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Thiago

Rovescio tutto ciò che c'è sulla scrivania, ribaltone pure quella ma non mi fermo, sono una furia, una tempesta che sta per scoppiare e creare il caos.
Fottuti incapaci, fottuti bastardi.
È l'ennesimo carico che sparisce nel nulla, senza tracce, come se si volatilizzasse.
Ma insomma, come può una nave piena di container, e alcuni contendono ciò che mi fa fare soldi, sparire nel nulla senza lasciare tracce? Pure se affonda si viene a sapere, quindi c'è una talpa in mezzo a noi e un bastardo molto intelligente la fuori.
Una volta pensavo fosse Ivan Volkov che faceva questi scherzi, che rubava i miei container ma quando sono venuto a sapere che pure a lui sparivano le navi mi è venuto il dubbio.
Chi può essere? Chi può essere così stupida da rubare a me, Thiago Garcia boss della mafia Spagnola, e a Ivan volkov boss della mafia Russa? Chiunque sia è molto intelligente, molto furbo e conosce le mie mosse.
Sembra sapere tutto di me, dettaglio per dettaglio.
<<Allora? Non si sa ancora nulla?>>
Mi chiede Pablo pensieroso.
Pure lui è preoccupato, non ci hanno mai rubato così tanti chili di droga in così poco tempo.
<<No, non si sa assolutamente nulla! Sembra che chiunque sia scompaia nel buio!>>
Sbraito ormai sena pazienza.
Mi siedo sulla poltrona cercando di calmare i nervi che sembrano voler esplodere del tutto da un momento all'altro.
Porto due dita alle tempie massaggiandole con delicatezza, provando ad alleviare la forte emicrania che mi sta invadendo.
<<Ascolta Thiago, la situazione è brutta lo so... ma perora devi pensare al matrimonio, si terrà proprio domani e devi assicurarti che tutto vado per il meglio! Penseremo dopo a questo casino>>
Mi prova a consolare mio fratello.
Sospiro.
Ha ragione, domani c'è il matrimonio e potrebbe accadere qualunque cosa pur di fare fuori me e Astrid in modo che non possiamo procreare e continuare la dinastia Garcia, anche se poi subentrerebbe Pablo e se non lui prenderebbe tutto Ivan.
Devo organizzare la sicurezza sia alla chiesa che al locale, deve essere tutto perfetto.
Non posso permettere sbagli.
<<Hai ragione, ti tengo aggiornato>>
Annuisce per poi uscire dalla stanza.
Prendo un profondo respiro e decido di chiamare una delle cameriere per risolvere tutto questo caos.
Prendo la mia giacca in pelle e le chiavi della moto pronto a tornare a casa e parlare con Juan per l'organizzazione della festa e della sicurezza.
Arrivo in poco tempo e la scena che mi si presenta mi sembra molto surreale.
Astrid è in giardino che innaffia dei fiori mentre dei gattini le stanno intorno e si strisciano su di lei che ridacchia.
Bhe, infondo non è poi così male, escludendo il carattere un pò ribelle che ha è una bella ragazza, forse anche con tutto il suo carattere di ribelle.
Mi avvicino a cautela.
<<Buongiorno>>
Si volta verso di me e mi sembra surreale vedere un sorriso sincero sulle sue labbra.
Che magia le hanno fatto? Cosa ha mangiato stamattina? Non lo so, però mi informerò con la cuoca e le farò fare quel cibo tutti i giorni.
<<Buongiorno a te. Sai dovresti prenderti più cura di questi fiorellini... hanno bisogno di attenzioni>>
Mi sta veramente dicendo che io dovrei prendermi cura dei fiori? Io che non pensavo di avere dei fiori in giardino dovrei prendermene cura?
Sorrido sinceramente.
<<Perché lo dovrei fare se a te sembra piacere farlo?>>
Il suo sorriso si amplifica.
Ok, abbiamo trovato un argomento che non ci farà litigare, almeno spero.
Adoro le discussioni, adoro il caos, adoro il dramma e tutto, ma averlo per ogni giorno in casa e per di più per il resto della mia vita è una cosa insopportabile.

Astrid

Dopo una bella chiacchierata fatta a base di fiori e cure Thiago mi lascia al mio lavoro in giardino.
Ho sempre amato i fiori, gli animali e tutto quanto abbia a che fare con la natura è mi piace prendermene cura.
Appena finisco un sorriso spontaneo mi spunta sulle labbra, ora sembrano molto più vivi.
Improvvisamente in lontananza nel giardino sento un miagolio, un miagolio davvero molto piccolo e lieve.
Mi avvicino verso il suo e spostando di poco un cespuglio ciò che vedo mi fa piangere il cuore.
Un micio piccolo, piccolo è sdraiato su se stesso ferito e mal nutrito.
Mi inginocchio prendendolo in braccio.
<<Ehilà piccolo, come ti sei ridotto così? Vabbe, non ti preoccupare ora ti porto in casa e ci sarà qualcuno pronto a darti una mano>>
Con il gattino tra le mie braccia entro in casa cercando Juliet, una cameriera che oltre a essere ciò è pure veterinaria e potrebbe darmi una grossa mano.
La cerco da tutte le parti per poi scoprire che è in cucina con altre cameriere.
<<Juliet scusami se ti disturbo, ho trovato questo piccolino e ha proprio bisogno di cure>>
Quando le cameriera mi vedono entrare si alzano subito facendo un piccolo inchino.
Non sono abituata ancora a tutto ciò, è strano per me.
Arriviamo alla piccola infermeria della casa e poso il gattino sul lettino.
<<È conciato male, ma non ti preoccupare lo aiuteremo... anzi, la aiuteremo. È femminuccia. Hai pensato ad un nome?>>
Chiede con un sorriso dolce che ti contagia.
Un nome? No, non ci avevo pensato, ma è il momento di farlo.
Penso a tutti i nomi possibili, ma alla fine solo uno me ne viene in mente.
Kiki.
<<La chiamerò Kiki, ma non so se Thiago mi farà tenere questo gattino>>
Lei ridacchia.
Si lo so, la casa è grande e un piccolo gattino non penso darà fastidio a qualcuno, ma è comunque la casa di Thiago devo chiedergli se posso tenerlo.
Lascio Kiki nelle mani esperte di Juliet e vado alla ricerca di Thiago.
Diventeremo marito e moglie proprio domani, se non c'è comunicazione andrà tutto arotoli.
Cerco dappertutto, pure nel suo studio ma non c'è.
Vado da Juan a chiedergli dov'è il suo capo.
<<Emh... sai dov'è Thiago?>>
I suoi occhi fanno ansia, quasi mi sono pentita di avergli rivolto la parola.
<<Nella Palestra al piano di sotto la terza porta a sinistra>>
Lo ringrazio raggiungendo la palestra.
Arrivo al piano di sotto, la prima volta che vedo questo piano.
Ci sono tante porte, ma quella che mi fa tremare è una nera chiusa con tanto di lucchetto.
Arrivo alla porta della palestra e la apro.
O...dio... mio è enorme questo posto.
Osservo il tutto con occhi sognati, sono così presa da ciò che non mi sono neanche resa conto che c'era Thiago dietro di me.
Quando le sue braccia mi avvolgono i fianchi urlo per la paura e mi dimeno.
<<Sono io ragazzina, sono io!>>
O mio dio, è un cazzo di pazzo non può arrivare alle spalle delle persone così senza avvisare, io ci muoio.
<<Oddio mi sono spaventata...>>
Riprendo il respiro che mi sembra si fosse fermato.
<<Volevo chiederti una cosa>>
Confesso con voce colpevole.
Non lo vedo, ma sento che sorride.
<<Dimmi tutto piccolina>>
Oddio potrei svenire ora.
<<Ho t-trovato un gattino, è davvero piccolo e ferito e io...>>
Non riesco a continuare.
Improvvisamente le sue mani mi fanno girare e siamo faccia a faccia.
Ok, ora sarà ancora più difficile continuare la frase.
<<Voreesti tenerlo?>>
Completa lui per me.
Sospiro arrendevole.
<<Si... ti prego>>
Sorride e mi accarezza una guancia.
<<Voglio qualcosa in cambio...>>

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