Capitolo 11

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Carmen

Appena Astrid ha sentito quella frase è andata su tutte le furie, era incontrollabile.
Non poteva andare solo che peggio, lei si è chiusa in camera da sola e io sono qua fuori ad aspettare che esca.
<<Avanti Strid, esci da quella stanza... o almeno fammi entrare>>
La supplico da dietro la porta.
Se una persona sta male io non posso fare finta di niente, è più forte di me.
Da dentro non sento nessuno, non mi risponde.
Sospiro.
<<Ti prego Astrid, non vedere solo il lato negativo... >>
Improvvisamente sento dei passi nella stanza che si avvicinano alla porta.
Dai, apri per favore.
<<Non vedere solo il lato negativo? E che lato positivo c'è?>>
Effettivamente, non c'è molto positivo nello sposare qualcuno che non ami e soprattutto che non sopporti.
Sospiro.
<<Almeno deprimiti con un amica accanto...>>
La continuo a supplicare.
Passano quasi 5 minuti, ma finalmente sento il rumore della serratura che scatta.
Finalmente, menomale che h deciso di aprire.
La sua immagina mi viene puntata davanti, con gli occhi tristi e la paura in essi.
Poverina, lei non ha mai voluto tutto questo lo so.
Mi catapulto abbracciandola e inizialmente non ricambia, poi mi getta pure lei le braccia al collo iniziando piano, piano a piangere.
Le accarezzo i capelli mentre lei si stringe a me.
Passano alcuni minuti, ma poi con tutti gli occhi rossi e lucidi e il segno delle lacrime sulle guance, si stacca.
<<Grazie Carmen...>>
Sorrido.
<<Dai, a letto è tardi e hai bisogno di riposo... starò con te finché non dormi>>
<<Come con i bambini>>
Ridacchia e io sono grata di quel piccolo suono, ma anche se piccolo c'è stato.
Si sdraia nel letto e io mi metto accanto a lei finché non cede nelle braccia di morfeo e, io posso tornare in camera da Pablo.

Astrid

Mi sveglio di soprassalto per colpa di uno stra maledetto incubo, li faccio molto spesso e purtroppo non riesco a sconfiggerli.
Sospiro, sono un caso perso.
<<Incubo?>>
Salto in aria.
Mi volto e alle mie spalle c'è proprio lui, l'ultima persona che mi aspettavo di vedere, Thiago.
Mi alzo di scatto con il fumo che quasi, quasi mi esce dalle orecchie.
<<Vattene!>>
Sogghigna prendendomi in giro.
Brutto bastardo, prendi pure in giro non mi importa ti renderò la vita un inferno.
<<Nha, non voglio andarmene... poi mogliettina dovremmo dormire insieme, non fare la verginella>>
Mi alzo e cerco di spintonarlo, ma come immaginato non si è mosso neanche di qualche centimetro.
Questa cosa lo fa ridacchiare solo di più.
Che grande bastardo.
Ok, non ho speranze che se ne vada per sua volontà... devo per forza rassegnarmi e aspettare che se ne vada lui.
Devo essere più furba.
Lo guardo un ultima volta e prendo dri vestiti che la sera prima avevo sistemato sulla poltrona.
Li prendo e mi dirigo in bagno.
<<Ti arrendi così guerriera?>>
Mi sfotte.
Calmati Astrid, non dargli retta.
Attraverso la porta del bagno, ma mentre la chiudo qualcuno la vera con il piede.
Mi volto di scatto.
<<Cosa vuoi ancora!?>>
Sbotto senza pazienza.
Sul suo volto c'è ancora quel cazzo di ghigno; lo vorrei staccare a morsi... grande stronzo!
Dalla disperazione faccio cadere i vestiti per terra, gli tiro degli schiaffi sul petto.
<<Cosa vuoi da me? Mi hai già messo in mezzo a una cosa che non volevo, mi hai rovinato la possibilità di un futuro, dell'amore e della felicità...>>
Ormai le lacrime scendo veloci e solcano le mie guancie.
Non le riesco a trattenere, è impossibile farlo... non voglio farlo.
Lui mi guarda impassibile, senza emozioni quasi.
È un mostro... solo questo, un mostro!

Juan

Alla fine quel giorno Greta non si è esibita, cosa che mi ha fatto incazzare più di tutto quanto un tutta la mia vita, adesso la voglio trovare e fargliela pagare!
La sto cercando da qualche giorno, non l'ho trovata da nessuna parte.
Chiedo in giro, molti mi dicono una casa e altri che non la conoscono, ma quanto è vero che mi chiamo Juan ragazzina io ti troverò e, ti farò pagare il fatto di avermi fatto fare una figura di merda.
Improvvisamente vedo un gruppo di persone in cerchio, cosa c'è di così interessante?
Mi avvicino spostando bruscamente le persone di mezzo; arrivo a ciò che stanno accerchiando.
Una ragazza con il volto sfregiato e pieno di lividi viola e quasi blu, il corpo malconcio e i vestiti strappati e la ragazzina respira a fatica.
Solo dopo una lunga osservata mi rendo conto che è Greta.
Oddio...
Mi inginocchio davanti a lei toccandola delicatamente.
<<Ei ragazzina, guardami... guardami, su apri gli occhi>>
Aspetto un segno dalla ragazzina che arriva dopo qualche minuto.
Ok, è viva.
Apre gli occhi, ma subito si riempiono di terrore.
<<T-ti prego, n-non mi fare d-del male, b-ballerò tutte le volte c-che vorrai>>
Ma che? Cosa diavolo sta dicendo?
Dai suoi occhi escono innumerevoli lacrime, per la paura trema.
O mio dio.
La prendo in braccio senza esitare e la porta velocemente verso la mia auto dove il mio autista mi sta aspettando.
<<All'ospedale più vicino, veloce!>>
La macchina parte correndo, mentre io tengo tra le braccia Greta che ancora non smette di piangere.
Le accarezzo con delicatezza i capelli cercando di calmarla.
<<Tranauilla, verrai curata. Poi avrai occasione di dirmi chi ti ha ridotta così>>
Sto provando a trattenere la rabbia per non soaventarla, ma ridurre una ragazza così è disumano.
Sospiro.
Arriviamo in ospedale e sempre tenendola in braccio salto giù dalla macchina.
Entro correndo nell'ospedale e gridando a chiunque di aiutarmi che Greta sta male, che ha bisogno di aiuto immediato.
Dei medici corrono con una barella dove mi fanno appoggiare il suo corpo magro e ferito.
Immediatamente la portano via mentre io cocciuto mi fermo nella sala d'attesa.
Passa o minuti, i minuti diventano ore e finalmente un medico mi si presenta.
<<È un suo parente o qualcuno di stretto per la ragazza?>>
Mi chiede il medico con gentilezza.
Se dico che sono il "datore" di lavoro non me la faranno mai vedere.
<<Sono il fidanzato, non ha una famiglia sono l'unica persona che ha>>
Lo sguardo del dottore si addolcisce e mi sorride dolcemente.
<<La sua ragazza sta bene, l'unica cosa sono le ferite esterne... ma non è nulla di grave, spariranno entro poche settimane 3 o 4 settimane massimo>>
Annuisco, ma mentalmente sto cercando di capire chi le abbia fatto tutto ciò.
<<Posso vederla?>>
Non penso di essermi mai interessato per qualcuno così come per Greta, ragazzina pestifera.
<<Certamente, è stata 135>>
Senza perdere tempo corro verso il piano dove hanno posizionato Greta.
Voglio sapere per filo e per segno cosa è successo, cosa le hanno fatto e soprattutto perché le hanno fatto ciò, appena lo scoprirò neanche dio li salverà dalle mie grinfie...

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