Capitolo 6

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Erano giunti sulle sfonde del fiume Nilo da almeno un anno, ma lei continuava a sentirsi comunque una straniera in una terra che non era la sua. E poi suo marito, il suo Faraone, era tremendamente cambiato dal momento che erano tornati in Egitto. Avaris prosperava sì, ma doveva ricordarsi che era anche grazie al matrimonio che Ghamal gli aveva fatto contrarre con lei, il fiore dell'Asia settentrionale, di sangue reale e aveva portato in dote un cospicuo numero di uomini in un esercito ben dotato.

Incapaci di sostenere una battaglia. Continuava a ripeterle Haytham. Fortuna che poteva trovare conforto nella sua schiava, diventata col tempo una amica preziosa e nel sacerdote di Anubi, Imothep.

Ed era proprio da lui nel tempio che si stava digirendo. Con i suoi abiti asiatici sembrava una nota stonata in mezzo a tante toghe, petti nudi e muscolosi e veli di odalische. Ma proprio non ce la faceva, la regina, a vestire come un' egiziana.

Leimi avanzò nel tempio tra i fumi d'incenso, sembrando quasi un'apparizione. Il sacerdote alzò lo sguardo sulla regina, chinando all'istante il capo. Era raro che facesse visita al tempio di Anubi, visto che la sua religione comprendeva l'adorazione di altre divinità. Seguita dalle ancelle e dalle guardie, Imothep osò avvicinarsi sempre con il dovuto rispetto. "Mia regina, quale onore averla qui." La salutò, facendo tintinnare le gemme incastonate nella catena che decorava il suo viso, circondando i suoi grandi occhi scuri.

"Dovresti sapere del perché mi sono scomodata tanto, Imothep." E a quella frase, il sacerdote lanciò un'occhiata alle persone del seguito della regina. Quest'ultima, diede disposizioni sottovoce alla sua ancella di lasciarla sola con il sacerdote, mettendole scusa che voleva un posto silenzioso per pregare.

Le guardie acconsentirono, rimanendo però fuori dalle mura del tempio.

Rimasi soli, Leimi non poté trattenersi. "Allora? E' pronto?" Chiese, ansiosa, facendo brillare i suoi piccoli occhi a mandorla, anch'essi scuri, ma in un perfetto contrasto con la pelle che sembrava di porcellana.

Imothep annuì, sogghignando, e afferrando da sotto l'altare del tempio un'ampolla grande come una caraffa ma con solo metà liquido ambrato al suo interno. "Dovete assumerla dieci minuti prima del vostro incontro di stasera con il faraone." Le spiegò brevemente. I sintomi del funzionamento, la regina, li sapeva già. Afferrò con felicità in volto l'ampolla e guardò il sacerdote. "Grazie, Imothep. Non ho dubbi sulla vostra abilità d'alchimista." Disse, sinceramente grata all'uomo per averle dato una speranza in più.

Da quando aveva sposato Haytham aveva provato in ogni modo a restare gravida, anche soddisfare gusti particolari in campo sessuale, voluti esplicitamente da suo marito. Eppure, niente sembrava funzionare. E la chiacchiera di una sua possibile sterilità si stava divulgando in maniera frettolosa, quasi come la peste, in tutta la città.

E una regina sterile non poteva di certo ricoprire un ruolo così importante.

Si morse un labbro inferiore, tornando a rivolgersi al sacerdote. "Piuttosto, ditemi.. questo spettacolo che avete in mente per mio marito.. di cosa si tratta?"

Imothep sviò lo sguardo dalla sovrana, trovando le parole giuste. "Mia regina, perdonatemi, ma non penso siano cose adatte a donne del vostro rango."

Leimi ridusse le labbra a due linee sottilissime, contrariata da quella risposta. "Beh, sarò presente anche io alla cena e sono curiosa." Disse, sorprendendo anche il sacerdote stesso. "Se dopo dovrò passare la notte nell'oasi rossa con il faraone, è bene che ceniamo anche insieme." Spiegò, avvertendo il ringhio di Ilys fuori dalle mura del tempio. Il suo drago la stava reclamando per una bella cavalcata prima del pasto serale e prima del suo incontro intimo con il marito. "Arrivederci e grazie." Lo salutò, un poco vittoriosa, uscendo dal tempio.

Hyksos - La danza del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora