Capitolo 22

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Il deserto nero era uno spettacolare contrasto di colori, rispetto alle rocce e alla sabbia bianca del deserto alla quale confinava. Il nome era dovuto al colore della sabbia preso dalle rocce vulcaniche e basaltiche e quando il sole tramontava, donava quell'effetto di chiaro scuro degno di un dipinto. Fu proprio a quell'ora che il carro, partito da Avaris, si fermò sotto una roccia scura. Il deserto era vasto e non c'era nulla, a parte la sabbia. Solo i banditi popolavano l'area ampia, in cerca di qualche cripta o tomba dimenticata da saccheggiare. A Yassmin era stato consentito scegliere il suo ultimo vestito e non aveva avuto dubbi in merito: la sua lunga tunica nera con un fazzoletto a coprirle parte del viso del medesimo colore, con l'aggiunta solo di tre file lunghe di monete di bronzo a coprirle dal centro del naso fin sotto la bocca.

Il suo vestito di quando era ancora a Tebe e si vergognava della particolarità della sua pelle.

Haytham scese dalla diga che aveva guidato senza sosta, con solo la regina accanto a lui che aveva voluto presenziare a tutti i costi, e fece cenno alle guardie di scortare la prigioniera davanti a lui. Il suo giudizio aveva già colpito il traditore Imothep, dove gli imbalsamatori si stavano occupato di lui ad Avaris, affinché potesse avere una degna sepoltura. Rito concesso a tutti.

Dietro di lui, Ilys, il drago della regina, atterrò maestoso aprendo le ali, accompagnato da una folata di vento che fece ondeggiare la sua tunica bianca. I capelli neri erano stati lasciati liberi, con le punte arrotondate che toccavano le sue spalle. I suoi occhi neri guardavano con impassibilità la figura di Yassmin che venne fatta inginocchiare davanti a lui. Ghamal, nuovo Gran Sacerdote, fu subito al suo fianco, leggendo una pergamena.

"Per ordine del faraone d'Egitto, re degli Hyksos, Haytham I, siete stata condannata a morte per tradimento tramite giudizio degli Dei, tramite il drago della regina Leimi, Ilys. Se sarete ritenuta colpevole il suo fuoco vi brucierà viva, altrimenti avrete salva la vita ma sarete condannata all'esilio dalle terre d'Egitto. Come vi dichiarate a queste parole?" Chiese, finendo di leggere ciò che aveva scritto per volontà del suo sovrano. Il suo ultimo incarico da vizir.

Yassmin alzò gli occhi verso il faraone, fregandosene della regola di non incrociare mai il suo sguardo. Ormai era già condannata a morte. Seria in volto, senza neanche una lacrima a solcarle il viso, con una mano levò la fila di monete che le coprivano la bocca. Voleva che fosse ben visibile a tutti il movimento delle sue labbra, quando avrebbe dichiarato la verità.

"Innocente." Rispose a voce alta, con sguardo alto e fiero. Non aveva nulla da temere. Se Seth voleva salvarla, quello era il momento di agire.

Ma non c'era alcuna visione, non stava in un universo ignoto, era nella realtà più amara di tutte e ciò lo poteva comprendere dallo sguardo del faraone che la guardava come un'estranea, come una criminale da punire.

Fece cenno a Ghamal di mettersi dietro nel suo seguito, affianco alla regina che assisteva alla scena con soddisfazione nel volto.

"Ilys." Chiamò Haytham. Il drago, sebbene non era il suo padrone, ubbidì comunque e con qualche passo pesante fu vicino all'uomo. Senza mai staccare lo sguardo dalla donna, il faraone si rivolse all'animale come se egli potesse comprenderlo. "Che gli Dei guidino il tuo giudizio." E così dicendo, arretrò fino a raggiungere il suo seguito per vedere la decisione presa dagli Dei tramite Ilys.

Il drago femmina era maestoso, bello, affascinante, con gli occhi di ghiaccio e le squame bianche candide. Non sembrava cattiva, eppure da lei sarebbe arrivata la decisione finale. Con le mani legate ad una corda e in ginocchio, Yassmin non levò mai lo sguardo da quello del drago. Se doveva morire, doveva farlo con dignità. Era la figlia di due divinità che sembrava averla abbandonata, ma in cuor suo sapeva di essere stata la figlia di due persone mortali che l'avevano amata fino alla fine.

Socchiuse le palpebre, avvertendo Ilys respirare in modo affanoso. Sapeva cosa fare se le fiamme sarebbero diventate insopportabili come era prevedibile che fossero. La risposta era celata dentro la lunga tunica nera che indossava.

Il vento si alzò da terra e con i capelli ricci che si muovevano al vento, Yassmin capì che era arrivato il momento. Colpevo o innocente, salva o in pericolo. In quegli attimi non pensò a nulla, solo che il verdetto arrivasse presto. Quando sentì una fonte di calore vicina, capì che non c'era più via di scampo. Con solo una riga di lacrime a solcarle il volto bronzeo, attese. Ma non arrivò nulla direttamente a lei. Sentiva il calore del fuoco, ma non lo percepiva sulla sua pelle, sentiva solo il verso del drago.

Quando aprì gli occhi vide Bamor, davanti a lei a farle da scudo, che faceva fuoco verso Ilys. Le fiamme andavano a mischiarsi tra loro e nessuno sembrava mollare. Yassmin, con gli occhi lucidi, osservò come il suo drago la difendeva.

"Bamor." Sussurrò, un poco felice. Probabilmente Seth non l'aveva abbandonata del tutto.

Intorno a lei ci fu un caos generale. Gente del seguito del faraone che urlava, la regina che veniva messa al riparo da Ghamal e da altre guardie. Il faraone che cercava di calmare Ilys, senza riuscirci. Anzi, si beccò un'alata in pieno viso, facendolo cadere a terra.

La rossa approfittò di quella confusione per provare ad alzarsi in piedi. Ci riuscì con fatica, traballante, ma iniziò a muoversi nella direzione opposta e quando raggiunse le rocce della montagna, iniziò a sfregare la corda con la quale aveva le mani legate per liberarsi.

"La prigioniera sta scappando! Prendetela!" Urlò una guardia, gettandosi nella sua direzione.

Yassmin aumentò la pressione sulla corda, graffiandosi ad una mano, ma finalmente riuscì a liberarsi. Salì sulle rocce tramite le sporgenze libere, avvertendo le frecce degli arceri sempre più vicini al suo corpo, ma mancandola sempre. Non le temeva. Del resto, c'erano solo due cose che potevano ucciderla e le frecce normali non erano tra queste.

Il faraone, ad un tratto, si rialzò, rivolgendosi alle guardie. "Fermi! Non uccidetela!" Urlò, ma non si capì niente nella confusione generale e nessuno rispose al suo ordine.

Ilys interruppe il suo fuoco quando non ce la fece più e venne colpita appena da quello di Bamor, portandola a volare un poco lontano da loro. Il drago volò subito in direzione di Yassmin, che aveva raggiunto la roccia più alta della montagna. Salì sopra di lui senza pensarci due volte e l'animale si librò nell'aria, alzandosi lentamente da terra.

Una guardia, abbassata per lo spavento, fu catturata da qualcosa in particolare. Un bagliore d'oro. Una lancia era lì a pochi passi da lui e, istintivamente, la prese osservando poi in aria. Il drago non era così lontano e l'obiettivo era a portata d'occhio.

Inspirò profondamente e arretrando il braccio iniziò a correre verso la sua direzione, lanciando la lancia in direzione della schiena di Yassmin.

L'impatto con la punta la portò ad avere il fiato spezzato, il respiro mozzato. Il sangue iniziò ad uscire a fiotti dalla schiena, riversandosi sul dorso del drago che continuava a volare. Emise un grido soltanto quando realizzò ciò che era successo, ma non poteva fermarsi a combattere. Doveva trarre in salvo, per quanto possibile, Yassmin. Lentamente, le palpebre della rossa, si chiusero e il suo corpo si accasciò sul drago.

In lontananza, la guardia guardò con soddisfazione ciò che aveva fatto. Quell'azione gli sarebbe costata una promozione a generale, di sicuro.

"Maestà! Maestà!" Urlò, in direzione del faraone, correndo nella sua direzione. "Ho ucciso la schiava traditrice con una lancia. Non dovete temere più nulla."

Haytham ebbe il fiato corto, per un istante, e il suo cuore perse un battito. Serio, indecifrabile sul volto, guardò la guardia che sprizzava gioia da tutti i pori. Senza pensarci due volte, estrasse la daga dalla sua cintola e lo trafisse al cuore, lasciandolo agonizzante e morente ai suoi piedi.

I suoi occhi si alzarono nel cielo. Di Bamor non c'era più traccia.

Maledizione! Imprecò mentalmente, osservando nella direzione dove c'era Sadiki, in groppa al suo cammello. Lo sguardo perso, triste. Aveva perso una figlia per la seconda volta.

E loro, senza saperlo, avevano ucciso la figlia di un Dio.

"Che gli Dei abbiano pietà di noi." Mormorò Haytham, più a sé stesso che ai presenti.

La notte inghiottì il deserto nero da lì a qualche ora dopo.

Hyksos - La danza del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora