Da quella sera, almeno una volta alla settimana, il faraone la convocava nel giardino delle concubine, quando tutte dormivano, e volando su Oryon sorvolavano gran parte dell'Alto Egitto per rifugiarsi nel loro posto fuori dal mondo, come l'aveva soprannominato in seguito Yassmin stessa. Solo Diara era a conoscenza dei loro incontri, perché la sentiva come un'amica sincera, leale, priva di invidia o gelosia nei confronti di chi varcava il talamo del sovrano. Anche perché a nessuna concubina era mai stato dato l'onore di volare su un drago, figurarsi quello del faraone stesso.
Conosciuto per Avaris per essere sanguinario, volto alla lealtà della sua gente e c'era persino chi era pronto a giurare che per uccidere il faraone di Tebe, avrebbe ucciso anche la regina stessa, se gli Dei glielo avessero chiesto.
La città degli Hyksos, nei mesi, prosperò tanto. Gli schiavi arrivarono a costruire una sfinge in onore del loro sovrano, la statua di un enorme drago bianco al centro della città come omaggio all'erede che doveva ancora nascere, e Avaris vantava inoltre il migliore centro termale dell'Alto Egitto. Ancora qualche anno e non avrebbe invidiato davvero nulla alla rinomata città di Tebe. Gli accordi di Stato con le altre regioni erano molte e molte di loro stavano facendo vacillare l'alleanza con il sovrano di Tebe. E si diceva che Kamose fosse adirato, nell'alto palazzo della città che presto sarebbe diventata rivale degli Hyksos.
Haytham, comodamente seduto sul suo trono d'oro, non temeva niente. Con i suoi carri armati e con i draghi, avrebbe stravinto sul campo di battaglia. Attendeva solo che Tebe dichiarasse guerra al suo popolo.
Yassmin passava la gran parte del tempo nell'harem, a volte nei giardini dove le era concesso vedere Bamor. Il piccolo drago iniziava a crescere a vista d'occhio ed era certa che tra un anno o di più, l'avrebbe iniziato a domare.
Erano molti gli occhi curiosi ed invidiosi che la guardavano giocare con l'animale ma nessuno poteva osare dirle nulla. Le era concesso come vantaggio di essere la prossima favorita del faraone. Non era ancora ufficializzato tra le altre concubine, per evitare che arrivasse all'orecchio della regina e che Yassmin fosse la prossima sua vittima per le angherie e torture psicologiche.
"E' veramente una meraviglia." Aveva asserito Imothep, cogliendola di sorpresa fuori dal tempio mentre stava accarezzando Bamor.
Yassmin gli sorrise. "Grazie." Commentò, lasciando poi che il drago spiccasse il volo raggiungendo Oryon nella fossa dietro il palazzo. "Ti vedo molto poco per il palazzo." Aggiunse la donna, voltandosi verso il sacerdote.
"Seccature di Stato e sto anche facendo delle ricerche mediche, chiamiamole così. In guerra ci servirà anche qualcuno che curi le ferite dei soldati. Non possiamo aspettarci che gli Dei scendano dal cielo per donarci l'immortalità." Scherzò l'uomo, iniziando a camminare affianco alla donna diretti nuovamente nell'interno del palazzo. "Piuttosto.. mi giunge voce di caldi notte campagnole nel Fayyum con il sovrano." Aggiunse, ridendo infine.
Yassmin non arrossì, si limitò ad alzare un sopracciglio e a guardarlo con aria teatralmente altezzosa. "Beh, non era ciò che volevate?"
Imothep alzò le mani al cielo, annuendo. "Certo, certo. Ma sta attenta. La regina ora presta attenzione solo alla sua pancia che cresce e non le importa se il marito si sollazza con le concubine ma, tornata al potere, potrebbe scoprire che sei la nuova favorita e potrebbe scagliare qualche piccola vendetta capricciosa." Le consigliò. Nonostante tutto era stato lui a presentarla al sovrano come suo dono e nei mesi si era sempre informato dei suoi studi, dei suoi progressi con la danza, la musica dove aveva molte lacune, e anche se il faraone chiedeva di lei. Aveva scoperto così, per puro caso, che ogni notte almeno una volta alla settimana volavano insieme nei cieli sopra l'Egitto.
La rossa annuì, sorridendogli grata. "Starò attenta." Promise, guardandosi poi alle spalle. Aveva la sensazione di essere osservata e le bastò guardare appena sopra di sé per scoprire che Leimi la stava guardando di sottecchi, mentre con una mano si accarezzava la pancia che si vedeva sempre di più.
Rispettosamente, la donna chinò la testa in avanti in segno di saluto, ma in tutta risposta ebbe solamente la regina che le diede le spalle, rientrando nei suoi appartamenti.
Imothep aveva ragione. Avrebbe fatto bene a stare attenta.
Salutò il sacerdote, tornando all'interno del palazzo per andare poi verso l'harem. Non appena entrò, avvertì subito che qualcosa di grave era successo. E non solo per la presenza del faraone all'harem superiore, nella stanza di Diara, ma anche perché c'erano donne che piangevano tra loro in mugolio di pianto e guardie che stavano guardando con fare sospetto ogni angolo delle sale.
Yassmin si fiondò sopra le scale, percorrendo il corridoio alto e andò nella stanza di Diara. Lo sgomento si disegnò sul suo volto, portandola a portarsi una mano alla bocca per soffocare un urlo.
Diara era nel suo letto a baldacchino, dalle coperte intrise di sangue, nuda e gambe spalancate. Sul volto l'espressione della paura con occhi sbarrati.
Lo sguardo della rossa volò all'istante su quello del faraone. L'ira si era impossessata di lui. In un breve momento di lucidità, però, depose una piuma bianca vicino al corpo senza vita della donna. La sua perla, la sua favorita più devota.
"La Duat ti attende, mia favorita." Le disse in un sussurro, depositandole poi un bacio sulla fronte dal calore del marmo.
Tornò a guardare le guardie che erano con lui, con gli occhi fuori dalle orbite. "Chi ha accesso a questi appartamenti?" Chiese, con l'ira che tentava di venire fuori da un momento all'altro.
"Mio Signore... ogni donna che abbia contatti con le favorite."
"Interrogate ogni singola femmina presente nel palazzo, anche le semplici schiave. Frustatele se necessario, ma voglio il responsabile entro stanotte!" Esclamò il faraone, puntando un dito contro la guardia. "Anche la regina." Aggiunse poi, avendo già un mezzo sospetto che gli ballava nella mente.
Notò solo allora che c'era anche Yassmin nella stanza, gli occhi velati di lacrime guardavano con orrore e dispiacere l'unica amica che aveva mai avuto. Il faraone le si avvicinò, impedendole la vista coprendola con il suo petto. "Darò disposizione affinché ti trasferisca nei miei appartamenti personali."
Sgranò gli occhi a quella proposta. "No." Disse all'istante. "Se si saprà ufficialmente che sono la tua favorita..."
"Non ti succederà nulla." Le disse con tono basso. "Perché incendierò io stesso ogni singola donna presente ad Avaris e farò in modo di riportarti in vita con ogni mezzo." Era raro che ci fosse un modo, si doveva interpellare il più crudele degli Dei, ma era pronto a farlo solo ed eslcusivamente per lei. Ma non ne sarebbe stato necessario. L'avrebbe protetta ad ogni costo e avrebbe fatto sì che ci fossero sempre due guardie con lei. Di giorno e di notte.
Yassmin tacque sull'argomento, capendo che era inutile discutere con lui. Annuì, guardandolo negli occhi. "Posso salutare la mia amica?"
Haytham annuì, baciandola sulla labbra e facendo cenno alle guardie di seguirlo fuori.
La rossa poté piangere in tranquillità la perdita di Diara, capendo che era l'ultima volta che la vedeva. Il suo tragitto sarebbe continuato dall'imbalsamatore e nella camera di preparazione per l'ultimo viaggio nell'aldilà.
Quella sera si accesero delle torce nel tempio, in suo onore. Affinché la Duat non si potesse perdere nell'oscurità per giungere fino all'Ade.

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Hyksos - La danza del drago
FantasyEgitto, sotto il regno di Ahmose I. Il faraone ha permesso al popolo nomade, chiamati Hyksos, di stabilirsi sulle rive del Nilo. Su questo sfondo si svolge la vicenda di Yassmin, una ragazza egiziana dalle origini sconosciute, ma con una particolari...