Mentre Avaris dormiva profondamente, Yassmin ci metteva sempre tempo per prendere sonno. Il suo spirito era tormentato, come la notte che passava. Aveva timore a chiudere gli occhi per ritrovarsi nuovamente in una tempesta di sabbia e nuovamente dinanzi ad una Dea che le diceva di essere sua figlia.
Follia! Iniziò a credere fortemente che qualcuno le stesse avvelenando il vino che beveva o, peggio, ci stesse mettendo quella cosa che erano solita fumare i ricchi. L'oppio.
Altrimenti non si spiegava di quelle visioni.
Sobbalzò con il fiato corto quando avvertì una mano scuoterla per la spalla. Una guardia le intimò di tacere per non svegliare Diara che dormiva profondamente.
"Che volete?" Chiese all'istante la rossa, tirandosi le coperte addosso per coprirsi.
La guardia parlò a voce bassa. "Vestitevi e uscite dalla porta secondaria dell'harem, che ridà sul giardino privato delle concubine."
"Perchè?"
"Non fate domande ed eseguite." Le ordinò, uscendo dalla stanza senza sbattere la porta.
Nel mentre Yassmin si alzava dal letto per vestirsi, iniziò a formulare ogni tipo di pensiero. Probabilmente la regina voleva farla fuori, magari seppellirla nel deserto fino a quando non sarebbe morta di sete... chiuse con forza gli occhi, impedendo a quella scena di essere più vivida che mai nella sua mente.
Deglutì, mentre raccolse una veste comoda di colore arancione, che le copriva le gambe e i seni, lasciando scoperti i fianchi, parte della schiena e le braccia squamate. Lì almeno non doveva vergognarsi e vestirsi a lutto. L'unica nota positiva di quel posto, probabilmente.
Seguì le indicazioni della guardia e, la porta che sempre era sorvegliata da una guardia, ora era senza protezione e non appena avanzò nell'oscurità del giardino, con il sottofondo musicale dei grilli, si guardò intorno. Nessuna guardia la stava portando via legata ad un cammello ed era già un bene.
"Psss.. da questa parte."
Yassmin alzò la testa verso la direzione da dove proveniva la voce. Iniziava a capire il suo proprietario. Camminò nella sua direzione e dietro una grande siepe che separava un laghetto con le ninfee dalla porta che conduceva all'harem, rimase quasi sorpresa di vedere il Faraone vicino al suo drago. Imothep aveva detto che si chiamava Oryon. Era grande, enorme, di colore nero, e le solo le punte delle sue squame erano di colore rosso vivo, come il sangue. Haytham stava accarezzando il suo muso e le fece cenno di avvicinarsi. "Vieni."
La rossa sgranò gli occhi, avanzando prima con fare prudente e poi con decisione verso la creatura. Quando incontrò i suoi occhi, però, si arrestò sul posto per un istante. Le iridi del drago erano come il ghiaccio. Celeste, blu intenso e una sfumata di bianco... e una punta di nero al centro. Metteva timore. Il piccolo Bamor svolazzava lì vicino e la venne a salutare per un istante, prima di mettersi al lato del drago più grande.
Con la sua presenza, si sentì più sicura, e avanzò ancora, sotto lo sguardo silenzioso del Faraone che continuava a guardarla con curiosità e soddisfazione. L'ultima schiava che ci aveva provato non aveva fatto una bella fine ma questo evitò di dirlo.
Una volta vicino al suo muso, Oryon la guardò attento per un istante con gli occhi fiammeggianti, studiando la sua espressione e avvertendo le sue vibrazioni. Non aveva paura. E bastò quello a far chinare la testa al drago, in direzione della donna affinché l'accarezzasse.
Haytham ghignò. "Gli piaci." Disse a voce alta, ammirando la creatura.
Yassmin sorrise appena, accarezzando la pelle ruvida del drago, così simile alla sua. Probabilmente era quel particolare a trasmettere sintonia all'animale. "Beh, penso sia pronto per farsi cavalcare."
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Hyksos - La danza del drago
FantasyEgitto, sotto il regno di Ahmose I. Il faraone ha permesso al popolo nomade, chiamati Hyksos, di stabilirsi sulle rive del Nilo. Su questo sfondo si svolge la vicenda di Yassmin, una ragazza egiziana dalle origini sconosciute, ma con una particolari...