Capitolo 19

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Le boccette di profumo vennero scaraventate contro la parete rocciosa delle segrete, che più che una prigione sembrava una tomba. Le poche torce accese le facevano compagnia, insieme alle poche ragazze alla quale le era consentito tenere.

E' un oltraggio! Un'offesa alla mia gente! Pensava, colma d'ira, la regina degli Hyksos, la quale colpa era stata quella di essersi fidata troppo di una schiava traditrice qual'era Safira. Ora lei dormiva in coperte di seta, mangiava in piatti d'argento, e aveva preso possesso della camera appartenuta a Diara.

Leimi non mangiava, non beveva, ribolliva solo d'ira. Doveva fare qualcosa e alla svelta. Le voci per il palazzo correvano veloci e, involotariamente, giungevano anche lì. Si diceva che il faraone trascorresse intere notti nella sua oasi rossa in compagnia della donna dalla pelle di drago, che ne fosse quasi folgorato da lei. Si diceva che ci avesse scritto pure un poema sul coraggio dimostrato dalla donna in battaglia, nell'arena.

E lei, di sangue reale, che in grembo portava la continuità degli Hyksos, ripudiata e sbattuta nelle celle come la peggiore delle criminali.

"Maestà, vi pregherei di calmarvi." Provò a dirle una schiava. Non ricordava né il suo nome e né di averla mai vista. Sicuramente era una sottospecie di spia mandatale da suo marito.

"No! Zitta! Vattene! Andateve tutti!" Urlò, sfocando l'ira repressa nelle settimane lunghe di prigionia.

La schiava ubbidì, trascinando fuori le altre. Solo un uomo restò con la regina, solo uno. Ad unirli era l'ambizione, ognuno per la sua ragione. La regina voleva essere la sola a condividere le notti con il faraone e pretendeva di essere rispettata per il suo sangue e per il titolo che ricopriva. L'uomo, invece, covava da tempo astio per Imothep e mirava al suo posto di Gran Sacerdote di Anubi.

E Leimi, questo, lo sapeva bene. Era stata lei, infatti, a farlo chiamare. "Chiedo scusa per la scena alla quale avete assistito." Disse, spazzolandosi i capelli da sola con nonchalance.

Ghamal chinò la testa in avanti, serio in volto. "Non scusatevi, altezza, siete la regina. A voi è concesso tutto." Le rispose, rispettoso come lo era sempre stato. Dal primo giorno che l'aveva vista.

"Ditemi, quanto siete disposto a rischiare per il posto di Gran Sacerdote di Anubi?" Chiese la regina, venendo al nocciolo della questione e del perché l'aveva fatto chiamare. Raccolse i capelli in uno chignon fatto male e lo curò con la decorazione di un fiore bianco al lato destro dell'orecchio, fronteggiando l'uomo viso a viso.

Ghamal fu sorpreso da tale richiesta ma voleva essere più sincero possibile con la sua sovrana. "Molto, altezza. Tutto." Quel posto gli faceva gola come nessuna donna c'era mai riuscita nella sua vita.

Leimi ghignò. Era esattamente ciò che voleva sentire. "Perfetto." Commentò semplicemente, recuperando nella sua toeletta di fortuna una missiva e consegnandola nelle mani dell'uomo. "Questa la dovete consegnare ad Imothep, il più presto possibile. E solo a lui, miraccomando." Concluse, con modalità enigmatiche circa ciò che c'era scritto e come si sarebbe svolta la vicenda. A Ghamal non doveva interessare. Lo sguardo della regina si indurì di colpo, fulminandolo quasi con lo sguardo. "Non sbagliate." Scandì parola per parola l'avvertimento. "Ho già i miei guai."

Il vizir del faraone prese la missiva, annuendo. "Sì, mia regina. Ma... poi?" Osò chiedere.

Leimi scrollò le spalle. "Aspetteremo." Si limitò a rispondergli, facendoli cenno di uscire. "Vai e non far entrare quelle oche. Mi danno sui nervi." Disse, trovando risposta solo in un inchino del capo da parte del suo interlocutore, lasciandola poi sola.

Sospirò, guardando il suo riflesso in uno specchio sporco. Il suo viso stanco, consumato dalla prigionia e dallo stato interessante, non ne poteva più. Voleva tornare a fare il bagno in acque che sapevano di rosa e del suo oriente e voleva tornare nel letto e nelle grazie del faraone. Se i suoi antenati la stavano ascoltando, dovevano aiutarla. In qualsiasi modo possibile.

Hyksos - La danza del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora