Capitolo 12

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Era un sollievo quando, a fine dello spettacolo nella sala del trono, una guardia arrivò nell'harem superiore nella stanza di Diara. Yassmin era convinta che il Faraone l'avesse mandata a chiamare per condurla nell'oasi rossa, ma la guardia, invece, si rivolse a lei. Chinò la testa in segno di rispetto e le donò qualcosa. Proveniva dal Faraone in persona e si trattava di un anello totalmente d'oro con uno scarabeo. Nelle sue piccole dita appariva persino troppo grande e vistoso, ma le piaceva molto.

"Il faraone vi attende nel balcone delle sue stanze private."

Diara aprì la bocca in un segno di stupore. "Non ci credo." Sussurrò sbalordita.

"Perchè?" Le chiese Yassmin, che ancora non sapeva determinate cose dell'harem, del palazzo e dei vizi del faraone.

"Perché nessuna concubina è mai andata nelle sue stanze private. Tutte conoscono la sua oasi rossa ma mai la stanza degli appartamenti regali. Quelle aeree sono concesse solo alla regina." Le spiegò Diara. "Oh, vedrai la faccia delle altre domani quando glielo dirò!" Esclamò, visibilmente contenta che almeno lei venisse trattata in modo diverso. Forse per la sua pelle, così rara e affascinante.

Yassmin si alzò dai cuscini dov'era seduta e salutò Diara, seguendo così la guardia fuori dall'harem. Alcune ragazze dell'harem inferiore, ancora sveglie, la guardarono passare con curiosità, chiedendosi dove andasse a quell'ora di notte. A molte, invece, non fu difficile indovinare dove. Ma la cosa buffa era che si sbagliavano. Non appena abbandonò totalmente l'harem, avvertì un bisbisglio continuo alle sue spalle. Sorrise tra sé, continuando a camminare per i corridoi a testa alta.

Gli appartamenti del faraone erano situati nella parte Est del palazzo e ci si arrivava tramite corridoi strettissimi, quasi angusti, superando una scala a chiocciola e girando almeno a destra due volte e a sinistra una volta. Sembrava un labirinto, ma la fine era ormai vicina, visto che c'era una grande porta d'oro con un drago che si mordeva la coda, formando un anello.

Le torce di Anubi, al lato, erano entrambe accese e i volti del Dio sembravano giudicarla dall'alto. Yassmin deglutì, nel mentre avvertiva una voce all'interno concederle il passaggio. La guardia le aprì la porta, invitandola ad entrare con un cenno. Eseguì senza esitazioni, rimanendo ancora più stupita dal lusso che c'era in quel palazzo. Alte colonne ai lati di un letto a baldacchino dai tendaggi verdi alla sua sinistra, ai piedi del letto c'era una pozza d'acqua quadrata con dentro delle ninfee, uno scrittoio personale, fumi d'incenso profumato nell'aria e al centro, proprio davanti a lei, c'era la statua di un gatto nero. Bastet. Dietro di esso, una grande tenda trasparente d'avorio. Non celava nulla agli occhi curiosi, perché si vedeva tutto. Un uomo muscolo di spalle, con i capelli lasciati liberi e mossi dal vento della sera proveniente dal deserto, uno spicchio di luna nel cielo e un divanetto posto lì, vicino ad un tavolino con uva, datteri, ananas, e candele accese.

Destata da quel suo osservare, Yassmin avanzò dritta davanti a sé, scostando di poco la tenda quando arrivò alle spalle del faraone. Si inchinò appena, per quanto a lei concesso visto che non lo sapeva fare. Era rimasta vestita esattamente come prima e le squame della sua pelle, alla luna, apparivano più pallide.

"Altezza. Mi avete fatto chiamare?" Chiese, attendendo una risposta.

Haytham si voltò, curvando la linea delle labbra leggermente all'insù. Le fece cenno di alzarsi, dandole il permesso di incrociare così il suo sguardo. "Sì, vieni." Le disse, tendendole una mano.

Yassmin la guardò con riluttanza, ma poi accettò e la prese. In fondo, si sentiva più a suo agio lì, che nella sua oasi rossa.

Il faraone approfittò di quel contatto per sentire, per la prima volta, la consistenza della sua pelle, il profumo che emanava e con soddisfazione vide l'oro brillare al suo dito. Il suo anello con lo scarabeo le era piaciuto.

Hyksos - La danza del dragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora