Ti prego

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Me lo ritrovai la mattina dopo in cucina. Stavo mangiando dei biscotti quando arrivó, sedendosi si fianco a me. Quando finí il pacchetto mi prese senza esitazioni né una parola.
Allacció le mie gambe poco su alla vita e mi tenne le cosce, portandomi in sala.
Non c'era nessuno fortunatamente, e mi posó sulla poltrona mentre mi sovrastava.
Cominció a baciarmi come sempre il collo con passione e dolcezza, mentre avevo una mano tra i suoi capelli e una sulla sua schiena.
"Per farmi volere devo convincerti eh?" Disse lui, poi leccó la curva del mio collo.
"Non sará cosí facile, ti avverto." Risposi ansimando e quasi ridendo.
"Giá che ti stai facendo baciare passionatamente da me è un buon risultato." Disse.
Continuó a baciarmi, ma non si avvicinava mai alle labbra.
Mi accarezzó le cosce, alzandole e aprendole un po', passando poi a stringermi i fianchi con gentilezza.
La sua lingua passó alla mia mascella, e si fermó a un soffio dalle mie labbra.
I nostri sguardi passavano dai nostri occhi alle nostre labbra ripetutamente.
Si avvicinó di piú, mentre dischiudevamo le labbra entrambi.
A un micro millimetro da me si allontanó di scatto con la faccia dalla mia, e si alzó per guardarmi.
Mi risedetti composta e con un'aria confusa e competitiva.
"Ti è dispiaciuto nebbiolina?" Chiese passandosi una mano tra i capelli e mordendosi il labbro inferiore.
Vedendo che non rispondevo accennó a una risata calda e profonda.
"Non sono ammesse bugie o risposte mute."
"Sí, mi è dispiaciuto." Risposi decisa.
"Quindi mi vuoi?"
Mi alzai anch'io, andando vicinissimo a lui. Il mio volto era rivolto verso il suo, in alto.
Senza preavviso gli misi una mano dietro la schiena, sotto la maglietta.
"Dovrai pregarmi." Dissi mentre mi piazzavo dietro di lui. "Ti ripeto, non sono cosí facile da prendere."
Abbassai l'orlo della maglietta da sopra e cominciai a baciargli la parte esposta. Le mie mani intanto erano passate al petto, mentre esploravano i suoi muscoli sotto il tessuto cotonato dell'indumento.
Le sue mani si unirono alle mie, trasportate dalla mia guida.
Gli premetti la vita contro di lui, mentre gli lasciavo un succhiotto sulla colonna vertebrale.
Non gemette, ma lasció un sospiro caldo. Si giró di scatto mi strinse i fianchi, attirandomi a lui. Le nostre labbra erano ancora una volta a un soffio dall'altra, piene di desiderio.
L'incantesimo si spezzó quando sentimmo dei passi provenire dalle scale. Lui mi diede un rapido bacio alla fronte e un piccolo abbraccio, mentre si sedeva sulla poltrona velocemente e io sul divano.
Liam si arrestó sulla soglia della sala. "Dov'è Harley?"
Solo in quel momento mi ricordai di lei. Da quando avevamo parlato nel bosco era completamente sparita.
Visto che davo le spalle a Liam, sorrisi discreta. Il Demone era stato bravo.
"Forse è andata a farsi un giro..." Disse vago Antares.
"L'ha presa il Demone di Stoccolma!" Urló Diana dietro di lui.
"C'è una capra morta sul suo letto e sulla testiera un coniglio impiccato!"
Salimmo al piano di sopra, vedendo lo spettacolo.
Vicino alla capra c'erano serpenti neri e cornacchie, insieme a corna e occhi cavati. Nel tutto dominava il rosso.
"Vi avevi detto di stare attenti..." Ringhió Antares.
"Cosa possiamo fare?" Chiese Liam nel panico.
"Niente. Ormai l'ha presa. Vogliamo ricordare cosa è successo ad Akash?" Risposi.
Tutti tacquero, mentre Antares mi guardó accigliato e orgoglioso. Accennó un sorriso, uno dei suoi, sexy e da perdere la testa.
Dopo l'episodio, Diana stette con Liam nella sua camera, ormai pulita dai resti del disastro demoniaco della morte del vecchio compagno.
Io passai il giorno con Antares come se nulla fosse successo. Non provavo ansia, tristezza o paura. Stavo bene invece.
Continuavamo a giocare, stuzzicarci, baciarmi e morderci, ma mai le nostre labbra si univano.
La sera avevamo scelto di guardare un film a tarda notte. Erano circa le undici quando avevamo cominciato a guardarlo. Io ero seduta vicino a lui, mentre un suo braccio mi cingeva un fianco.
Non stavo seguendo il film. Ero dentro il suo odore di muschio inebriante, concentrata sul calore della sua mano e sul ritmo del suo petto che si muoveva col respiro profondo.
Nemmeno lui stava attento. Continuava a guardarmi con la coda dell'occhio, mentre si avvicinava sempre di piú a me.
Dopo i primi cinque minuti lui abbassó il volume, per poi mordermi il mento. Io mi girai completamente verso Antares, mentre mi sedevo con le ginocchia sul divano.
Le sue labbra e i suoi denti scorsero verso il collo, mentre io muovevo le gambe tremanti e passavo le mie mani dalla sua schiena ai suoi capelli neri.
Quando si staccó da me per poco lo tirai per i capelli verso il mio volto, mentre mi abbassavo per leccargli il pomo d'Adamo. I nostri corpi caldi erano separati solo dai nostri vestiti.
Mi sdraiai all'indietro mentre lui riprendeva a baciarmi sopra di me. Passó al petto, sopra il seno, poi staccó le sue labbra dalla mia pelle e si staglió davanti a me, ansimante.
Restammo a guardarci per molto tempo. I suoi occhi viola ametista brillavano come cristalli, le sue sfumature erano un oceano in cui perdersi facilmente. Le sue labbra erano carnose e perfette, la sua mascella rigida.
Lui studiava i miei occhi e le mie labbra, pensante.
"Ti voglio nebbiolina." Sussurró lui, profondo e sensuale.
"Davvero?"
"Ti prego... Io ti amo."
Sgranai di poco gli occhi, mentre mi guardava tenero dai suoi occhi sinceri.
"Perché mi ami?" Chiesi.
"Per il tuo carattere, la tua bellezza, il tuo corpo, il tuo animo, la tua intelligenza, i tuoi capelli, il tuo profumo, la tua voce, i tuoi occhi... Tutto. Ti amo per tutto quello che sei." Rispose.
"Da quando mi ami?"
"Da quando ti ho vista... Io ti voglio nebbiolina. Io ti amo, con tutto me stesso." Disse lui, sincero. "Ti proteggerei a costo della vita anche dagli dei." I suoi occhi diventarono lucidi.
Era sincero. Non era un bugiardo. Mi amava veramente per tutti i motivi che aveva elencato, non stava mentendo. Lui non era capace di mentire.
Sorrisi, accarezzandogli una guancia con una delle mie mani fredde.
"Ti amo anch'io Antares. E io voglio te."
Ci avvicinammo piano, annullando le nostre distanze.
Le nostre labbra si unirono, piene di amore, desiderio e dolcezza. Le sue erano carnose, candide, morbide come il cotone, esperte, rudi ma delicate.
Chiudemmo gli occhi godendoci quel contatto che volevamo da tempo.
Cercavo di muovere le labbra con le sue, ma lui era bravissimo.
Dopo aver ripreso velocemente fiato le nostre lingue s'intrecciarono, ballando a ritmo della nostra musica.
I nostri corpi diventarono bollenti, dentro di me esplose una voglia primordiale che reprimevo da tempo.
Gli tolsi la maglietta, lanciandola sulla poltrona vicina a noi.
Sorrise leccandosi i canini e le labbra, e si morse il labbro inferiore mentre mi toglieva la sua maglietta nera, che ormai aveva il mio odore.
La mia pelle fu fredda al contatto improvviso con l'aria, ma rimase bollente di desideri.
Antares annusó la maglietta con un lungo respiro, poi la lanció di fianco alla sua.
Lui mi risovrastó di nuovo mentre le nostre labbra si rincollavano e le nostre lingue salivavano nella bocca del l'uno e dell'altra.
Gli tolsi i pantaloni, visto che i non li avevo, e gli passai le mani sulle sue cosce graffiate.
Intanto lui si staccó dalle mie labbra per ammirare il mio seno, anche se protetto dal reggiseno.
"Scusa, non ho il pizzo."
"Odio quelli in pizzo. Quelli neri e pieni mi fanno impazzire." Rispose guardandomi con le labbra dischiuse.
Me lo tolse delicatamente, lanciandolo sulla poltrona vicino alla sua maglietta.
I suoi occhi studiarono i miei seni mentre io arrossivo imbarazzata.
"Non sono grandi..." Dissi.
"Sono perfette." Risposi lui sincero, continuando a guardarle.
Passó una sua mano sul mio sterno, per poi accarezzare una curva. Dolcemente passó il suo pollice grande e caldo su uno dei miei capezzoli rosati.
Gemetti piano, inclinando la schiena colta dai brividi di piacere.
Mi guardó mentre tutta la sua mano racchiudeva un mio seno e lo palpava delicatamente. Il mio capezzolo premeva sul centro del suo palmo.
Il suo volto si abbassó sull'altro, mentre mi lasciava una scia di baci umidi sulla curva del seno. Quando arrivó al capezzolo lo succhió piano, poi lo bació amorevolmente.
Quando aprii di poco le gambe, lui alzó lo sguardo sul mio volto, con ancora una mano a ingabbiare l'altra.
"Tutto bene?" Mi chiese, leggermente preoccupato.
"Continua..." Risposi.
Sorrise sensualmente e mi bació, abbracciandomi la schiena nuda.
Poi si alzó, portandomi su per le scale a mo' di principessa, mentre con una mano aveva preso i nostri vestiti sulla poltrona e spense la tv con il telecomando.
Mi posó sul letto, chiudendo la porta e lanciando i vestiti sul pavimento.

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