Il Demone di Stoccolma

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Si avventó contro Liam con uno scatto innaturalmente veloce e aggressivo. Le unghie delle sue mani erano diventati artigli neri, e i suoi occhi avevano pupille ridotte a sottilissimi rombi.
"Cosa volevi farle?" Chiese semplicemente, senza urlando.
"N-niente!"
Antares fece una smorfia. "Bugiardo."
Gli prese il collo e la sua faccia diventó rossa, mentre i polmoni non si muovevano e cercavano aria.
Lo strinse contro l'albero, poi i serpenti posati sul suo corpo scesero in fretta.
La sua mano restó sul collo di Liam, mentre il suo corpo diventavano un vortice nero.
In nemmeno cinque secondi al posto dell'uomo c'era un serpente enorme, lungo e nero, con degli occhi viola e delle corna che spuntavano dalla testa.
La scena era come quella di un libro fantasy, ma faceva paura.
La bocca del serpente si aprii e dalle zanne appuntite come aghi si riempirono di gocce viola veleno.
Riconobbi chi era. Era il serpente che il primo giorno nella Demoniaca si era avvicinato a me, si era lasciato toccare ed era sparito.
Era lui, fin dall'inizio.
Con una morsa rapida, le zanne finirono nell'arteria del collo ed essa si gonfió.
Il serpente strisció a un metro da Liam, mentre lui cadeva dalle convulsioni e veniva assalito dai piccoli serpenti si lati.
La sua faccia non si vide piú, aggrovigliata dai corpi dei rettili insieme al suo corpo.
Antares osservó la scena per un po', dopo ritornó alla sua forma umana. La sua solita senza corna, senza unghie taglienti e lunghe, ma con i suoi occhi viola a pupille tonde.
Quando si voltó verso di me aveva la faccia striata di sangue, con la ferita a x del suo petto che si stava chiudendo.
Io tremavo per tutto. Schock, freddo, paura.
"Scarlett..." Mormoró con dolcezza. Il bosco era piombato in un silenzio surreale.
"Antares..." Risposi.
Sentii una forte pressione alla testa, un male inconcepibile. Era lo stress.
Barcollai un poco, faticando a mantenere l'equilibrio.
Corse verso di me per sostenermi.
Mi cinse con un braccio i fianchi e con una mano mi accarezzó la guancia.
Lasciammo le nostre fronti toccarsi mentre i nostri occhi erano chiusi.
"Vuoi uccidermi?" Chiesi.
"Mai." Rispose deciso.
Sprofondai in un buio vuoto, mentre sentivo l'eco della sua voce che mi chiamava.
Mi svegliai un'oretta dopo, sul divano della sua sala.
Il camino era acceso, il fuoco bruciava il legname con ardore, l'atmosfera era illuminata solo da quella luce calda e da quella dell'alba ancora nascente.
Sulla poltrona era seduto Antares. Tamburellava il pugno sulla sua gamba tremante, guardando il pavimento con un'aria persa.
Quando si accorse che ero sveglia gli diventarono gli occhi lucidi.
Si alzó e si sedette di fianco a me senza dire niente.
"Perché te ne sei andata senza dire niente?" Chiese.
"Ti ho lasciato il biglietto sul cuscino..."
"Una frase scritta non è come una parlata." Rispose senza rabbia.
"Antares scusa. Lo facevo per papá e Grace. Ti devo anche ringraziare."
"Per cosa?"
"Liam stava per stuprarmi e tu l'hai fermato."
"L'ho ucciso... È diverso."
Trovó.il coraggio di guardarmi negli occhi. "Hai paura di me?"
"Perché dovrei?"
"Ho ucciso una persona senza pietá davanti ai tuoi occhi. E ti ho mostrato chi sono veramente."
"Sapevo giá chi eri." Risposi. "Credi che non l'abbia capito fin dall'inizio?"
Mi guardó sorpreso.
"Tu sei il Demone di Stoccolma, Antares."
"E mi ami anche se lo sono?"
Non risposi.
"Io non ti uccideró mai. Tu sei libera di andartene se vuoi, scappa da me. Non sono degno di essere amato da te."
"Ti sbagli. Non me ne voglio andare e non smetteró mai di amarti."
Mi avvicinai a lui e gli presi il viso tra le mani.
"Tu non sei cattivo... So che sei un assassino per una buona ragione. E quando hai ucciso Liam e gli altri non ho provato niente."
I suoi occhi s'illuminarono.
"Tu... Stai diventando come me?"
"Sí."
"Sei disposta a uccidere senza provare rimpianti?"
"Sí."
Ci sorridemmo a vicenda mentre lui mi coccolava la schiena.
"Come sei diventato un... Assassino mutaforma?"
"Per la rabbia. La rabbia fa diventare le persone aliene. La rabbia fa uccidere. La rabbia di vivere nelle bugie è ció che ti rende un demone."
Annuí piano.
"Perché li hai uccisi?" Chiesi. "Solo per curiosità..."
"Erano criminali. Peccatori. E se la giustizia non fa il suo dovere o è cosí scema da non trovarli, io allora mi prendo gli incarichi del giudice." Rispose aspro, ma nei confronti degli altri, non dei miei.
"Cosí anche tu sei un peccatore e un criminale. Uccidi le persone."
"Lo sono per una buona causa." Disse.
"Che crimini avevano commesso?"
"Akash era un ladro. Harley collaborava con il traffico illegale di minori. Diana aveva ucciso suo fratello. Liam aveva giá stuprato cinque ragazze. Tu saresti stata la sesta, se non saresti scappata."
"Mi hai salvato tu..."
"Ti sbagli. Se non avessi opposto resistenza, non sarei arrivato in tempo."
Lo guardai negli occhi.
"Qual è la tua vera forma?"
Sospiró prima di rispondere. "Non voglio fartela vedere..."
"Antares, sei il mio ragazzo e hai appena confessato di essere il Demone di Stoccolma. Io ti amo, e ho diritto di vedere chi sei veramente. Fisicamente."
Dopo un attimo di riflessione si allontanó da me e il suo corpo si attorciglió su se stesso.
Subito dopo uno strano volteggio, eccolo che apparve in tutta la sua vera forma.
Con le corna nella fronte, le unghie ormai artigli, gli occhi viola più luminosi, la pelle piú bianca, le ombre sul suo volto che lo rendevano cupo. Sembrava uno spettro, un vero e proprio demone.
Si mise una benda bianca sugli occhi, nascondendoli.
"Perché?"
"Di solito chi guardo con i miei occhi veri è condannato a morire dopo poco. Anche se sei l'unica a cui questa maledizione non funziona, non voglio prendere rischi."
Mi alzai di scatto e gli strappati la benda dagli occhi, lanciando il brandello lontano.
"Se voglio morire... Voglio farlo a causa tua." Ringhiai, scandendo bene le parole.
Gli presi il volto tra le mani mentre lui mi guardava quasi perso.
Gli baciai le labbra con tenerezza, facendolo sentire accettato.
Quando ci staccammo gli sistemai una ciocca di capelli, continuando a guardarlo negli occhi.
"Io voglio essere come te." Dissi solamente. "Voglio uccidere, essere una giudice anche io. Voglio punire i peccatori con te."
"Diventerai anche tu un demone."
"Io voglio rubare vite senza pietá, Antares. E non perché ti amo e basta, ma specialmente per conto mio."
Sorrise e ci ribaciammo. Sarebbe stato l'inizio della mia nuova e bellissima vita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 17 ⏰

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