Decisione

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Can we just be honest?
These are the requirements
If you think you can be my one and only true love
You must promise to love me
And damn it, if you fuck me over
I will rip your fuckin face apart...
Questo è l'inizio della canzone High School Sweethearts, di Melanie Martinez.
Questo era il pezzo che ascoltavo dai miei auricolari quel giorno d'inizio ottobre ormai, mentre ero in una battaglia con futuro e passato.
Quella notte avrei dovuto decidere; andare o rimanere.
Andare, provare a uscire dalla Demoniaca e tornare da papá e Grace, o rimanere, restare nella foresta con Antares.
La prima era rischiosa; avrei potuto incontrare il Demone di Stoccolma e sarebbe stato game over.
Anche la seconda lo era, sia per me sia per Antares. Se il Demone avrebbe deciso di prenderci, non avremmo potuto fare altro che morire insieme, se fortunati.
Liam si era trattenuto altri due giorni per aspettare la mia risposta.
Avevo deciso.
Avrei provato ad andarmene.
Per Grace e papá.
Tolsi gli auricolari mentre gli occhi mi diventavano lucidi. Entrambe le decisioni mi avrebbero fatto male, ma quella mi faceva piangere di dolore interiore molto di piú della seconda.
Antares uscii dal bagno. Aveva i capelli umidi ma non gocciolanti, il corpo avvolto da un accappatoio bianco e i suoi occhi viola brillavano meno del solito.
Si appoggió con la schiena allo stipite della porta, guardandomi. Prima sorrise, ma quando vide che non stavo bene si avvicinó preoccupato.
"Scarlett?" Mi chiamó. Era forse la prima volta che mi chiamava per nome.
Ció significava che era preoccupato per me sul serio.
Alzai lo sguardo al cielo, mordendomi le labbra.
Ma non c'è la feci. Calai la testa verso il basso e cominciai a piangere lacrime salate.
"Hey, hey..." Antares mi prese e mi abbracció amorevolmente, accarezzandomi la testa.
"Scusa... Scusa..." Mormorai.
"Scusa per cosa?"
Ebbi il coraggio di alzare lo sguardo e guardarli negli occhi. Le lacrime rigavano le mie guance come piccole sorgenti, mentre lui me le asciugava con il pollice.
"Io domani me ne vado." Risposi secca, e affondati di nuovo la testa nel suo petto.
Lo sentii tremare per poco, ma poi le sue labbra umide mi baciarono sulla fronte, confortandomi.
"Non ti devi scusare... Tu puoi andare dove vuoi, te l'ho detto... Non ho potere sulle tue scelte..."
"Vieni con me, ti prego."
"Non posso... Mi dispiace."
Lui mi prese il mento, costringendomi a guardarlo.
Mi studió gli occhi per qualche secondo, poi si avvicinó cauto e mi bació gentilmente, con passione e dolcezza.
Chiusi gli occhi insieme a lui mentre le nostre labbra erano unite e si muovevano in un ritmo solo nostro.
Pensai a tutto di lui.
Il suo odore di muschio umido, la sua altezza, i suoi muscoli forti e potenti, la sua voce calda e profonda, i brividi di piacere che mi faceva venire, il suo sorriso, i suoi occhi color ametista, la morbidezza della sua pelle chiara come la luna e dei suoi capelli neri come piume di corvo.
Lo amavo. Amavo tutto di lui.
Lui era il mio fidanzato. Lui mi amava.
Le nostre lingue calde si intrecciarono, mentre lui mi asciugava le lacrime con il dorso della mano.
Mi prese il volto tra le mani e mi attiró ancora di piú a lui, mentre io gli cingevo il collo con le braccia.
Quando ci staccammo le mie lacrime erano sparite, ma sentivo ancora gli occhi umidi.
Le nostre labbra erano una a un palmo dall'altra, ansimanti.
Lui mi sorrise per tirarmi sú.
"Nebbiolina..." Sussurró.
Sorrisi anche io.
"Antares..."
Ci abbracciammo con semplicitá.
"Voglio passare quest'ultima sera con te."
Mi sussurró all'orecchio.
"Idem."
Scendemmo per cenare.
Mangiammo insieme, parlando e sorridendo.
Poi andammo sul divano e guardammo un film, anche se in realtà facevamo di tutto tranne che guardarlo.
Diciamo che invece abbiamo fatto una bella pomiciata.
Questa è continuata anche a notte fonda.
Prima che ci addormentavamo, stanchi e con le labbra gonfie dai baci, restammo in silenzio a riprendere fiato.
"Ti amo Scarlett." Disse.
"Anch'io Antares." Risposi.
Poi entrambi sprofondammo nel mondo dei sogni.

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