Cambio d'idee

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La mattina dopo mi svegliai presto. Fuori era ancora buio e dalla finestra flueva la luce chiara e obliqua della luna. Baciava perfettamente il viso di Antares, ancora dormiente. La sua pelle chiarissima esaltata dal bianco lunare sembrava brillare.
Restai abbracciata a lui fino a che non si sveglió, aprendo lentamente le palpebre e guardandomi spaesato, mentre focalizzava ancora i ricordi della notte scorsa.
Dopo uno sbadiglio mi sorrise e ci baciammo per darci il buongiorno, anche se fuori era ancora buio.
"Ciao nebbiolina." Mi sussurró.
"Ciao." Risposi e mi accoccolai ancora di piú sulla sua spalla.
"Sai che ore sono?"
Mi girai per guardare l'orario sul telefono.
"Sei meno un quarto."
"Da quanto sei sveglia?"
"Non lo so, forse dieci minuti."
Mi accarezzó la schiena e i fianchi, mentre ci godevamo il silenzio e i profumi dei nostri corpi.
"Ieri non ho messo il preservativo..."
"Fa niente. Devi sapere che sono a un passo dalla sterilità, dovrei farlo tantissime volte per rimanere incinta."
"Puó succedere di tutto peró..."
Gli misi l'indice sulle labbra. "Va tutto bene."
Mi sorrise e restammo alcuni minuti in silenzio.
Poi il suo sguardo s'illuminó e mi guardó con un sorriso malizioso.
"Vuoi il secondo round?"
Ricambiai il sorriso. "Sí."
Ci saltammo letteralmente addosso, mentre ci limonavamo con foga, amore e piacere.
In poco finimmo sopra le lenzuola verso i piedi del letto, io sotto di lui.
"Vuoi stare sopra o sotto stavolta?" Mi chiese Antares, a un palmo dalle nostre labbra ansimanti.
"Ieri mi hai permesso di farti tutto ció che volevo... Ora è il tuo turno."
Mi prese per la vita e mi giró, mentre sentivo la sua erezione a un soffio dal mio culo.
Si alzó sulle ginocchia ad ammirarmi da dietro, poi mi prese i polpacci strascinandomi in avanti verso i cuscini. Sentii i suoi denti sul mio culo, le sue labbra e la sua lingua.
"Quanto sei bella, in tutti i sensi..." Commentó, dandomi un leggero schiaffo.
Poi mi mise a pecorella e fece sprofondare la mia testa nelle lenzuola, godendosi la visuale.
Dopo mi appiattii sul letto e si mise sopra di me.
Inumidí il mio buco ed entró, spingendo con forza ma in modo veloce, non lento come altre volte.
Mentre mi montava come un animale io gemevo selvaggiamente; non riuscivo a controllarmi.
Lui spingeva e qualche volta mandava versi rochi e pieni di piacere.
Mi bació la zona tra le scapole e aumentó di colpo la velocitá, facendomi perdere fiato.
Poi mi appoggiai sul gomiti in modo che lui me le potesse prendere; le palpó e stuzzicó i capezzoli fino a farli diventare rossi.
Nella parte finale lui cominció a spingere con la schiena dritta, guardando il soffitto e lanciando gemiti o mordendosi il labbro inferiore.
Io ormai oscillavo avanti e indietro per la potenza delle spinte, stringendo le lenzuola e affondando la testa nelle coperte.
Lui si abbassó al mio orecchio.
"Preparati nebbiolina, ricorderai questo orgasmo per il resto della tua vita."
Poi si rialzó e aumentó di nuovo la velocitá e la forza delle spinte a mille. Pensavo che mi stesse caricando un toro.
Quando venni gemetti il suo nome e sospirai soddisfatta.
Lui si staccó da me delicatamente ma mi rimase sopra. Mi abbracció dolcemente da dietro e mi bació tra le scapole.
Io mi sollevai sui gomiti mentre mi baciava il collo amorevolmente, spostando i capelli con una mano.
Poi rotoló di fianco a me a pancia in su, mentre mi giravo verso di lui.
"Ti amo." Disse.
"Anch'io." Risposi.
Poi ritornammo sotto le lenzuola e ci riaddormentarmi fino a tardi.
Mi svegliai alle dieci, mentre Antares si era giá vestito ed era seduto sul bordo del letto dal mio lato, come a fare da mio angelo custode.
"Che ci fai cosí?" Gli chiesi con gli occhi impastati.
Lui giró la testa e mi sorrise forzatamente. "Stavo... Riflettendo."
"A cosa?" Mi alzai e appoggiai la mia testa sulla sua schiena, coperta da una maglietta.
"Se il Demone prenderá anche noi... Insomma, io vivo qui da quando sono letteralmente nato e non ho mai visto né sentito questo Demone di Stoccolma. Ma ora... Harley, Akash e Diana sono scomparsi, e forse lo fará presto anche Liam. Ma se a noi ci risparmiasse?"
"Non è un'ipotesi da scartare... Forse ci risparmierebbe se viviamo qui e non facciamo nulla di male."
"Con me l'ha fatto per anni. Probabilmente lo fará anche con te."
Si giró e mi accolse tra le sue braccia muscolose. Mi accoccolai sul suo petto, caldo anche sotto il tessuto della maglietta, e restammo cosí per un po'.
"Sei fredda, mettiti qualcosa." Mi consiglió Antares.
Mi alzai e mi vestii con una sua maglia e dei pantaloncini della mia taglia che aveva trovato in quei giorni.
Scendemmo per fare colazione e poi andammo in sala a scaldarci davanti al camino.
Acceso creava un'atmosfera piacevole in tutta la casa, ma a me piaceva stare davanti a godermi il calore forte, come quando ero piccola.
Antares era seduto sulla poltrona che mi osservava, mentre io mi ero messa le cuffie e ascoltavo Melanie Martinez.
Mi raggomitolai sulla sedia sorridendo felice, e leggermente assonnata dal comodo caldo.
All'improvviso le cuffie si fermarono. Tendevano a farlo, in effetti erano molto vecchie. Come sempre scollegai il Bluetooth e lo riattaccai. Nel mentre sentii delle voci familiari. Quella di Antares e quella di Liam.
Decisi di mettermi le cuffie ma non trasmettere musica per ascoltare il loro vivo discorso.
"Di cos'hai bisogno Liam?"
"Perché la guardi in quel modo?"
"In quel modo come?"
"Lo sai come."
Antares fece una smorfia quasi disgustata. "Sei geloso per caso?"
"Io? Mi prendi in giro?"
"E allora cosa vuoi?"
"Stai lontano da lei."
Antares rise piano. "Allora sei geloso..."
"Ti ho detto di stare lontano da lei."
"Neanche per sogno."
"Guarda che lei è la mia fidanzata."
Mi tolsi le cuffie e mi girai di scatto. "Che cazzo stai dicendo?! Non ci siamo nemmeno mai toccati io e te!"
Antares sgranó di poco gli occhi, ma si rilassó subito. "Quante bugie dirai ancora Liam prima di arrivare al punto?"
Lui fece una smorfia. "Io parto domani Antares, che a te piaccia o meno."
"Ok?"
Liam aprii di poco gli occhi.
Antares alzó un sopracciglio, accigliato. "Come pensavi che avrei risposto?"
Liam scosse la testa e andó al piano di sopra.
Io e Antares ci guardammo.
"Tu andrai con lui?"
"Non ne sono sicura..."
Annuí piano, guardando il basso.
"Io non ti fermeró se vai con lui. Sei libera di fare quello che vuoi, sappilo."
Mi alzai e corsi da lui, abbracciandolo.
Forse Liam aveva ragione, dovevamo uscire da qui.
Forse Antares aveva ragione, dovevo farlo per Grace e per papá.
Dovevo tentare. Ma se non sarei uscita da li entro qualche ora, sarei tornata da Antares. O almeno ci avrei provato.

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