A metá film sentii degli altri passi, inconfondibilmente pesanti.
Antares si sedette vicino a me, silenzioso.
Io ero ancora nervosa da ció che mi aveva detto Liam. Ma chi si credeva di essere? E soprattutto, era proprio scemo.
Dopo qualche minuto Antares mi guardó. "Perché sei arrabbiata?"
"Non ha importanza."
Mi accarezzó una gamba. "Sei sicura.di non volermi dir niente?"
"Sí."
Restammo in silenzio per altri secondi.
"Se non mi dici la motivazione, voglio almeno farti sentire meglio." Disse, e mi cinse un fianco, stringendomi a lui.
Dalla sua maglietta non sentivo il suo calore e i suoi muscoli, cosí misi la testa sotto e sbucai dal collo per respirare il suo profumo. Ora ero piú tranquilla a contatto con la sua pelle.
Cominciai ad accarezzargli pettorali e addominali, sfiorando ogni muscolo.
Lui intanto mi osservava da sopra.
Poi mi prese entrambe le gambe, e mi ritrovai rivolta verso di lui e che davo le spalle alla tv.
Cominciammo a limonarci, mentre lui si tolse la maglia per facilitare le mie carezze sul suo petto.
Dopo qualche minuto le nostre mani andarono dapertutto.
Gli premetti il cavallo dei pantaloni, sentendolo duro.
Sorrisi maliziosa, mentre lui mi osservava attentamente.
"Mi vuoi?" Mi chiese, sorridendo sensualmente.
"Certo."
Ci sdraiammo sul divano, io sotto di lui, mentre ci continuavamo a baciare con foga.
Quando eravamo rimasti solo in intimo, lui mi tolse la mutandina, baciandola e annusandola.
Mi guardó la figa ormai umida, e mi sorrise mordendosi il labbro inferiore.
Infastidito dal volume alto della tv, prese il telecomando e abbassó, ma non spense per non togliere luce.
Poi si rigiró il telecomando tra le mani e me lo infiló dentro.
Inarcai la schiena gemendo, mentre la superficie dura dell'apparecchio elettronico si muoveva dentro di me.
"Non sará lui a farti venire, nebbiolina." Disse Antares, tirandolo fuori.
La punta era tutta bagnata, cosí lui la leccó soddisfatto e poi appoggió il telecomando.
Poi abbassó la testa, mordendomi il clitoride. Cominciai a gemere piacevolmente, mentre lo prendevo per i capelli e lo spingevo contro di me.
"Punto debole trovato." Sussuró lui, poi passó alla parte bassa.
Me la leccó con foga e passione, baciandola e succhiandola.
Ero in preda ai brividi e ai gemiti, cazzo se lo amavo.
Cominciai a spingere contro la sua faccia per farmi venire, mentre la sua lingua si muoveva ancora dentro di me.
Venni con un gemito di puro piacere, squirtando come una fontana.
Lui si leccó il mio liquido, poi ci guardammo sorridenti.
Si avvicinó alla mia bocca e mi bació, intanto mi mise sopra di lui.
"Fai di me ció che vuoi." Disse semplicemente.
"Ok." Risposi sorpresa e contenta, mentre gli strappavo i boxer.
Glielo tastai, era duro come il marmo.
Mi tolsi il reggiseno e mi sedetti su di lui, sfregando i nostri organi. gemetti mentre lui sorrise. Metteva piacere a entrambi.
Poi mi alzai di poco e me lo infilai dentro, cominciando a cavalcarlo con velocitá e forza.
Le mani di Antares finirono sulle mie cosce e accarezzavano anche il mio culo, aiutandomi a muovere durante le spinte.
Verso la fase finale aumentai la velocitá, facendolo gemere insieme a me.
Mi diede uno schiaffo sul culo, mordendosi il labbro inferiore.
"Continua." Disse, mandando un sospiro di piacere.
Continuai e venni, ma mi mossi ancora per far venire anche il mio fidanzato.
Dopo ci fermammo. Ansimavamo mente eravamo tutti e due mezzi sudati e stanchi.
Mi appoggiai sul suo petto, respirando affannata.
"Sei brava a stare sopra." Mi sussurró lui.
"Grazie, ma preferisco te sopra di me." Risposi.
Ci baciammo brevemente e restammo a uniti per un bel po', fino a che Antares non mi prese e mi portó sú.
Mi mise sotto le coperte e ci riabbracciammo ancora nudi, mentre sprofondavo nel sonno nel suo odore di muschio.
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Il Demone di Stoccolma
Mistério / SuspenseUna delle leggende urbane piú spaventose della Svezia è quella del Demone di Stoccolma; un essere mutaforma che abita nei boschi cupi e selvaggi della cittá e rapisce le persone per usarle come cavie nei suoi terribili esperimenti. Un gruppo di ami...