Il pomeriggio andai con Diana a fare una passeggiata nel bosco.
Non pensavo alla teoria che Antares fosse il Demone di Stoccolma. Lui non poteva esserlo, ne ero sicura.
Ma ora volevo parlare con Diana senza che nessuno ci dividesse. Lei aveva ragione: sarebbe morta presto, e me lo sentivo anche io.
Nella foresta mi portai gli auricolari, e uno me lo misi sull'orecchio mentre ascoltavo da Spotify la mia playlist composta da sole canzoni di Melanie.
Lei era una delle poche cose che restavano della mia vita passata, e che mi piacevano ancora anche se ormai la mia nuova parte mi aveva presa completamente.
Mi sentivo una nuova donna da quando Antares mi aveva baciata. Mi sentivo piú forte. Ma non per causa sua. Il bacio era stato come lo sblocco che alla mia nuova parte aveva permesso di esplodere e diventare ció che sono tutt'ora.
"Di cosa vuoi parlarmi?" Le chiesi.
Fece una smorfia, sorridendo, ma i suoi occhi erano stanchi. "Non posso fare altro che aiutarti prima di morire Scarlett. Voglio aiutarti contro il Demone anche da morta."
"No, non devi farlo." Risposi seria. "So giá come proteggerti dal Demone di Stoccolma. Parla di ció che vuoi."
Inizió a raccontarmi di tutte le sue passioni, della sua vita, dei suoi momenti di gloria e i suoi piú vivaci ricordi. Io l'ascoltavo, commentavo qualche volta in modo ironico, e piano piano i suoi occhi acquisivano colore, brillavano di gioia e non piú di tristezza, rideva spensierata come una bambina.
Era stato uno dei piú bei momenti della mia vita nella Demoniaca.
La sera eravamo rientrate, lei peró non aveva perso il sorriso. Sapeva che forse, una di quelle notti, sarebbe stata presa. Ma voleva morire serena. Ormai si era rassegnata.
Entrate in casa, vidi Antares sul divano e sentii i passi di Liam al piano di sopra.
Nel corridoio io e Diana ci salutammo.
"Buonanotte Diana." Le dissi.
"Grazie Scarlett. Promettimi di morire con un sorriso."
Sorrisi e annuí, quasi commossa. Die with a Smile di Bruno Mars e Lady Gaga era la sua canzone preferita. Se non avrebbe detto altro durante la notte, sarebbe morta con il titolo della sua frase preferita sulle labbra.
Lei salí le scale, ricambiando il mio sorriso, e andó in camera.
Entrai in sala, mentre Antares era disteso su tutto il divano. Appena mi sentii arrivare si giró subito verso di me, dischiudendo le labbra.
"Dove sei stata nebbiolina?" Chiese.
"Ho fatto una passeggiata con Diana, nulla di che." Mi avvicinai a lui e mi sedetti sul bordo del divano.
Lui si spostó, sedendosi a sua volta, ma mi prese e mi posó sulle sue gambe con amore e delicatezza.
Gli cinsi il collo, tenendomi a lui mentre spostava le sue mani sui miei fianchi.
Ci baciammo passionatamente con la lingua, poi ci staccammo per ridere soddisfatti.
Passammo la serata distesi sul divano, io sul suo petto e lui che mi faceva le coccole.
Quando cominciai ad avere sonno lui mi portó di sopra e mi distese sul letto.
"Vado a farmi la doccia." Disse.
"Vengo anch'io."
"Volentieri."
Andammo in bagno e ci svestimmo a vicenda, lasciando i nostri vestiti aggrovigliati sul tappeto.
La doccia si Antares era una specie di sauna; si poteva mettere il vapore, aveva degli spruzzi che fungevano da idromassaggio e si poteva sedersi su un rigonfiamento costruito apposta.
Entrammo e ci lavammo, uno curava l'altro.
Poi ci sedemmo, godendoci in silenzio il vapore caldo. Ero appoggiata sul suo petto, ascoltando il suo battito costante e rilassante.
Sfiorai per sbaglio con le dita la sua cicatrice a x.
"Posso richiederti come te la sei fatta?" Chiesi.
"Me l'hanno fatta i serpenti." Rispose. "Con le zanne. Ne avevo visti un paio nella foresta ed erano storditi dal freddo. Volevo prenderli e scaldarli a casa, ma due mi morsero. Visto che non erano lucidi avevano strusciato i denti e mi avevano aperto la ferita."
Sgranai di poco gli occhi, sorpresa. "Ha fatto male?"
"Un po'... Ma ora è tutto passato." Mi prese il volto e mi bació.
Continuammo a coccolarci tra il vapore, poi dopo un paio di minuti uscimmo.
Mentre eravamo in accappatoio mi prese a mo' di principessa e mi portó sul letto per baciarmi.
"Vuoi scopare?"
"No. Voglio solo baciarti fino a farti perdere la testa."
Buttó dentro la lingua, assaporandomi con foga mentre muovevamo le labbra disperati. Volevamo l'altro sempre di piú.
Non facemmo l'amore, ma ci limonammo fino a che i nostri capelli non furono asciutti e le nostre labbra gonfie.
Era l'una di notte quando stavamo ansimando stanchi, io sul suo petto, ed eravamo ancora in accappatoio.
Non avevo le forze di mettermi dei vestiti.
"Ti amo nebbiolina."
"Ti amo anch'io Antares."
Dopo spense la luce, e mi addormentai cullata dal suo respiro profondo.
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Il Demone di Stoccolma
Mystery / ThrillerUna delle leggende urbane piú spaventose della Svezia è quella del Demone di Stoccolma; un essere mutaforma che abita nei boschi cupi e selvaggi della cittá e rapisce le persone per usarle come cavie nei suoi terribili esperimenti. Un gruppo di ami...