I ramoscelli scricchiolarono al suo passaggio, cosi come le foglie.
I raggi del sole filtravano tra i rami degli alberi creando a terra un tappeto magico di colori.
L'acqua del ruscello vicino impregnava l'ambiente di umido e di un suono soave e piacevole, questo le permise di rilassare quella tensione che si era diramata nel suo corpo non appena aveva intravisto un cervo brucare l'erba vicino ad un cespuglio. Non ne aveva mai visto uno prima d'ora. Non vivo.
Ripensò alla fame e all'essenziale bisogno di cibo, ma vedere quel cervo ignaro e senza paura osservarla cosi le fece pensare che ucciderlo sarebbe stato ignobile e vergognoso quasi. E il cervo la guardò, guardò il luccichio del coltello affilato che teneva in mano, chiedendosi cosa poteva essere e a cosa serviva. Guardò il suo viso, colmo di senso di colpa e rabbia per il mondo in cui viveva. Inclinò leggermente la testa osservando tutto di quella donna e nell'attimo in cui si riabbassò per brucare dell'altra erba, in quel momento cosi delicato e spensierato, intravide con la coda dell'occhio uno spostamento d'aria.
E poi il buio.
Aleida rimase paralizzata: il cervo era caduto a terra colpito da un'arma, un coltello lungo dalla forma squadrata, il manico nero contornato da particolari disegni bianchi.
La consapevolezza le pervase il corpo e le provocò un brivido che arrivò fino alla punta dei piedi. L'arma non era sua. Non aveva colpito lei il cervo.
Alzò lo sguardo cercando da dove provenisse quel coltello cosi particolare ma non trovò niente, solo il verde della foresta immobile.
Un altro spostamento d'aria.
Si girò dove aveva sentito le foglie spostarsi ma niente. Si alzò il cappuccio e si mise la sciarpa che teneva sotto la mantella sul viso, un po' per non farsi riconoscere e un po' per nascondere il timore che l'aveva ricoperta di brividi. Dopotutto il cervo alla fine era morto comunque.
Vide un altro coltello sbucare dai rami di un pino leggermente più basso rispetto agli altri, era diretto verso di lei.
Si abbassò e ringraziando i riflessi acquisiti nel tempo, il coltello colpì il tronco di un albero dietro di lei. Aveva il cuore in gola. Nonostante il battito forte e continuo nel petto decise di girarsi per osservare meglio quella strana arma.
Non fece in tempo a vedere una figura dietro di lei che la spinse a terra e la prese dal collo strattonandola contro il tronco, lo stesso dove era piantato il coltello.
Ebbe un quarto di secondo per vederlo in viso: aveva una maschera nera dove occhi, naso e bocca erano disegnati in bianco, sembrava appartenere a qualche tribù antica. Si rese conto che non lo aveva mai visto nel suo villaggio. Da dove proveniva?
Aleida prese il coltello vicino a lei e provò a colpirlo ma evidentemente l'uomo mascherato aveva riflessi ben più allenati dei suoi: si riprese il coltello con forza e dopo una serie di movimenti e spintonate, Aleida rimase disorientata. Seppe solo che in qualche modo le era comparso un graffio sullo zigomo. Le bruciò, ma si costrinse a dimenticarsene subito.
Si ritrovò con un coltello puntato alla gola e le braccia totalmente immobilizzate sopra la testa da una mano inguantata.
Il respiro affannoso le faceva alzare e abbassare il petto.
Di lui invece neanche il segno di fatica o di sforzo.
Sentì sul suo viso il tessuto della sciarpa scivolare e sgranò gli occhi, doveva far qualcosa per tenerla su. Provò a liberarsi dalla stretta ma uno strattone più forte le tolse il fiato.
La sciarpa ricadde dal suo viso e scivolò lentamente fino al suo petto. Si stupì quando la presa cessò leggermente, fino a lasciarle completamente le braccia e il collo libero.
L'uomo si allontanò come scottato, esitò ancora per un attimo e poi corse via.
Aleida rimase li, senza capire cos'era appena successo. Aveva quasi rischiato la morte e dopo un secondo era di nuovo libera perché il suo assalitore era scappato via.
E in tutto questo il cervo era rimasto li, fermo immobile, privo di quel senso di tranquillità e spensieratezza che si trascinava poco prima brucando l'erba e osservando il mondo che lo circondava.
Quel coltello però, gli era ancora centrato in pieno viso.
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L'Arte del silenzio
Science FictionIn un mondo lontano da quello che conosciamo oggi. Un futuro dove il nucleo della terra ha subito un collasso e ha avuto conseguenze catastrofiche sulla società. L'umanità ha subito conseguenze disastrose e ha dovuto ricominciare da zero. Le persone...