Cap. 5 La vecchia chiesa

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Fu veloce, uno sfruscio dietro delle foglie di un albero a pochi metri da lei, da dove proveniva il coltello.

Si avvicinò con cautela, sfilandosi il coltello dallo stivale in caso di qualche attacco. Pensò che forse era di nuovo quell'uomo mascherato, che era stato mandato li per ucciderla e porre fine ai suoi giorni a causa di quello scontro quando era andata a caccia, perché forse non gli era andato bene il fatto che alla fine il cervo se lo prese lei.

Il respiro le divenne pesante e brividi le pervasero il corpo. Una gocciolina di sudore fredda le solcò il viso scendendo dalla tempia.

E poi notò una cosa strana, una cosa che in quel momento non capì se la sollevò o se la fece preoccupare di più: dal coltello sgocciolava sangue.

Si guardò intorno, sentendo il cuore pulsarle nelle orecchie, altre goccioline scesero dalla tempia fredda, il suo fiato ormai aveva superato il rumore della natura intorno a lei. Fino a quando non lo vide. A terra privo dei sensi, o cosi le sembrò, una mano priva del guanto nero che si ricordò di aver visto qualche giorno prima durante la caccia. Sembrava colma di tagli.

Non seppe cosa fare, troppe cose per la testa, pensò di ucciderlo ma si ricordò che lui l'aveva privata di tale fine nel momento in cui la sua sciarpa cadde.

Si avvicinò con cautela, mantenendo fisso lo sguardo, percependo ogni piccolo movimento del suo corpo. La tensione la divorava da dentro.

Fu tanto vicina da poter sollevare la maschera e svelare il viso che suppose trovarvi al di sotto. Ma non lo fece, forse un po' per paura, forse per rispetto. Decise che era meglio aspettare.

Gli toccò una spalla e scoprì che al di sotto del mantello vi si trovava una specie di armatura in pelle. Strinse un po' di più la presa per svegliarlo ma niente. Decise che era meglio portarlo via da li, dopotutto non sapeva ancora perché era ferito e dunque un presunto assalitore poteva trovarsi a qualche metro da loro.

Provò a sollevarlo dalle spalle e si mise un braccio attorno al collo, stringendogli il polso. Pesava più di quanto aveva immaginato.

Udì in piccolo gemito provenire dall'uomo e quasi lasciò la presa rischiando di farlo cadere nuovamente per lo spavento. Rimase ferma per qualche secondo provando a capire se fosse ancora privo di sensi oppure no. Dopo una risposta di silenzio riprese a camminare verso i rifugi.

Aspetta.

Si rese conto che non poteva portarlo ai rifugi, probabilmente era uno del ''fuori'', come minimo lo avrebbero ucciso e con molta probabilità anche a lei sarebbe aspettata qualche punizione.

Pensò di poterlo nascondere in un qualche rifugio abbandonato, ma l'idea per quanto buona poteva essere non le piacque. Rimase il problema di come entrare nel villaggio.

Solo in quel momento ripensò alla lei da piccola: quando voleva giocare con i suoi amici e si allontanavano spesso dal villaggio, ma non abbastanza da perdersi. Un giorno, quasi per caso, decisero di aggirare il lago, quello era un punto di riferimento e non potevano perdersi.

Iris intervenne dicendo che Frederick una volta, durante uno dei suoi tanti racconti che dedicava al villaggio durante serate speciali, raccontò di una vecchia chiesa dall'altra parte del lago, dove le anime buone si nascosero per anni durante la ricaduta verso il collasso del pianeta. Decisero che quello sarebbe stato il loro posto. Se dovevano prendere decisioni importanti o confidarsi segreti sarebbero sempre andati li. Era una struttura altissima, con grandi vetrate colorate. Una parte era incastrata nella roccia della montagna, lasciando immaginare che continuasse all'interno della montagna. Cosi rimase l'accordo tra i quattro amici. Lei, Ethan, Iris e Lucas... preferì non ricordare oltre.

L'Arte del silenzioWhere stories live. Discover now