Cap. 11

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<<Corri veloce per essere ridotto in quel modo>> disse iris con una smorfia mentre si sedeva accanto all'amica, sui gradini interni della chiesa, dove da giorni riposava il ragazzo.

<<Prendete, ho preparato questi qualche ora fa ai rifugi, non dovrebbe essere troppo male>> Iris gli porse due contenitori con della zuppa fumante all'interno, Aleida ricordò che Iris era molto brava con le erbe mediche, le tecniche curative e le pratiche erboristiche, ma con tutto il resto era meglio non pensarci. A caccia se la cavava discretamente ma in cucina era meglio non discuterne, si finiva sempre per litigare quando si tirava fuori il discorso. Abitudine era infatti quando cucinava Iris apprezzare e non fare commenti negativi o costruttivi. In pratica se non le veniva fatto un complimento potevi scordarti la sua fiducia e un sorriso per i prossimi 3 giorni, poi se ne dimenticava.

Un inaspettato brontolio dello stomaco la spinse ad assaggiare.

<<Come sempre buonissima!>> Fu disgustoso. Cercò di nascondere un riflesso di conato e incrociò gli occhi con il ragazzo seduto di fronte a lei.

Iris lo guardò carica di aspettative. Cercò di comunicarglielo con lo sguardo, i suoi occhi sbarrati sembrarono voler chiedere pietà. In aggiunta gli tirò un piccolo calcio all'altezza della caviglia e lui sussultò <<Si certo. Molto buono>>.

Represse un piccolo sorriso nel momento in cui lui la guardò di nuovo e lei non potè fare a meno di notare le occhiaie scure scolpite e un graffio sullo zigomo.

<<Grazie me lo dicono spesso, in effetti penso di avere una dote nella cucina, dovrei dedicarmi più spesso a->> Aleida la interruppe <<Ma no! Se ti metti a cucinare chi si occuperà dei rimedi naturali, la tua dote sono sicuramente le tecniche erboristiche>>

Iris abbassò lo sguardo e ci pensò per un momento <<Bè ci sono anche altre persone al villaggio che sono specializzate nelle cure e nelle pratiche medicinali...>> Con un gesto della mano la interruppe nuovamente, intenta a mandare giu un sorso della zuppa calda <<Ma tu sarai molto più brava, fidati quella è la tua strada>> cercò di farla ragionare, l'idea di Iris che cucina per tutti ai rifugi le fece
passare un brivido lungo la schiena.

Tornò a guardare il ragazzo di fronte a lei <<E tu come ti chiami?>>

Alzò lo sguardo e prima di rispondere sembrò dubitare <<Da dove venite? avete parlato di rifugi e di un villaggio>> Iris sembrò quasi offesa e intenta a rispondere con tono. Venne fermata da un gesto con la mano di Aleida <<Se tu rispondi posso darti qualche informazione, dopotutto siamo noi ad avere salvato te...>>

Le sopracciglia incurvate e improvvisamente un tono più freddo e carico di rabbia <<Io non vi ho chiesto niente>>

Le braccia incrociate sul petto delle due ragazze e lo sguardo fisso su di lui, dopo qualche interminabile secondo lo fecero sospirare <<Mi chiamo Zachary>>

<<Perfetto>> Aleida mandò giù un altro sorso dell'interminabile zuppa. Notò che Iris l'aveva già finita e si stava alzando per andare a posare la ciotola di legno.

<<Arriviamo da un villaggio dall'altra parte del lago, viviamo in rifugi costruiti dopo la Grande Ricaduta>>.

Zachary sembrò chiedere con lo sguardo delle altre informazioni. Si formò un piccolo sorriso soddisfatto sul viso di Aleida <<Ora è il tuo turno...>>

Alzò le sopracciglia stupito e poi si decise quando vide Iris che tornava a sedersi attenta a sentire il discorso <<Vengo da un villaggio ai piedi di una montagna, dall'altra parte, quindi da qui non si vede>> disse indicando verso una parete della chiesa. Sembrava parlare di una montagna abbastanza lontana.

Aleida sentì il bisogno di sapere di più: <<E stato costruito dopo la Ricaduta? Ci sono dei rifugi?>> Sul volto del ragazzo si alzò un angolo delle labbra <<È il tuo turno...>>

Un peso ruvido si fece strada nella su gola e sentì il collo irrigidirsi <<Va bene, non abbiamo molto, viviamo di caccia e il nostro capo si chiama Frederick>> a quel nome Zachary ebbe un sussulto, ma Aleida non ci fece troppo caso.

Il cielo attraverso le vetrate della chiesa iniziò a farsi più scuro.

<<Be' nel mio villaggio si vive di caccia, abbiamo molto oro e oggetti di scambio, la nostra regina si chiama Deva>>

Bene, pensò Aleida. Volle chiedergli cosa intendesse con ''regina'' ma notò che il ragazzo stava battendo i denti.

<<Senti freddo?>> prese la ciotola dalle mani di Zachary e la diede a Iris insieme alla sua.

<<Un po', ma non tanto>> si sfilò la mantella e gliela porse <<Così avrai freddo tu>>

<<Direi che ne hai più bisogno tu, l'inverno è passato da un pezzo>>

Le giornate infatti stavano iniziando a durare di più e durante le ore più calde della giornata non si sentiva più la brezza fredda della primavera.

Iris gli tocco la fronte <<Scotti ragazzo, dovresti riposare, la corsa di oggi ti avrà sfinito>> Aleida sorrise nel vedere Zachary che con calma si accasciava a terra coprendosi con la sua mantella.

Sistemarono le ciotole e i barattoli con la zuppa di Iris e in qualche modo Aleida la convinse a riportarli a casa. Fu una soddisfazione.

Salutò Iris <<Sicura che non vuoi che resti?>> le chiese ma lei la rassicurò.

<<Grazie per avermi aiutato>> il rumore della notte iniziò a farsi sentire. Il frinire dei grilli e le piccole lucciole che illuminavano la notte. I fiori di Amapolisia che si aprivano in radiosi petali arancioni luminosi.

L'amica le accarezzò la guancia con una mano calda e uno sguardo di apprensione <<Ti sei messa in una storia più grande ti te, ma sono felice di aiutarti>>.

Un abbraccio e la guardò poi allontanarsi per il sentiero, illuminata dai fiori luminosi nella notte.

L'Arte del silenzioWhere stories live. Discover now