Cap. 4 Cerimonia per l'arrivo della primavera

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Fu troppo per lei. Troppe indecisioni.

Gettò a terra il sesto vestito, o meglio, il sesto abbinamento di stracci e magliette di colori sbiaditi che insieme potevano formare quel che sembrava un vestito.

<<Basta faccio prima a non venire sta sera, aspetterò te qui che mi porterai un pezzo del cervo a fine serata>> mugugnò Iris, dopo un'infinità di passi avanti e indietro per la sua stanza decisa finalmente di sedersi accanto ad Aleida sul letto.

<<Non esiste! Non starò sola per tutta la serata ad assorbirmi gli ennesimi complimenti, tu vieni con me e non se ne parla.>>

La fissò per un istante negli occhi <<Se vuoi puoi stare con Ethan, anche lui sarà solo...>> le rispose Iris.

Le mise le mani sulle spalle costringendola ad alzare lo sguardo <<Sei tu che mi hai convinto a fine della stagione di andare a questa serata, non puoi abbandonarmi così solo per uno stupido capriccio – le guardare intensamente le iridi azzurro cenere e quasi le parve di intravedere un luccichio - e poi Ethan deve provarci già con la figlia di Frederick>> le ammiccò un piccolo sorriso e insieme scoppiarono a ridere.

<<Grazie...>> la spinse giù dal letto sorridendo e le disse di sbrigarsi che ormai iniziava a farsi tardi.



Il suo abito quasi toccava terra, il tessuto doveva appartenere a quello di una maglietta di una viola sbiadito, colmo di pizzi e ornamenti che le aveva fatto la madre con tanta cura qualche giorno prima.

I capelli raccolti in una treccia, qualche ciuffo le era ricaduto sul viso; gliela fece Iris in tutta fretta nel momento in cui si resero conto di essere in ritardo.

Delle candele colorate illuminavano il piccolo sentiero che univa i rifugi in una rete in mezzo alla foresta. Davanti al municipio vi erano dei tavoloni in legno ea parte uomini che cucinavano su un falò quello che rimaneva del cervo. Un brivido le percosse la schiena.

Insieme, si diressero verso quella che sembrava la testa riccioluta del loro amico, ogni giorno sempre più alto pensava Aleida nel momento in cui gli appoggiò una mano sulla spalla.

E lui si voltò <<Hei ragazze! Vieni allo stato? – le strinse in un abbraccio – Ale ho visto il cervo, sei stata brava...>> si zittì non appena vide lo sguardo minaccioso della ragazza.

<<Sì cioè, in realtà io, volevo dire...>>

<<Allora, perché non sei con la figlia di Frederick?>> lo interruppe Iris e Aleida le fu grata.

Si grattò la nuca e spostò lo sguardo sul vestito di Iris. Aleida riuscì a vederne le guance arrossare, ma fece come se non avesse visto.

<<Be si chiama Adele comunque... e poi sta sera aveva degli impegni e quindi non ci possiamo vedere>> chissà che impegni, pensavano le due ragazze lanciandosi uno sguardo.

<<So a che state pensando, ma non è così, lei ci tiene a me e farebbe di tutto per stare insieme, quindi mi fido di lei se mi dice che ha altri impegni>> un ricciolo biondo gli cadde sul volto e se lo soffiò via con una piccola smorfia sulle labbra.

Gli sorrise e gli diede una pacca sulla spalla, invitandolo a prendere posto ad uno dei tavoli disposti in file. Sarebbero stati lei, Iris ed Ethan, come lo erano sempre stati, fin da quando erano piccoli. Tranne per un piccolo dettaglio, ma preferì non pensarci in quel momento.



Odiò ammetterlo, ma la carne era squisita, non ne mangiava da molto tempo, per tutto l'inverno non erano riusciti a cacciare granché.

L'Arte del silenzioWhere stories live. Discover now