Cap. 12 Nuove idee, nuovi dubbi

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Era da giorni che correva per il villaggio provando a contrattare con il cioccolato che teneva tanto al sicuro e nascosto da tutti. L'aveva trovato in una piccola grotta ai piedi di una montagna a un paio d'ore dai pressi del lago. Adley non sapeva se era una cosa del tutto sicura aprire un baule vecchio e incustodito, ma al massimo avrebbe visto qualche insetto o qualche piccolo animale morto, pensò.

Aperto il baule trovò tanti sacchetti di juta pieni di cubetti scuri. Per i primi giorni li studiò e li guardò attentamente cercando di intuire quali mali potessero mai portare. In base alle sue esperienze decise che era meglio non assaggiare senza sapere cosa fosse: all'età di sei anni Glenda aveva preparato con tanto amore la cena e per far mangiare le carote a suo figlio le camuffò facendogli credere di star mangiando delle gelatine dolci che ogni tanto in eventi particolari cucinava. Da quel momento, quando Adley scoprì non trattarsi di dolci ma di carote, ogni cosa che gli capitava davanti con un'altissima probabilità che si potesse mangiare, lui doveva avere la certezza che si trattava di cosa si immaginava nella sua testa. In quel momento però, osservando quei piccoli cubetti, non gli veniva in mente niente. Iniziarono a lasciare macchie scure sulle sue dita dopo averli tenuti in mano per qualche minuto e questo lo spaventò un po'.

<<Adley questo è del cioccolato, ma dove l'hai trovato?>> gli chiese sua mamma. Del cioccolato, dove aveva già sentito quella parola? Ne prese uno e lo gustò e i ricordi iniziarono a farsi luce dentro la sua testa. Il gusto cremoso e qualche nota di amaro, la bocca che si impastava sempre di più insieme ai quei mille gusti. Una sensazione più che piacevole. Mai prima d'ora aveva assaggiato una cosa tanto deliziosa.

Si fece raccontare da sua mamma quello che sapeva sul cioccolato e da dove veniva, se esisteva un cespuglio o una pianta magica e soprattutto dove trovarla. Dopo una clamorosa ristata di Glenda, nel mentre che cucinava, gli accarezzò dolcemente il capo scuro <<Tesoro il cioccolato non cresce dagli alberi, ci sono molti processi per farlo diventare buono e gustoso com'è>>. Incuriosito però, domandò ancora dove si potesse trovare la materia prima, era sicuro che lui essendo intelligente e geniale come molti gli dicevano, sarebbe riuscito a trovare un modo per creare il cioccolato più buono mai esistito prima. <<Be - iniziò Glenda un po' perplessa - il frutto nasce su degli alberi mi sembra di aver letto una volta... Però non se ne trovano qui, sono molto lontani e non so se ancora ne esistono in realtà>> Si voltò e tornò a farfugliare con verdure e un pentolone colmo di un liquido bollente, ad Adley non interessava molto quindi distolse lo sguardo.

<<E nella serra di Frederick?>> la mamma ebbe dei colpi di tosse e ci mise un attimo per riprendersi, bevve un sorso d'acqua da un bicchiere su una credenza a qualche passo da lei. <<Amore se Frederick avesse della cioccolata non pensi che allora ne saresti a conoscenza?>> Non aveva tutti i torti pensò. <<Magari non lo dice perché se lo vuole tenere tutto per sé>> . La mamma sospirò sorridendo tra sé e se non sapendo più come colmare l'innocente curiosità di un bambino di nove anni.

Dopo una piccola pausa le sembrò quasi che Adley avesse completamente dimenticato il discorso, ma aveva ancora un dubbio a cui poco prima il figlio non aveva risposto <<Adley>>

Il figlio si riprese dai suoi pensieri <<Si mamma?>>

<<Poco fa ti ho fatto una domanda ma non mi hai più risposto...>> Adley si fece più attento

<<Mi chiedevo dove avessi trovato quella cioccolata, così ben custodita per altro...Sai cosa ti succederebbe se tu mi dicessi che l'hai presa da qualcuno senza che egli non lo sapesse, vero tesoro?>> D'un tratto Glenda iniziò a parlare più lentamente e il tono di voce si fece più tetro e basso. Un brivido pervase la schiena di Adley. <<No mamma assolutamente>> in realtà neanche lui stesso ne era troppo sicuro <<L'ho trovato nel bosco per terra, non sembrava essere nascosto però>> mentì.

Glenda intenza ancora ad affettare una carota si fermò, rimase ferma a guardare verso il muro di fronte a lei <<Qualcuno potrebbe averlo perso, magari ora lo sta cercando ma non lo trova perchè c'è l'hai tu>> riprese a tagliare più delicatamente e ritornò il piacevole e famigliare tono di voce da mamma che teneva ogni giorno. <<Pazienza, per ora va bene così ma dovesse ricapitare non devi assolutamente prendere ciò che trovi per terra non tuo>>

<<Ma mamma neanche se trovassi un lingotto d'oro?>>

Glenda rise e Adley sentì un po' di sollievo ad aver ritovato la sua mamma e non quella spaventosa di poco prima <<E a che ci serve dell'oro? comunque tesoro quello se vuoi puoi prenderlo>> seguì una fragorosa risata di entrambi e nel momento in cui si sentì la porta d'ingresso chiudersi si chiuse il discorso.

<<Aleida, amore dove sei stata?>> le chiese la mamma mentre la figlia maggiore entrò nella cucina ancora con la sua solita mantella addosso e il piccolo marsupio allacciato alla gamba. Che bella che era pensò Aldey.

<<Sono andata un po' al lago con Ethan>>

Nella testa di Adley qulcosa non tornava <<Io sono andato al lago oggi, con Lola>>

<<Be ci siamo stati solo per poco poi siamo andati a caccia, ma non abbiamo trovato molto>> aprì le braccia come a dimostrare che effettivamente non aveva nessuna preda con se'.

<<Va bene, ora andate entrembi a lavarvi le mani che è pronta la cena>> disse la mamma poggiando sul tavolo un grosso pentolone bollente.

Si scambiarono uno sguardo e riuscì a percepire un luccichio di intercezza negli occhi della sorella. Lei non era mai incerta. Socchiuse leggermente gli occhi ma non fece in tempo per parlare <<Su su su ragazzi che si raffredda!>> Aleida ne fu grata e si precipitò verso il bagno.

Dopo cena Adley fu tormentato dai pensieri, era sicuro che Aleida gli nascondeva qualcosa e l'avrebbe scoperto al più presto.

Si girò dall'altro lato sul letto.

Avrebbe potuto offrirgli della cioccolata in cambio di risposte a tutti i suoi dubbi, pensò.

Si girò nuovamente.

L'indomani avrebbe avuto delle risposte, se lo sentiva. Era da giorni che Aleida faceva tardi e si inventava scuse banali. Forse pure la mamma se n'era accorta ma non gli faceva domande. Perchè? se faceva tardi lui si creava il pandemonio nel loro piccolo rifugio. Decise quindi che l'indomani avrebbe aspettato la sorella coma la mamma faceva con lui, a costo di andare a dormire tardi.

Si mise a pancia in su.

Gli tornò in mente una cosa che però non combaciava con le informazioni sulla cioccolata in suo possesso. <<Qualcuno potrebbe averlo perso>> la voce della madre gli risuonò nella testa. Lei gli aveva detto che nella serra di Frederick non poteva esserci della cioccolata, quindi di conseguenza nessuno poteva averne al villaggio. Una sola conclusione gli balenò nella mente: esistevano altri villaggi, altri rifugi, e in uno di questi c'era del cioccolato, o qualcuno che sapeva produrlo. Troppe idee e troppe ipotesi gli si formarono nella testa e alla fine si girò per l'ultima volta da un lato. Basta pensare, non è importante, pensò.

L'Arte del silenzioWhere stories live. Discover now