Cap. 9

0 0 0
                                    

Quello sguardo la intimorì. Tutto di lei aveva timore e paura in quel momento. Brividi le risalirono lungo la schiena e una goccia di sudore le scivolò sulla tempia fredda.

Non l'aveva mai vista cosi.

<<Devo preoccuparmi?>> una domanda docile ma dal tono letale. Iris immobile davanti a lei. Le sopracciglia cosi chiuse da farla sembrare un animale inferocito.

<<Senti se vorrai ti dirò la verità ma devi promettermi che non ne farai parola con nessuno>> solo immaginare cosa sarebbe potuto succedere la spaventò non poco. L'avrebbero cacciata o peggio. Si ricordò che forse avrebbe dovuto lasciarlo nel bosco e andarsene quella mattina al lago dopo la festa per la primavera. Sentì la confusione nella testa e il bisogno di certezze.

<<Certo che me lo dirai>> lo sguardo che potrebbe uccidere chiunque <<Hai idea in che casini ti sei messa? Da dove arriva questo essere? Neanche gli hai tolto quella cosa in viso e-e poi–>> una pausa. Un sospiro forte di frustrazione e improvvisamente Aleida si sentì cosi ingenua e stupida. <<Chi è e da dove arriva?>> la voce di Iris stranamente più calma o forse solo segnata dalla rassegnazione.

Ormai c'era pure lei in quel pasticcio.

Abbassò lo sguardo non sapendo cosa rispondere. La verità era che neanche lei lo sapeva. Iris pretese una risposta avvicinandosi qualche passo più vicino a lei.

Un sussurro difficile da sentire pure in tutto quel silenzio statico della chiesa. <<Non lo so...>> Disse la verità. Lei non aveva idea la più pallida idea di chi poteva essere, di che viso si velava sotto quella maschera, da dove veniva e quali erano le sue intenzioni. Pensò che effettivamente l'avrebbe potuta uccidere o che forse qualcuno lo stava cercando e sarebbe arrivato da un momento all'altro.

L'immagine di lui che scappò nel momento in cui che le cadde la sciarpa dal viso quella mattina durante la caccia le tornò in mente.

<<Senti Aleida io ti voglio bene lo sai, ti ho sempre appoggiato in tutte le tue azioni – un piccolo sospiro - ... però questo potrebbe davvero essere pericoloso e metterci seriamente nei guai>> negli occhi un velo di preoccupazione.

<<Non lo dirò a nessuno su questo ci puoi contare, ma devi giurare che te ne libererai al più presto. Non so cosa gli sia successo ma appena questa situazione finirà – alzò un braccio indicandolo e girò leggermente la testa nella medesima direzione – io non... Aspetta>>

Il tono completamente diverso. Aleida si girò seguendo lo sguardo dell'amica e perse tutto il colore che aveva in viso. Gli occhi sbarrati. La mascella che probabilmente fu già a terra. Il senso di colpa e la sua ingenuità la assalirono.

La sua mantella non stava coprendo più nessuno e la sua sciarpa non fungeva più da cuscino. Non c'era più alcun corpo disteso lì dove poco prima c'era.

La maschera non stava comprendo alcun volto.

Si scambiarono uno sguardo e il panico la assalì.

Iris fumava dalle orecchie e si avvicinò tanto veloce all'amica quasi da spaventarla.

Le strinse forte il polso con fare predicatorio <<Che non ricapiti mai più di metterci in guai cosi grossi hai capito? – annuì velocemente impaurita dalla sua stessa migliore amica – Ora dobbiamo trovarlo>>

A denti stretti si misero a girare nella chiesa e poco dopo si sentì arrivare all'orecchio una domanda che sperò non giungerci mai. Iris le aveva chiesto perché lo aveva portato proprio lì.
<<Ci eravamo ripromessi di non tornarci più dopo quello che è successo>> disse ancora.

Non volle parlarne, era ancora una piccola quanto dolorosa ferita aperta. Pensò che forse mai si sarebbe richiusa. Decise che era meglio dirle semplicemente che era un luogo conosciuto e abbastanza lontano dal villaggio per poter nascondere un corpo. <<Il primo che mi è venuto in mente>> disse con tono indifferente.

Fortunatamente Iris non fece altre domande e per un po' rimase tranquilla.

Passarono un paio di ore e il sole indicava che da lì a quattro o cinque ore sarebbe arrivata la notte.

Ancora nessun uomo mascherato senza maschera. Se la girava tra le mani come fosse un qualche cosa di prezioso. Studiò i disegni sopra e intravide anche delle scritte nella parte interna della maschera ma non ebbe il tempo di leggere che la voce di Iris la raggiunse.

<<Hei Ale è per caso lui l'essere che stiamo cercando?>> una voce ovattata che arrivò da fuori della chiesa.

Uscì correndo e la luce del sole la costrinse a portarsi una mano sulla fronte per coprirsi gli occhi.

Vide l'uomo intento a strisciare giù dalle scale, era quasi all'ultimo gradino. Chissà da quanto tempo era lì.

<<Si è lui...>>

<<Per tutto questo tempo è riuscito ad arrivare solo fin qui?>> Iris rise con tono ironico.

Ancora provò ad allungare il braccio per scendere dall'ultimo gradino ma un gemito di dolore glielo impedì.

<<Ha l'invelenus>> si sentì di giustificarlo.

Il viso di Iris si fece più serio <<Se non lo riportiamo subito dentro infetterà ancor di più le ferite se ancora non si sono chiuse>> uno sguardo all'amica.

<<Le ho bendate ma non so quanto poteva reggere la fasciatura>>

Si avvicinarono all'uomo e questo si girò di scatto impaurito. Scoprì essere un ragazzino, poteva avere qualche anno in più di lei e ne rimase sorpresa.

Le guardava con due occhi impauriti e il viso pallido. Accelerò la sua impresa di scendere l'ultimo gradino. Avrebbe peggiorato la situazione per le ferite.

Aleida lo prese per le spalle e fece per fermarlo ma senza l'aiuto di Iris non ci sarebbe riuscita. Dov'era andata?

La vide spuntare da dietro di lei con qualche foglia e qualche fiore arancione stretti in pugno <<Hai uno straccio o un pezzo di tessuto qualsiasi?>> ci pensò un momento mentre ancora tentava di fermare l'uomo senza troppo successo. Si stava dimenando.

Tirò allora fuori dal marsupio che teneva alla gamba il pezzo di stoffa con cui avvolgeva tutti i coltelli e glielo lanciò.

<<Perfetto>> sentì Iris, intenta a schiacciare i fiori all'interno della sua stoffa bordeaux. Vide un liquido denso e giallastro gocciolarle dalle mani. <<Tienigli il viso alzato>> e così fece. Iris richiuse la stoffa con i fiori all'interno e gliela strinse all'altezza del naso e della bocca dell'uomo. Come per magia si afflosciò sotto le sue braccia.

<<Cosa hai fatto?>> chiese preoccupata e Iris sorrise, contenta della sua opera <<Resterà incosciente solo per un po'>>

La ringraziò con un ceno del capo e insieme lo riportarono dentro la chiesa.

L'Arte del silenzioWhere stories live. Discover now