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La biblioteca di Hogwarts era un rifugio di silenzio, con le sue alte scaffalature e l'odore di pergamena.

Mi ero già preparata a lavorare con Draco, ma la tensione nell'aria era palpabile, come se una tempesta stesse per scoppiare.

Arrivai davanti alle porte chiuse della biblioteca, ma mi fermai prima di aprirle esitando qualche secondo.

Improvvisamente un'ombra si proiettò davanti a me. Era Pansy Parkinson, la sua espressione era di pura furia. I suoi occhi scuri brillavano di gelosia e odio mentre mi bloccava il passo.

"Cosa pensi di fare qui, Blishwick?" sbottò con la voce carica di disprezzo. "Pensavi di poter semplicemente avvicinarti a lui dopo quello che è successo ieri sera?" mi spinse all'indietro con un dito sulla clavicola. 

Parlava di Draco.

Percepivo lo sguardo degli altri studenti su di me, ma non persi la calma. Non avrei permesso a Pansy di intimidirmi.

"Dobbiamo lavorare insieme." le mie parole sembravano deboli e inefficaci.

Pansy si avvicinò ancora di più, la sua voce suonava sibilante come quella di un serpente.

"Non è solo un lavoro, lo sai. Lui non ha bisogno di te e non hai alcun diritto di avvicinarti a lui."

Un'ondata di indignazione mi attraversò.  

"Draco è in gruppo con me." risposi rispingendola indietro con forza. "E io non ho fatto nulla di male." nonostante la spinta di notevole potenza che le avevo dato, sul suo viso si palesò un ghigno.

La sua risata era un colpo secco, un suono gelido. 

"Fai davvero fatica a capire, vero? Non puoi nemmeno immaginare quanto io lo conosca. Ieri sera non ti ricordi vero? Lui che ti sorreggeva mentre eri ubriaca. Uno spettacolo pietoso... e poi chissà dove ti ha portata."

La menzione della festa nel dormitorio di Serpeverde mi colpì come un pugno. Era stato un momento di vulnerabilità per me e sapevo che Draco si era preso cura di me in quel frangente. Ma Pansy non voleva sentire ragioni. La sua gelosia era come una fiamma che bruciava in un camino, pronta ad esplodere.

Mi spazientii.

"Senti Pansy, non riesco ancora a capire cosa vuoi esattamente da me, ma puoi stare pur certa che se avessi potuto scegliere, mai e poi mai mi sarei avvicinata ad un soggetto simile, che non è in grado di provare né affetto né tantomeno interesse verso qualcuno. Quindi ora, se mi puoi scusare, non ho tempo da perdere con gente come te." la scansai col braccio, ma fu troppo tardi quando mi accorsi che dietro l'alta Pansy Parkinson, qualche metro più in là, si celava la figura di Draco che, per mia disgrazia, non si era fatto sfuggire nemmeno una parola.

Il suo sguardo era diverso, quasi triste o deluso. La sua espressione, di solito cupa e corrucciata, si era ammorbidita ed i suoi occhi avevano perso del vigore. 

Mi sentii tremendamente in colpa.

Pansy si girò verso Draco e poi nuovamente verso di me. Aveva un sorriso strafottente in volto che mi fece irritare parecchio.

"Adesso non ti vorrà più, sgualdrina." ridacchiò.

A quelle parole, il mio sguardo si incendiò e le mie mani iniziarono a tremare. Il mio cuore si fermò per un istante, sorpresa dall'improvvisa aggressività. Le sue parole mi bruciarono, ma non avrei permesso che mi intimidisse. 

La afferrai con una mano per il colletto della camicia, stringendo forte abbastanza da farla trasalire. I miei occhi erano fissi nei suoi tanto che vidi le sue pupille iniziare a vacillare. 

"Sei gelosa, Pansy?" le chiesi, la voce bassa e carica di determinazione. "Non mi hai mai considerata una rivale, ma se pensi che i tuoi insulti possano fermarmi, ti sbagli di grosso."

Le sue labbra si disegnarono in una smorfia, ma non cedette.

"Draco mi ama." ribatté con la voce tremante per l'emozione. "Non ti crederai tanto speciale per lui, spero."

"Non sono qui per rubare nulla, ma non tollero che mi insulti senza motivo." replicai.

Il suo sguardo si fece più confuso, un misto di rabbia e sorpresa. Il potere di affrontarla mi riempì di una nuova forza. Lasciai la presa, osservando mentre si sistemava la camicia.

Diedi un ultimo sguardo a Draco, ancora fermo nello stesso punto di prima. Mi guardava ed io guardavo lui, sembrava impassibile, ferito. Era dovuto alle mie parole? 

Mi voltai e corsi al mio dormitorio.

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Ero distesa sul letto, il cuore ancora in tumulto dopo quello che era successo. Le parole di Pansy mi rimbombavano nella testa, fastidiose come un incantesimo andato storto. 

Draco mi ama.

Possibile? Non riuscivo a liberarmi di quel pensiero. Era solo una bugia per allontanarmi da lui o c'era un fondo di verità? 

Mi rigirai nel letto, affondando il viso nel cuscino. Sentivo le lacrime bruciarmi dietro gli occhi, ma mi sforzai di non farle uscire.

Non potevo permettermi di crollare, non adesso. Non dopo che Draco mi aveva sentito dire quelle cose orribili, parole che nemmeno intendevo davvero. Mi sentivo così in colpa. Certo, Pansy mi aveva provocata, ma nel difendermi avevo finito per ferire anche lui e ora non sapevo come rimediare.

"Non posso andare avanti così," sussurrai tra me e me, scostando le coperte. La stanza del dormitorio era buia, ma conoscevo troppo bene ogni angolo per preoccuparmi di inciampare. Mi mossi rapidamente, guidata da un impulso che non riuscivo a ignorare, verso il dormitorio maschile. 

La torre di Serpeverde era avvolta dal silenzio, rotto solo dal crepitio del fuoco che moriva nella sala comune.

Mi fermai davanti alla porta del dormitorio di Draco, sentendo l'esitazione inchiodarmi sul posto. Era una buona idea andare da lui così tardi? Cosa avrebbe pensato? E se fosse stato arrabbiato? Peggio ancora, se avesse confermato quello che Pansy aveva detto?

Strinsi i pugni, cercando di scacciare i dubbi e combattendo l'istinto di tornare indietro e nascondermi sotto le coperte. Non potevo tornare indietro, non ora. Alzai la mano e bussai, piano ma con decisione, alla porta di Draco.

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Buonasera cuccioli miei <3

come state? spero che questo capitolo vi piaccia, ho lasciato un po' di suspance perchè ci piace (non a voi probabilmente) :P

𝑫𝒊𝒇𝒇𝒆𝒓𝒆𝒏𝒕 - 𝑫𝒓𝒂𝒄𝒐 𝑴𝒂𝒍𝒇𝒐𝒚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora