Chiudo la porta alle mie spalle e inspiro profondamente, come se quell'aria fresca potesse calmare il turbinio di emozioni dentro di me. Per un istante, mi concedo il silenzio e la solitudine, ma quando alzo lo sguardo, vedo mia madre di fronte a me. È lì, immobile, con un'espressione tesa e preoccupata, e ogni briciolo di autocontrollo che stavo cercando di mantenere si dissolve.
– Mamma, perché l'hai fatto? – La mia voce trema, spezzata da una delusione che mi brucia dentro. Le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento iniziano a premere per uscire, ma cerco di ricacciarle indietro. Non voglio che lei mi veda così, vulnerabile e delusa, ma è troppo difficile fingere.
Lei mi osserva con uno sguardo colmo di rimorso. È come se ogni parola le fosse già passata per la mente, ma avesse trovato solo il vuoto. Si avvicina lentamente, con passi leggeri, come se temesse che ogni movimento potesse peggiorare la situazione. – Scusa, Mia – sussurra, e la sua voce è così sottile che quasi scompare nell'aria tra noi. – Se avessi saputo cosa avrebbe fatto... se avessi anche solo immaginato tutto questo, non sarei mai intervenuta in quel modo.
Lentamente, allunga le braccia, un gesto che sembra voler annullare la distanza tra noi, come a cercare di confortarmi. Per un attimo resto rigida, incerta se lasciarmi andare o meno, ma poi cedo. Le permetto di stringermi, e in quel suo abbraccio avverto tutto il suo rammarico, la sua pena.
– Ora capisci perché l'ho allontanato dalla mia vita? – le chiedo con un tono carico di disperazione e stanchezza. Mi sembra di non aver fatto altro che lottare per farmi comprendere, per essere vista davvero.
Mia madre sospira, e annuisce lentamente. – Ora sì, Mia... ora l'ho capito davvero – dice con un filo di voce, abbassando la testa, quasi a voler nascondere la sua vergogna. Poi, senza aggiungere altro, si dirige verso la cucina, quasi come se stesse cercando rifugio da questa situazione che l'ha colta impreparata.
Vederla così mi stringe il cuore. Non volevo farla sentire in colpa, e una fitta di dispiacere mi colpisce al petto. – Mamma, non volevo farti sentire così – mormoro, raggiungendola e stringendola in un altro abbraccio, più sincero e meno carico di tensione. Voglio solo che capisca che non la incolpo per ciò che è successo.
Lei mi sorride appena, con un'espressione che cela un profondo dolore. Passa una mano tra i miei capelli, un gesto così dolce che mi fa sentire, almeno per un istante, ancora bambina. – Hai ragione, piccola mia. Scusami tu. – La sua voce è calma, ma nei suoi occhi vedo una tristezza che non si dissolve facilmente. Poi si allontana, dirigendosi verso il giardino, dove sembra trovare sempre un po' di pace.
La osservo mentre si allontana, e un pensiero mi attraversa la mente. – Oh, le piante! – esclamo tra me e me, ricordando di non averle annaffiate oggi. La seguo quindi nel giardino, alla ricerca dell'annaffiatoio, che riempio con attenzione. Verso l'acqua con calma, lasciando che ogni pianta riceva la sua dose, e mi concentro sulla cura che ogni singola foglia sembra richiedere, come se quel piccolo rituale di attenzioni fosse capace di donarmi un po' di tranquillità.
Ogni pianta è speciale per me: le loro foglie verdi, i fiori che sbocciano con colori vibranti, quasi mi sorridono sotto i raggi del sole. Prendermi cura di loro mi permette di distogliere la mente dai pensieri che mi tormentano, come se attraverso il semplice gesto di annaffiarle potessi trovare un po' di equilibrio.
Dopo aver terminato, torno in casa, un po' più tranquilla, ma il vuoto che sento dentro non sembra essersi riempito. Senza pensarci troppo, prendo il cellulare e inizio a digitare. Le mie dita corrono sulla tastiera, quasi in preda a un impulso. Scrivo un messaggio semplice, senza giri di parole, che racchiude tutto ciò che provo: "Ciao Dušan, mi manchi infinitamente." Non mi aspetto una risposta, so che forse non arriverà, ma ho bisogno di lasciargli almeno un piccolo segno di ciò che provo.
Ripongo il telefono, ma non riesco a ignorare l'ombra di preoccupazione che aleggia sul volto di mia madre. Si avvicina e mi scruta attentamente. – Hai sentito Dušan oggi? – mi chiede, e il tono della sua voce è carico di apprensione. La notizia che lo riguarda è pesante, e non fa che alimentare l'ansia che mi tormenta.
Scuoto la testa, cercando di nascondere la mia agitazione. – No, mamma. Non risponde nemmeno ai messaggi... – ammetto, cercando di mantenere la calma.
Lei riflette per un istante, poi mi suggerisce: – Prova a contattare tuo fratello Andrea, forse lui sa qualcosa in più.
La speranza si accende in me all'istante. – Ottima idea! – esclamo, afferrando il telefono e componendo rapidamente il numero di Andrea. Il telefono squilla a lungo, e l'attesa sembra infinita finché, finalmente, la sua voce risuona dall'altro capo della linea.
– Mia? – risponde, e sentire la sua voce è come una boccata d'aria fresca.
– Andrea, ciao! – gli rispondo, sollevata. – Ascolta, per caso hai sentito Dušan? – Gli chiedo senza nascondere l'agitazione che mi divora.
Andrea sospira, e il suo tono si fa serio. – No, Mia. Non è venuto agli allenamenti... immagino tu sappia già il motivo. – Il peso della situazione si riflette nel suo tono di voce, e capisco che anche per lui la mancanza di Dušan è un colpo difficile da accettare.
Anche se lui non può vedermi, annuisco tristemente. – Eh sì... – rispondo, sconfortata.
Ma Andrea, con una fermezza che mi sorprende, afferma: – Mia, sono certo che Dušan non abbia fatto uso di quella roba! – Nelle sue parole c'è una fiducia che mi riempie il cuore. Andrea conosce Dušan, e come me, non dubita della sua innocenza.
Il mio spirito si solleva un po', e un sorriso mi si forma sulle labbra. – Non preoccuparti, Andrea. Faremo di tutto per dimostrare che è innocente. Dušan tornerà presto in campo, ne sono sicura! – La mia voce è piena di determinazione, e la speranza brilla nei miei occhi, più forte di qualsiasi timore.
Andrea ride, e posso quasi immaginare il suo sguardo orgoglioso. – Ci conto, sorellina! – esclama con entusiasmo.
– Ciao, Andrea. Stammi bene – gli dico dolcemente, sentendo un po' di peso sollevarsi dal mio cuore.
– Anche tu, sorellina. Un bacio – risponde, e poco dopo la linea si chiude.
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Occhi Magnetici - Dušan Vlahović.
Fanfiction⚠️IL LIBRO È TUTTO FRUTTO DELLA MIA IMMAGINAZIONE⚠️ Maria Sánchez, conosciuta da tutti come Mia, è una giovane di ventitré anni di origine italo-spagnola. Vive insieme alla madre, dopo che il padre l'ha abbandonata non appena ha scoperto della gravi...