Capitolo 21

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"Che cazzo... perché Felix è da Hyunjin?" Minho si chiese tra sé mentre si asciugava i capelli, osservando lo schermo del telefono "Beh, magari hanno chiarito." Scrollò le spalle, deciso a non dare troppo peso alla cosa. Ripose il telefono e si diresse verso la camera, dove si sdraiò comodamente sul letto.
Non passò molto tempo prima che il telefono vibrasse con un nuovo messaggio.

Jis🖤
Hey, tutto bene? Sei tornato a casa? Io e Changbin ci siamo fermati in centro per un po', adesso stiamo rientrando.

Gli piaceva che Jisung gli raccontasse cosa faceva durante la giornata, anche senza che lui chiedesse nulla.

Minho
Sì, tutto ok! Ho appena fatto una doccia e adesso mi riposo un po' prima di ripassare matematica. Voi che avete comprato di bello?

La risposta di Jisung arrivò in pochi secondi.

Jis🖤
Abbiamo preso delle corde di ricambio per il basso di Felix e per la mia chitarra. Poi siamo passati in agenzia per parlare del colore del lightstick... Ma ti racconto domani, devi studiare, non voglio disturbarti.

Minho sorrise di nuovo

Minho
Lo sai che tu puoi sempre disturbarmi, ahaha.

Jis🖤
Questa volta no, studia! Ci sentiamo domani! Ti voglio bene 💚

Il cuore di Minho si scaldò a quelle parole. Si rendeva sempre più conto di quanto tenesse a Jisung.

Minho
Va bene, allora buonanotte, ti voglio bene anche io 🩷

Sorridendo, spense il telefono e si lasciò sprofondare nel letto con le braccia aperte. Dopo un attimo di quiete, allungò la mano per raccogliere il quaderno di matematica che era appoggiato ai piedi del letto. Iniziò a sfogliare pigramente le pagine, cercando di concentrarsi.
Minho era sempre stato un genio in matematica. Gli bastava un ripasso veloce per rinfrescarsi la memoria sugli argomenti più vecchi, e in effetti non ci volle molto prima che la noia prendesse il sopravvento. Dopo appena mezz'ora chiuse il quaderno con un sonoro sbuffo. "Bene!" disse tra sé e sé, stiracchiandosi e scrocchiandosi la schiena. "È ora di cena."
Si alzò, diretto in cucina. I suoi genitori erano spesso fuori per lavoro: suo padre, impegnato a Busan, tornava a casa solo nel weekend; sua madre, invece, era spesso costretta a fare straordinari in un'azienda prestigiosa, rientrando tardi la sera. Nonostante la mancanza di tempo passato insieme, la loro famiglia era sempre stata unita, capace di capirsi e supportarsi a vicenda.
Aperto il frigo, Minho notò un contenitore di avanzi con un bigliettino attaccato sopra.

"Quando hai fame, scaldalo nel microonde per non più di 1 minuto. Mi raccomando, mangia bene! (:"

Un piccolo sorriso si disegnò sul volto di Minho mentre leggeva quelle parole. "Grazie, mamma," sussurrò con affetto

Finita la cena, Minho ripose con cura il piatto nella lavastoviglie e si diresse nuovamente verso la sua stanza. Sentiva addosso una stanchezza insolita, frutto di una giornata intensa, ma piacevole. Aveva passato la maggior parte del tempo sul set fotografico dei RoseBlood, un'esperienza che ancora faticava a considerare reale. Osservare quel mondo da vicino, quasi dietro le quinte, lo aveva affascinato, anche se tutto sembrava ancora un po' surreale. Eppure, gli piaceva: si sentiva coinvolto in qualcosa di speciale.
Entrando in camera, si lasciò cadere sul letto, fissando il soffitto mentre pensieri confusi gli passavano per la mente. "Forse dovrei dire a Jisung di Felix..." sussurrò tra sé, riflettendo sulla strana sensazione che aveva avuto sapendo che Felix era da Hyunjin. Prese il telefono, quasi d'impulso, come per mandargli un messaggio, ma si fermò prima di digitare.
Rimase in silenzio per un attimo, stringendo il cellulare tra le mani. Non voleva far preoccupare Jisung inutilmente, non finché non fosse sicuro di ciò che stava realmente accadendo. Forse Felix e Hyunjin avevano chiarito e tutto era a posto. Inoltre, non voleva immischiarsi troppo in una faccenda che, in fondo, non riguardava lui direttamente. Era un problema di Felix e Hyunjin , e se avessero avuto bisogno, probabilmente sarebbero stati loro a parlarne.
"Non sono affari miei," mormorò, lasciando che il telefono ricadesse sul letto. Minho sospirò profondamente, consapevole che, per quanto volesse sempre essere d'aiuto, alcune questioni dovevano essere affrontate direttamente da chi le viveva. "Magari domani ne parlo con Hyunjin," pensò, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare al calore rassicurante del letto, mentre la stanchezza della giornata lo sopraffaceva.

A suon di musica |Minsung|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora