La neve iniziava a cadere, soffice e leggera, mentre i due camminavano fianco a fianco lungo la strada. Le loro mani, vicine, si sfioravano a tratti, come se volessero cercarsi, afferrarsi, ma un sottile filo di paura li tratteneva. La società odiava ciò che considerava "diverso", e l'amore, quel sentimento così naturale e magico, sembrava farne le spese. Un concetto assurdo per Jisung. Quando Minho aveva menzionato la parola "omofobia" davanti al cancello della scuola, un brivido gli aveva attraversato la schiena. "Fobia", pensava, "non è una vera fobia, la gente non ha paura. È solo malvagia."
Dopo alcuni minuti di silenzio, Minho ruppe il ghiaccio, osservando la neve che cominciava a coprire le strade. "Sai," iniziò con voce calma, "era da anni che non uscivo così tanto di casa come in questo periodo."
"Neanche con Hyunjin uscivi molto?" chiese Jisung, curioso.
"Ci vedevamo, ma... a casa sua o a casa mia. Non mi piace stare in mezzo a tante persone, mi mette a disagio," ammise Minho, voltandosi a guardarlo.
Jisung sorrise dolcemente. "Anche per me è lo stesso. L'unica cosa che mi ha permesso di vincere un po' la mia ansia sociale è stato esibirmi davanti ai fan. Ma anche così, non è che sia sparita del tutto."
Minho lo ascoltava attentamente, percependo il peso delle sue parole. Jisung si fermò un istante, come per raccogliere i pensieri. "Dovevo immaginare che, essendo sotto i riflettori, ci sarebbero stati commenti da parte delle persone..."
Minho aggrottò la fronte. "Intendi che ti riconoscono per strada?"
Jisung annuì, poi gli raccontò dell'episodio di qualche giorno prima, delle ragazze che lo avevano chiamato e di quei commenti fastidiosi. Minho serrò i pugni. "Quelle str... cavolo! Se succede mentre sono con te, giuro che le pesto! Non mi interessa se sono donne o uomini! Un uomo che sessualizza una donna viene subito criticato, ma una donna che lo fa con un uomo sarebbe normale?! Mi fa impazzire questa cosa!" cominciò a scaldarsi, alzando la voce.
Jisung gli diede una spallata leggera, sorridendo per stemperare la tensione. "Tranquillo, va tutto bene. È passato ormai. Però, beh... sarei curioso di vederti difendermi così, sembri sempre così calmo."
Minho abbassò lo sguardo, e il suo volto divenne più cupo. "Non quando toccano ciò che amo," mormorò, quasi impercettibile, ma il vento trasportò quelle parole fino a Jisung, come i fiocchi di neve che continuavano a cadere. Jisung si fermò di colpo.
Quella parola, "amore", rimbombava nella sua mente. Che cosa significava veramente amare? Era amore quello che sentiva per Minho? Non si era mai sentito dire da qualcuno "ti amo". Il cuore gli batteva forte.
"Jisung," Minho si voltò bruscamente, interrompendo i suoi pensieri. Si avvicinò di qualche passo, e Jisung alzò lo sguardo, fissandolo dritto negli occhi.
"Sì?" rispose Jisung, sentendo il cuore battere sempre più veloce.
Minho sembrava voler dire qualcosa di importante, ma le parole gli tremavano sulle labbra. Jisung sapeva cosa stava per arrivare. Lo aspettava da tempo, eppure l'attesa gli faceva provare una strana calma, mescolata all'agitazione.
"Ti amo, Minho," disse Jisung, interrompendo il silenzio. Quelle parole gli scivolarono fuori dalla bocca con una dolcezza inaspettata. Erano semplici, ma nascondevano un mondo intero di emozioni. Per la prima volta, Jisung si sentiva completamente in pace. Quella, finalmente, era la risposta che cercava: sì, era amore.
Minho ridacchiò, un po' imbarazzato. "Accidenti, volevo dirlo io per primo," si grattò la nuca, sorridendo. Poi, fece un passo in avanti, avvicinandosi ancora di più. "Ma... non voglio dirlo in modo così semplice."
Jisung lo guardava, gli occhi pieni di attesa, il cuore che batteva forte. Aveva bisogno di sentire quelle parole da Minho. Minho sospirò, sfiorandogli la mano con delicatezza.
"Tu sei la mia casa delle vacanze," disse infine, dopo un momento di silenzio.
Jisung aggrottò le sopracciglia, confuso. "Casa delle vacanze?" chiese, ma Minho lo interruppe con una spiegazione.
"Le persone non hanno davvero bisogno di una casa delle vacanze, ma nonostante ciò, la desiderano. Vogliono un posto in cui rifugiarsi, dove rilassarsi, dove sentirsi in pace. Tu sei questo per me. Sei quel posto sicuro in cui posso tornare quando ho bisogno di staccare dal mondo. E, a differenza di una casa che puoi comprare con i soldi, tu... ti ho conquistato con il cuore. E sono fiero di poter offrirti il mio cuore, ogni giorno."
Arrossì leggermente, abbassando la testa, ma Jisung lo abbracciò stretto, riempiendolo di calore. "Ci siamo innamorati in modo inaspettato," mormorò Jisung, "ma d'altronde... l'amore è così, no? Estremamente intuitivo."
Minho sorrise contro la sua spalla, stringendolo a sua volta. "Lo è," sussurrò.i due ripresero a camminare verso casa, sorriso in volto, a volte si scambiavano delle occhiate.
Entrambi erano sicuri che dopo una dichiarazione di sarebbe stato dell'imbarazzo ma invece, non esisteva.
Tra loro quel sentimento era come se svanisse nel nulla con un semplice tocco, una parola."Siamo a casa" Jisung annunció e Chris subito andò in contro ai due
"Finalmente! Forza venite, vi mostro le foto"
Li accompagnò in soggiorno dove aveva già il computer acceso, subito prese il mouse e iniziò a scorrere tra le email salvate fin quando trovò quella dello studio fotografico e aprí il file.
Minho spalancò gli occhi, erano tutti e 3 bellissimi ma, Jisung...aveva una luce diversa.
C'erano 4 foto: una di gruppo, e 3 singole.
"Dobbiamo scegliere se attaccare su un unico poster la foto di gruppo o se fare 3 poster singoli per ognuno di voi"
Chris spiegó brevemente, Jisung annuí scrutando le foto
"Secondo me..." Minho parlò ottenendo l'attenzione di entrambi
"Potreste usare per il poster dell'evento la foto di gruppo, mentre usare le foto singole per sponsorizzarlo sulla vostra pagina instagram"
Chris sorrise guardando Jisung
"Okay faremo così allora" Jisung si alzò allungando le braccia in aria
"Eh?! Sicuro?! Io ho sparato, insomma se hai in mente qualcos'altro...io non faccio nemmeno parte della band dopotutto!"
Minho si alzò a sua volta
"Si ma sei il mio ragazzo, e la tua opinione per me conta"
Jisung rimase voltato dandogli le spalle perché non voleva vedere lo sguardo di Chris, che intanto se la stava ridacchiando sotto i baffi.
Chris era il classico amico che la gente definisce nel fandom al giorno d'oggi "shipper". Anche se sembrava sempre pacato a farsi gli affari suoi, in realtà si divertiva a fare commentini su loro due con Changbin.
"A proposito, Changbin e Felix hanno visto le foto?" Si voltò poi Jisung per cambiare argomento
"Sono stati loro a dirmi di fare scegliere a te, d'altronde sei il leader"
Jisung annuí
"Bene, allora scrivo una mail e confermo che useremo la foto di gruppo per il poster, Jis tu posta su instagram quelle singole, te le invio via mail"Finito di sistemare e postare tutto i due salirono di sopra.
"Quando devi tornare a casa?" Chiese Jisung sdraiandosi a peso morto sul letto, Minho fece lo stesso
"Non lo so, per cena credo"
Jisung gli prese la mano
"Perché non vieni a vivere quí con me?"
Minho scoppiò a ridere e Jisung dopo di lui
"Può sembrare stupido ma, io sento che un giorno io e te vivremo insieme, prima o poi"
Jisung tacque per qualche secondo
"Si, lo penso anche io"I due passarono le restanti ore sdraiati a parlare, si sentivano così bene a passare il tempo così.
Sentire la voce l'uno dell'altro era come un senso di sollievo, un qualcosa che probabilmente la maggior parte delle coppie al giorno d'oggi che vivono solo di rapporto carnale probabilmente non possono capire, non che loro fossero innocenti certo, ma nonostante stessero insieme da nemmeno 1 mese sembrava si conoscessero da una vita, era quello che si chiamava destino, ad averli uniti.
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A suon di musica |Minsung|
Fanfic"Hai altre frasi preferite da cui prendere spunto?" Jisung cercò di portare avanti la conversazione "Non è una frase in particolare ma...è un sentimento" "La tua voce è il mio suono preferito" sussurrò Minho senza distogliere lo sguardo "Grazie..." ...