Capitolo 24

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Seduto sul divano, Minho ascoltava distrattamente il telegiornale quando un servizio in particolare lo catturò.

"Dopo il loro ultimo live, la band emergente RoseBlood continua a spopolare tra ragazzi e ragazze," annunciava il conduttore, la voce squillante. "Il loro leader, Han Jisung, ha confermato sui social che il 25 dicembre parteciperanno all'evento di Natale nella piazza centrale di Seoul. Affrettatevi a prenotare i biglietti prima che vadano esauriti! Vi auguriamo una buona serata!"

Minho sorrise guardando lo schermo. "Stanno diventando così famosi..." sospirò tra sé.
Era già da tre giorni che non vedeva Jisung. Non era accaduto nulla di particolare, ma il suo ragazzo gli aveva spiegato di aver bisogno di tempo e concentrazione per le prove in vista dell'evento. Dicembre era appena iniziato e il conto alla rovescia per il concerto di Natale era già partito. Jisung gli mandava qualche messaggio ogni tanto per tenerlo aggiornato, ma le conversazioni erano meno frequenti rispetto a prima. Minho sapeva che era giusto così, ma non poteva negare che gli mancasse.

Proprio mentre stava riflettendo, il suo telefono vibrò.

Jis🖤
"Buonasera, Minho! Come stai? Scusami se ti scrivo così tardi, magari stai già dormendo. Volevo solo dirti che abbiamo finito di registrare due delle canzoni e le abbiamo inviate! Abbiamo anche fatto una terza, anche se probabilmente non riusciremo a suonarla. Ci daranno solo quindici minuti, ma va bene così. Ah, e volevo chiederti anche come sta Hyunjin. Felix è troppo orgoglioso per chiederglielo lui stesso, ma sono sicuro che gli farebbe piacere sapere. Buonanotte 💚."

Minho sorrise e rispose subito

Minho
"Chi non muore si rivede, eh? Ahah. Io sto bene e mi fa piacere che abbiate finito le canzoni! Anche se avete solo quindici minuti, sono sicuro che farete un'ottima impressione. Ho visto il servizio su di voi al tg, mi sono quasi commosso. Buonanotte 🩷."

Dopo aver inviato il messaggio, Minho appoggiò il telefono sul tavolino e sospirò. "Sono così felice per lui, ma... mi manca," mormorò, sdraiandosi sul divano. Guardò l'orologio: erano le 22. Chiuse gli occhi, deciso a riposarsi solo un po', ma il sonno lo colse rapidamente. In quei giorni senza Jisung, si era buttato anima e corpo nello studio, esaurendosi fisicamente e mentalmente.
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Jisung si lasciò cadere sul letto con un gemito. "Mi manca Minho..." borbottò nascondendo il viso tra le coperte.
Felix uscì dal bagno con i capelli bagnati, tamponandoli con un asciugamano. "Non vi vedete da due giorni, non è mica la fine del mondo" commentò, gettando un'occhiata ironica all'amico.
Changbin, sdraiato sul letto accanto a Jisung, rise. "Il nostro Jisung è innamorato. Cosa ci possiamo fare?" Lo prese in giro, dandogli una leggera spinta.
Felix ridacchiò, ma poi gli occhi gli si illuminarono di malizia. "Alla fine, avete fatto qualcosa di... interessante?" chiese con un sorrisetto malizioso.
"Felix!" protestò Changbin, lanciandogli un cuscino. "Non pensi ad altro?"
Jisung si nascose il viso tra le mani, imbarazzato. "No, non ancora... non c'è stato il momento giusto. Sì, ci sono stati dei momenti, ma... nessuno dei due era davvero pronto."
Felix si piegò in avanti, ridendo di gusto. "Oddio, sembrate proprio dei bambini!"
Jisung alzò la testa di scatto, visibilmente infastidito. "Ognuno ha i propri tempi! Tu invece apriresti le gambe al primo che ti offre un drink e due soldi!" sbottò, senza pensarci.

Il sorriso di Felix si spense all'istante. "Sì, beh... vaffanculo," mormorò, lasciando cadere l'asciugamano e uscendo dalla stanza di colpo, sbattendo la porta.

Changbin rimase a bocca aperta, guardando la porta e poi Jisung. "Oh... non dirmi che..."
Jisung abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro. "Felix... beh, all'inizio, quando era da solo, ha fatto cose per soldi" confessò con voce tremante.
Changbin sgranò gli occhi. "No, non può essere... stai scherzando, vero?"
Jisung scosse la testa lentamente. "Non lo fa più, ma all'inizio, quando era a pezzi... ha preso delle brutte decisioni."
Un silenzio carico di tensione calò sulla stanza.
Jisung rimase in silenzio per un momento, poi tirò un lungo sospiro e si sedette sul letto, stringendo le ginocchia al petto. "È una storia complicata," iniziò, abbassando lo sguardo. "Quando è entrato nella band, due anni fa, Felix stava attraversando un periodo davvero difficile..."
Changbin si sistemò accanto a lui, ascoltando con attenzione. "Cosa intendi?"
"Beh, all'inizio... Felix cercava di mettere da parte soldi per comprare un basso nuovo, il suo vecchio basso...lo ha rotto suo padre" spiegò Jisung, la voce tremante. "I suoi genitori... quando hanno scoperto che era bisessuale, lo hanno praticamente ignorato. Gli parlavano solo per le cose strettamente necessarie, come se non esistesse più. E, ovviamente, non gli avrebbero mai dato un centesimo per qualcosa che riguardava la musica." Changbin aggrottò la fronte. "Non lo sapevo..." Jisung abbassò lo sguardo, mordendosi nervosamente il labbro. "È lì che... è successo. Felix ha cominciato a uscire con persone che lo pagavano per... beh, per compagnia, per dirla così. A volte solo per parlare, altre volte... per cose più intime." Il ragazzo fece una pausa. "Non lo faceva per piacere o perché lo voleva davvero. Lo faceva perché aveva bisogno di quel basso. Era l'unica cosa che gli dava speranza, che lo faceva sentire vivo in mezzo a tutto quel caos familiare."

A suon di musica |Minsung|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora