Capitolo 27

66 2 0
                                    

"Bene, allora torno a casa," disse Minho, mentre si avviava verso l'uscita.
Era quasi ora di cena, e sapeva che una volta uscito da quella casa, probabilmente non avrebbe visto Jisung fino al giorno del live, a meno che non ci fosse stata un'altra occasione speciale come quel pomeriggio.
Jisung lo guardò, cercando di nascondere un velo di delusione. "Se vuoi, puoi rimanere... davvero, non sarebbe un problema," disse con voce incerta, giocherellando nervosamente con le dita.
Minho sorrise dolcemente "Lo so, ma devi concentrarti il più possibile per prepararti al live. È un momento decisivo per te, e voglio che tu abbia tutto lo spazio di cui hai bisogno per farlo. Anche se, credimi, vorrei rimanere qui con te," aggiunse, guardandolo negli occhi. "Ma so che è meglio così. E poi... non vedo l'ora di vederti brillare su quel palco di nuovo."
Jisung abbassò lo sguardo.
Ogni volta che passavano del tempo insieme e poi dovevano separarsi, quel vuoto che sentiva dentro era difficile da descrivere. Ma sapeva che Minho aveva ragione. Doveva concentrarsi, dare il massimo e mostrare a tutti
– soprattutto a Minho – 
una performance straordinaria.
"Capisco," mormorò Jisung, cercando di sorridere "Hai ragione, devo impegnarmi. Ma appena il live sarà finito, non ti libererai più di me, promesso!"
Minho rise "Non vedo l'ora. E sono sicuro che sarà un live indimenticabile. Mi fiderò della tua promessa," scherzò, dandogli un bacio leggero sulla fronte.
Jisung annuì, cercando di trovare la forza per affrontare quelle due settimane di attesa.
~
~

Erano le 23:30, e Minho se ne stava sdraiato sul letto, le luci soffuse della stanza proiettavano ombre delicate sulle pareti. Canticchiava piano "Hold My Hand", ora, però, quelle note avevano un sapore diverso. Il ragazzo che aveva visto cantare su quel palco con energia e passione ora era il suo ragazzo. Ogni parola, ogni melodia, sembrava più più vicina.
"Non vedo l'ora di sentirlo cantare di nuovo," pensò tra sé e sé, un sorriso spontaneo apparve sulle sue labbra mentre lo immaginava di nuovo sotto i riflettori.
Si voltò sul fianco, guardando il soffitto. "Chissà come starà adesso... sarà stanco o starà ancora provando?" Minho si chiedeva anche se era stato a casa sua fino a poche ore prima.
Avrebbe voluto chiamarlo, ma sapeva che probabilmente era immerso nelle prove.
"Deve dare il massimo per questo live," si disse, cercando di convincersi a non disturbarlo. "Anche io devo impegnarmi al massimo con la scuola, non posso rimanere indietro," si ripeté, anche se la tentazione di scrivergli un messaggio era forte.
Minho sospirò, guardando il telefono sul comodino. "Solo un messaggio veloce... per sapere come sta," pensò tra sé, ma poi lo rimise giù. "No, lascialo concentrarsi"
~
~

"Non ce la faccio più..." sbuffò Hyunjin, rotolando fuori dal letto con i capelli spettinati che gli cadevano sul viso. Si strofinò gli occhi. Aveva dormito male, come sempre negli ultimi giorni. Da quella sera, da quel momento con Felix, il suo pensiero era costantemente rivolto a lui, e ogni mattina sembrava iniziare con lo stesso nodo allo stomaco.
"Mi è sempre piaciuto, ma perché sembro così ossessionato?!" si chiese ad alta voce, passandosi una mano tra i capelli nel tentativo di domarli, ma senza successo.
Si alzò svogliatamente dal letto, lanciando uno sguardo distratto ai vestiti che aveva preparato la sera prima: un paio di jeans e una felpa grigia. Niente di troppo elaborato, non aveva la minima voglia di prepararsi.
Si vestì lentamente, lasciando che il silenzio della stanza riempisse l'aria.
"Non lo ho più rivisto..." mormorò tra sé e sé, fissando il pavimento con lo sguardo perso.
Si domandava continuamente cosa stesse facendo Felix, cosa pensasse di lui in quel momento.
"Dovrei chiamarlo? O magari gli do solo fastidio..." continuò a rimuginare, allacciandosi lentamente le scarpe.
"Non so nemmeno se ha ancora lo stesso numero..."
Prese il telefono dal comodino e lo guardò con esitazione. "Che gli scrivo?" pensò. "Ehi Felix, come stai? È da un po' che non ci vediamo." Ma non lo fece. Infilò il cellulare nella tasca, sospirando. "Non oggi..." si disse.

Nel momento in cui Hyunjin stava infilando il cellulare in tasca, sentì il suono di una notifica. Pensò subito che fosse Minho, che ogni mattina gli mandava lo stesso messaggio: "Non fare tardi!" ma quando sbloccò lo schermo, rimase sorpreso. Il messaggio non era di Minho, ma da un numero sconosciuto.

A suon di musica |Minsung|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora