"Merda, sono in ritardo!" sbottò Jisung, esclamazione che sembrava essere ormai il suo mantra quotidiano. Non c'era mattina che non iniziasse così. Gestire la sua carriera scolastica mentre cercava di far decollare la band non era affatto facile. I genitori insistevano che finisse la scuola, nonostante lui sentisse la pressione della musica. Per loro, la band era solo una fase passeggera, una di quelle passioni che si spengono con l'adolescenza. "Ti stancherai, e vedrai cosa conta davvero" gli ripetevano spesso. Ma per Jisung c'era una sola cosa che contava davvero: la musica.
Con la fretta che lo caratterizzava, si vestì in un batter d'occhio, prese il suo zaino e uscì di casa con un toast ancora tra i denti, correndo verso la fermata dell'autobus. "Salvo! Appena in tempo!" sospirò con il fiato corto, riuscendo a salire sull'autobus per un soffio.
"Oh, ecco qui la mia rockstar!" lo accolse una voce familiare. Era Jeongin, che gli fece cenno di raggiungerlo. "Vieni, ti ho tenuto un posto," aggiunse con un sorriso.
Jisung si lasciò cadere pesantemente sul sedile accanto a lui, tirando un respiro di sollievo. "Menomale, se dovessi restare in piedi adesso, morirei," sbuffò.
"Il mondo della musica non può certo perdere un genio come te!" rise Jeongin, dandogli un amichevole pugno sulla spalla.
Jeongin, o Innie, come lo chiamavano tutti, era in classe con Jisung dalla prima superiore. Erano diventati amici subito, essendo stati compagni di banco fin dal primo giorno. Da allora, Innie aveva seguito ogni fase della carriera musicale di Jisung, curioso di ogni dettaglio e gossip sulla band.
"Quindi, alla fine fate questo live di Natale?!" chiese Jeongin con entusiasmo. "Mi raccomando, ricordati di me quando farai concerti all'estero!" scherzò ridendo.
"Ovvio! Come potrei dimenticarmi del mio salvatore, colui che mi manda i compiti di fisica ogni volta, salvandomi il culo?" rispose Jisung, ridendo insieme a lui.
Dopo qualche attimo, però, Jisung cambiò tono, diventando serio. "Innie, tu... hai esperienza in amore?" chiese, abbassando lo sguardo, quasi imbarazzato.
Jeongin sgranò gli occhi, sorpreso dalla domanda. "Aspetta, chi ha fatto breccia nel cuore del grande Han Jisung?" chiese, alzando un sopracciglio curioso.
Jisung esitò per un attimo, mordendosi il labbro inferiore. Non aveva ancora detto nulla a Jeongin di Minho, ma sentiva che era il momento di confidarsi. "C'è una persona..." iniziò a dire piano per poi raccontare tutta la storia accaduta in quel mese.
Jeongin lo fissò con attenzione, avvicinandosi un po' di più per sentire meglio. "Aspetta, fammi capire. Questo tizio non conosceva nemmeno la tua band, poi un suo amico lo ha portato a un tuo concerto... vi siete incontrati per caso in un café lì vicino e... colpo di fulmine?" chiese, incredulo ma affascinato dalla storia.
Jisung annuì con un sorriso timido. "Più o meno è andata così," confermò.
"Beh, perché mi hai chiesto se ho esperienze? Avete litigato?" chiese Jeongin dopo qualche istante di riflessione, scrutando il volto di Jisung. Subito il ragazzo scosse la testa.
"No, no, niente del genere. Anzi, andiamo molto d'accordo," spiegò Jisung, stirando un sorriso incerto. "Ieri è venuto a vedere il set fotografico ed è stato tutto perfetto. Però, a volte, sento una certa... distanza, capisci?"
Jeongin annuì, riflettendo. "Beh, vi frequentate da poco, giusto? Probabilmente non avete ancora costruito del tutto la fiducia reciproca. Cosa fate di solito quando uscite insieme?" chiese curioso.
"Solitamente andiamo al café a bere una cioccolata calda, oppure viene da Chris per aiutarmi con le canzoni. Abbiamo fatto anche una passeggiata nel parco di sera," rispose Jisung, come se stesse ripassando mentalmente ogni momento trascorso insieme.
Jeongin annuì di nuovo, sorridendo. "Amico," disse, mettendogli una mano sulla spalla in segno di comprensione, "non credo ci sia nulla di sbagliato nella vostra relazione. Forse, però, quella distanza che percepisci è dovuta alle vostre personalità diverse."
Jisung alzò un sopracciglio, confuso. "Che intendi dire?" chiese, inclinandosi leggermente verso di lui.
"Dai, Jisung! Sei il vocalist della band emergente più in voga del momento. Lui è un ragazzo, tuo fan, che hai conosciuto a un concerto. Forse, semplicemente, si sente inferiore a te," spiegò Jeongin, serio. "Io ti conosco bene, e so che nonostante il successo, non sei ancora del tutto consapevole della tua grandezza. Ma lui, magari, la nota meglio di te."
Jisung rifletté per un attimo, sgranando gli occhi. "Lui si sentirebbe inferiore? Non mi sembra. Insomma, mi ha sempre fatto capire che per lui io sono sempre Han Jisung, vocalist dei RoseBlood o no."
Jeongin rise piano, dandogli una pacca sulla spalla. "Quello è ciò che ti dice a parole, ma inconsciamente potrebbe sentirsi in soggezione. Sai, il successo crea sempre qualche insicurezza."
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A suon di musica |Minsung|
Fanfiction"Hai altre frasi preferite da cui prendere spunto?" Jisung cercò di portare avanti la conversazione "Non è una frase in particolare ma...è un sentimento" "La tua voce è il mio suono preferito" sussurrò Minho senza distogliere lo sguardo "Grazie..." ...