Tra aiuti e tentazioni

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I dodici apostoli si erano seduti in cerchio in una stanza del Paradiso, tutti messi a cerchio con le gambe incrociate.
Ma non era quella la cosa inusuale.
Il miracolo, se così vogliamo chiamarlo, era che il Messia in persona era seduto in mezzo a loro.

“Allora, come avete detto che si chiama questo gioco?”

“Lupus in Fabula. È un gioco che fanno i ragazzi da qualche secolo in poi.” rispose Giovanni, seduto alla Sua destra e con un mazzo di carte in mano.

“Lupus in Fabula?”

“Esatto. Ci sono tre personaggi principali: il lupo -rappresentato da un asso di cuori- decide chi eliminare, la donna protegge e il cacciatore deve cercare di capire chi è il lupo.” 

“Così semplice?” domandò il Messia, piegando leggermente la testa.

“Solo che si gioca ad occhi chiusi e c’è un narratore che dice cose bisogna fare del tipo ‘si svegli il lupo’.”

“Ohhh, interessante! Dai le carte, Giova’.”

Non fecero nemmeno in tempo ad iniziare la partita, che un Angelo di trentottesima posizione si avvicinò al gruppo timidamente e cercò di attirare l’attenzione con un piccolo colpo di tosse.
Cristo si girò immediatamente verso di lui, sorridendo come sempre.

“Qualche novità?”

“Il Grande Capo…vuole parlare con lei, Signore.”

“Sarò lì in un secondo, grazie caro.”
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Nel frattempo, tra l’insopportabile calore dell’Inferno e le loro continue preghiere di aiuto, Crowley e Aziraphale stavano cominciando a perdere la pazienza, soprattutto il primo dei due.

Il Demone stava girando avanti e indietro per la stanza, urlando al Cielo e a chiunque potesse sentirlo in quel momento, mentre l’Angelo stava continuando a pregare con le mani giunte sotto il suo mento.

“SIAMO.FOTTUTI.” urlò Crowley, battendo i pugni contro la porta di ferro.
Le pareti si stavano facendo sempre più pressanti ed il calore della stanza era direttamente proporzionale alla loro velocità di stringersi.

“No, non dire così, caro, sono certo che-” ma una voce dal fuori della stanza lo interruppe.

“Vi state divertendo?”

“HASSSSSTUR!” ringhiò sibilando il rosso, battendo ancora di più contro la porta.
“RINGRAZIA SATANA CHE QUESTA PORTA MI IMPEDISCE DI PRENDERTI A PUGNI.”

"Uh, che paura” commentò sarcastico il Demone moro. “Sto tremando, davvero.”

“QUESTA NON LA PASSI LISCIA! GIURO SU SATANA CHE-”

“Cosa,uh? Stai per discorporarti insieme al tuo caro angioletto. Non puoi farmi nulla. Sei stato bandito dall’Inferno, ricordi? Da quando hai UCCISO Ligur!”

“Oh, beh, mi dispiace per il tuo FIDANZATINO!” commentò aspramente, guardando l’altro dalla fessura della porta di metallo. “POTEVA PENSARCI PRIMA!”

Hastur digrignò i denti, ringhiando.
“Brucia, bastardo. È quello che ti meriti.”

“vieni qua e combatti, codardo! Così il tuo caro Ligur lo rivedi dopo un mio pugno.”

“NON.OSARE.NOMINARLO.” con uno schiocco di dita fece in modo che le pareti si stringessero più velocemente e, dopo un dito medio a Crowley, si allontanò trionfante.

“VAFFANCULO! MI HAI SENTITO, STRONZO?! VAFFANCULO!”

Ora sì che erano veramente fottuti e nessuno era ancora venuto a salvarli.
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Una luce accecante apparve nel salotto di un normalissimo trilocale di Soho, facendo sobbalzare il proprietario, che sgranò gli occhi nel realizzare chi aveva davanti.

“OH, GESÙ!” esclamò Gabriel, saltando spaventato.

“Esatto.” rispose invece il Messia, una volta che la luce aveva smesso di accecarlo.

“No! aspetta…OH, CRISTO. Volevo dire, come posso…essere utile?”

“Beh, ho pensato che fosse giusto informarti che Aziraphale è stato rinchiuso con un inganno all’Inferno.”

“CHE COSA?!” urlò sconcertato, sgranando gli occhi ancora più di prima.
“COM'È POSSIBILE?!”

“Questo non lo so. Ma Lei ha chiesto di andare a salvarli, e ha scelto te e Beelzebub per farlo.”

“Me…? E-... seriamente ha detto Beelzebub?”

Cristo annuì, sistemandosi delle ciocche di capelli dietro l’orecchio.
“Accetti? O devo riferire che-”

“NO! CERTO CHE ACCETTO…è che…Beelzebub non è qui al momento. È andata a fare shopping con…un’umana che si è fatta amica. Credo si chiami Nina.”

“Ah! La barista di Soho!”

“Esatto, lei.”

“Nessun problema” disse sorridendo. “Aspetteremo che torni e andremo.”

“Ma…ma non sarà troppo tardi?” domandò preoccupato.

“Per chi m'hai preso, scusami?”

“Giusto…giusto.”
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“CAZZO.CAZZO.CAZZO!” esclamò Crowley impanicato. Le porte erano sempre più vicine a loro e il terrore stava prendendo possesso dei loro corpi, perfino Aziraphale aveva smesso di sperare in un aiuto.

“Caro…se mai dovesse finire…sappi che ti amo, più di ogni altra cosa al mondo. Sei…Sei la mia eternità” una lacrime gli rigò la guancia paffuta, finendo per bagnare la mano del compagno.

“Angelo…sei la mia Eternità. Ti amo tantissimo…anche se stiamo insieme solo da tre anni…sono stati i migliori delle mia vita.”

I due si guardarono dolcemente, nonostante quella non fosse affatto una situazione romantica.
Le loro bocche si incontrarono per un ultimo bacio, le loro braccia che stringevano il corpo dell’altro il più possibile, le loro lingue che combattevano per avere il controllo.
Quello era il loro piccolo angolo di Paradiso e, dato che si trovavano letteralmente all’Inferno, era l’unica certezza di cui avevano bisogno in quel momento.

Si staccarono lentamente, assaporando quell’attimo per l’ultima volta.
Proprio in quel momento, quando il rosso stava per dichiarare il suo amore un'altra volta, il soffitto della stanza si squarciò in due e da esso scese una scala di metallo.

“Ma cosa-?” domandò confuso il biondo, avvicinandosi per vedere meglio.

“Ehi ragazzi!” la testa di Gabriel sbucò da sopra il crepaccio. “Serve una mano?”

“SIAMO SALVI!” urlò Aziraphale, voltandosi verso il compagno e prendendolo per mano.
“CARO, SIAMO SALVI! TE L’AVEVO DETTO IO!!!”

“Certo che poteva mandare un aiuto migliore.” commentò aspramente il rosso, salendo gli scalini di metallo e uscendo proprio sul Saint James' Park.
Prima che potesse dire qualsiasi cosa, i suoi occhi caddero sulla persona accanto a Gabriel.

“Tu…”

“Crowley, vero? Ho sentito parlare di te.” Cristo provò ad allungare la mano per educazione, ma il povero Demone era troppo scioccato per muovere qualsiasi muscolo.

“Grazie. A tutti e due.” si affrettò ad aggiungere l’Angelo, mettendosi accanto al fidanzato.
“Porta…i miei saluti a Lei, per favore.”

“Certamente. E tu, Crowley? C’è qualcosa che dovrei riportare a Mia Madre?”

Il rosso per un attimo sbatté le palpebre, ancora incredulo della situazione che stava vivendo. Prese un respiro profondo, afferrò la mano del biondo e annuì.

“Un colloquio. Voglio…vorrei solo parlare con Lei.”

N.A.

ED ECCOCI QUAAAA.
CHE NE PENSATE????

FATEMI SAPERE CHE CI TENGO!!!!

CIAO ARCOBALENIIIII

COME WHAT MAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora