Responsabilità

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Era una bella giornata nonostante la nebbia stesse circondando Soho. Il sole faceva capolino da dietro le nuvole e dei lievi raggi illuminavano l’ambiente.

La libreria era aperta da un paio d'ore, ma ancora nessuno vi aveva messo piede.
La musica degli Abba risuonava dal giradischi, precisamente “Honey, Honey”, e l’Angelo stava muovendo la gamba a ritmo mentre si dilettava nella lettura del Liber di Catullo.

Honey, Honey how he thrills me!
Ah, Honey Honey.

Aziraphale sorrise a quei versi, pensando inevitabilmente al suo amato compagno.
Chissà cosa stava facendo, se lo stava pensando…dove sarebbero andati quella sera?

Neanche a farlo apposta, il telefono della libreria squillò e, con uno schiocco dita, la musica venne stoppata.
Si alzò dalla poltrona, tolse la cornetta e se la portò all’orecchio.

Fell’s bookshop, Come posso aiutarla?”

“Abbiamo il signor Anthony J Crowley in custodia. Lei è l’unico familiare a cui ci ha chiesto di telefonare. Posso chiederle la sua relazione con il suddetto?”

“Ehm…certo.” rispose insicuro, mentre già la sua testa veniva invasa da milioni di pensieri.
“A.Z.Fell…ehm, partner.”

“Potrei chiederle di venire qui in centrale?” domandò la poliziotta.

“Oh, certamente. Sarò lì in cinque minuti. A presto!” abbassò la cornetta e non riuscì a non trattenere un ringhio di frustrazione.
“Ugh, Crowley!!!”
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La sera prima

La Bentley stava sfrecciando a tutta velocità per le strade di Soho, “We are the champions” risuonava oltre il limite consentito e due Demoni ubriachi fradici stavano cercando di imitare la voce di Freddie.

“WEEEEE AREEE THE CHAMPIONSSSS!” sibilò il proprietario della vettura, ruotando il volante e facendo una curva.

“VA-...VA’ PIANO, DEFICIENTE!” ridacchiò la persona accanto a lui, che tempo prima era stato il suo capo.

“I’M DRIVING AT THE SPEED OF LIGHT!!!!”

Beelzebub rise, buttando la testa indietro e abbassando il finestrino.
Stava andando tutto a meraviglia, fino a che un rumore di sirene fece capire ai due che sarebbe stato ancora più divertente.

“Crowley? Abbiamo compagnia”

“Oh,oh,oh!”
Il rosso guardò nello specchietto, abbassò il finestrino e fece il dito medio all’autovettura dietro di loro, accelerando ancora di più.
“MANGIATE LA POLVERE, BASTARDI!”

Non fece nemmeno in tempo a fare l’ultima curva che si ritrovò davanti una seconda auto della polizia a bloccargli la strada.
Una donna in divisa scese con volto serio e bussò al finestrino.

“Buonasera, agente! Qualche problema?” domandò Crowley con un sorriso forzato.

“Ne avrete sicuramente una volta in centrale, tesoro.”
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Il rosso prese la sedia con una mano, portandola indietro, ci si buttò sopra come fosse una poltrona della casa dell'angelo, accavallò le gambe e incrociò le braccia, inclinando infine un po' la testa mentre sbuffava a basso tono.

“Senta,agente…anzi, hai più l’aspetto da madam. Posso chiamarti, madam?”

“Agente o niente.” ribatté stufata la poliziotta.

“Senta, ci deve essere stato un malinteso. Io stavo semplicemente accompagnando il mio amico a casa.”

“Signor Crowley, lei stava guidando ubriaco alle tre di notte a più della velocità consentita e ha sfoggiato il dito medio all’agente che l’ha fermato.”

COME WHAT MAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora