La pioggia picchiettiava sui vetri della libreria, lasciando il segno del suo passaggio. Le strade erano impraticabili, piene di pozzanghere e i frequenti lampi non prometteva nulla di buono.
Era passato qualche anno dall’ultima volta che aveva piovuto in quel modo e la piccola città di Soho aveva provveduto a chiudere i negozi meno importanti.Aziraphale, seduto comodamente sulla sua poltrona e con una tazza di cioccolata in mano, aspettava preoccupato il ritorno del compagno, che era uscito quella mattina stessa quando c’era ancora il sole.
“Dove ti sei cacciato Crowley…?” mormorò preoccupato a sé stesso, bevendo un sorso della bevanda calda.
E mentre la mano libera picchiettiava nervosamente sulla scrivania, l’Angelo cercò di calmarsi.“Quell’emerito…idiota!Se lo prendo non lo faccio uscire vivo.”
Qualche secondo dopo, la porta venne spalancata e richiusa subito dopo. Un forte tuono accompagnò il gesto.
Crowley si fermò sul tappeto, completamente fradicio e con i lunghi capelli rossi scompigliati.
La rabbia di Aziraphale si trasformò in preoccupazione non appena lo vide.“OH BUON CIELO, CARO!” si alzò immediatamente dalla poltrona e corse a togliergli la giacca umida. Il Demone tremò sotto il suo tocco, la sua natura serpentesca lo stava implorando di mettersi davanti ad una fonte di calore.
“Sto bene…sto bene…”
“Non stai bene per niente. Aspetta qui. Vado a prenderti qualcosa di caldo e accendo il camino.”
“No Angelo, davvero-” provò a ribattere il rosso per una seconda volta, ma dopo uno schiocco di dita del Principato si ritrovò con un enorme pigiama di pile a fantasia tartan e seduto su una poltrona davanti al camino acceso.
“Ecco fatto. Riprenditi.”
Aziraphale gli sorrise dolcemente, baciandolo sulla guancia.
“Mi dirai quello che devi una volta che stai meglio.”“Come farei senza di te…?” ammise con un piccolo sorriso, arrossendo compiaciuto. Amava quando l’Angelo si comportava come se fosse una mamma premurosa, anche se non lo aveva mai ammesso fino ad ora.
“Stanne certo mio caro, non lo scoprirai mai, perché sarò sempre accanto a te.”
__ ___ ___Una volta tornato nel suo appartamento a Mayfair, Crowley chiuse a chiave porte e finestre, precipitandosi in una stanza che non visitava da un bel po'.
Le pareti erano blu scuro, il cielo stellato dipinto su di esse, un enorme lampadario a candela penzola dal soffitto e proprio sotto di esso c’era ciò di cui aveva bisogno.
Un enorme cerchio rosso, circondato da candele, con una stella disegnata al centro.Crowley mise i piedi sulla stella, si inginocchiò, chiuse gli occhi e mise le mani giunte davanti a sé.
Era da tanto tempo che non pregava, nonostante ne avesse sentito il bisogno più di una volta, ma in quel momento era l’unico metodo che poteva aiutare sia lui che il suo Angelo.“Se c’è Qualcuno…Sopra o Sotto…che mi sta ascoltando…si presenti davanti a me.”
Ripeté la frase per un paio di volte, tenendo gli occhi chiusi e quasi supplicando.
Non si era mai sentito così vulnerabile in seimila anni.
Fino a che…“Crowley! Il mio preferito! Qual è il problema?”
Il Demone sobbalzò, riconoscendo immediatamente quella voce. Cambiò posizione e si mise un solo ginocchio, come un cavaliere davanti al suo re.
“Lucifer…”
Il Demone moro sorrise, divertito, mentre le sue ali nere lo facevano fluttuare nell’aria.
Crowley alzò lo sguardo, timoroso e speranzoso allo stesso tempo.Lucifer Morningstar era davanti a lui in carne ed ossa.
Indossava un gilet nero, maglietta attillata grigia e dei semplici jeans. Le sue pupille, erano dello stesso colore del fuoco e risplendevano nel nero intenso dei suoi occhi.“Mi hai chiamato? Non è da te.”
“Ho bisogno di un favore, mio Oscuro Imperatore.”
“Un favore?” domandò ridacchiando. “Mi hai scambiato per Lei?”
“NO!” esclamò immediatamente, alzandosi in piedi. “Farò qualsiasi cosa in cambio! Qualsiasi cosa desideri!”
Sul volto del Diavolo si formò un ghigno, le piume delle ali sembravano essersi messe sull’attenti a quelle parole.
Lucifer scese sul pavimento, fissando il suo servitore dritto negli occhi. Crowley sostenne lo sguardo, sapendo che se avesse ceduto non avrebbe potuto avere quel favore.“D’accordo, ma solo per questa volta.”
Gli occhi del Demone dai capelli rossi brillarono di speranza, si buttò ai piedi dell’altro e glieli baciò entrambi, dato che in quel momento stava indossando delle punk rock rosse e nere.
“Mio Oscuro Imperatore, vi sono debitore”
___ ___ ___
Nel frattempo in un luogo molto lontano -non in Olanda, ma un po' più su- un Angelo dai capelli biondi stava disperatamente cercando di avere un colloquio con il Grande Capo, ma dei Cherubini gli stavano sbarrando la strada.
“Lei non riceve, se non lo desidera.”
“Forse voi non avete capito chi sono…” ribatté con un sorriso nervoso, per poi sistemarsi il panciotto.
“Certo che lo sappiamo.” disse il Cherubino dai capelli rossi. “Ma non possiamo farti entrare se non abbiamo il Suo permesso. Capisci, vero?”
“Sono l’Arcangelo Supremo!!”
“Non conta nulla.” rispose l’altro Cherubino, che aveva i capelli neri.
Non passò tempo prima che si sentisse la voce di qualcuno che, effettivamente, contava.
Aziraphale, essendo di spalle, non poté vederlo, ma i due Cherubini sgranarono gli occhi terrorizzati e meravigliati.“Quindi Giova’? Come va nella sala apostoli?”
“Ma guarda” commentò l’uomo più giovane, capelli castano chiaro e leggermente mossi.
“Tommaso si è fissato a farci imparare la macarena e non si fermerà finché non la impareremo.”L’altro uomo, più alto di qualche centimetro, lunghi capelli castani ed una coroncina di ulivo sulla testa scoppiò a ridere, facendo brillare il Paradiso per un attimo.
Indossava una felpa beige aperta, una maglietta bianca e dei pantaloni grigio chiari. Attaccata alla cintura c’era un cartellino con la scritta “VIP” sopra.
Sulle mani aveva l’evidente presenza delle stigmate.“E non mi avete invitato?” domandò ridacchiando.
“Non pensavamo potesse interessarti.”
“È sempre un bene imparare qualcosa su questa umanità” ribatté sorridendo, per poi finalmente notare i tre angeli davanti a loro.
“AZIRAPHALE! O CHE FAI TU QUI?”
L'Arcangelo biondo sobbalzò, girandosi immediatamente, e i suoi occhi verde-azzurro si spalancarono per la meraviglia.
Non riusciva a credere a chi aveva davanti.“Oh…mio Dio…non-...non è possibile.”
“Credo di sì, invece, mio caro amico.”
“...Cristo.”
Il Messia sorrise dolcemente, annuendo.
“Andiamo. Mia madre sarà felice di vederti.”N.A.
E SIAMO QUA DI NUOVO.
IO SONO I. GIRO QUESTO WEEKEND QUINDI PRENDETELO COME REGALO.
BYE ARCOBALENI
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COME WHAT MAY
FanfictionSe è proprio vero che l'amore supera ogni ostacolo, riusciranno Aziraphale e Crowley a rimanere uniti nonostante tutto?