Dimentica il presente

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Il Paradiso stava bruciando.
E no, non è una metafora, anche se, in quella situazione, poteva essere interpretata in entrambi in modi.

Le candide pareti si stavano lentamente sciogliendo sotto le fiamme infernali, gli Angeli stavano evacuando in puro disordine e caos, urlando terrorizzati e cercando i propri compagni.
I Demoni, dall’altra parte, guidati da Lucifero in persona -che per l’occasione sembrava un cantante di una band punk-, sogghignavano, avevano risate agghiaccianti e il potere di seminare il panico nelle loro mani.

Tra tutte queste persone, tra tutto questo Inferno in Paradiso, c’era un Demone dai capelli rossi che stava disperatamente cercando la persona che amava in ogni dove e in ogni modo possibile.

Aveva urlato il suo nome, lo aveva cercato con lo sguardo, era andato in tutti gli uffici e aveva messo a soqquadro tutto ciò che gli era capitato davanti, aveva chiesto agli Angeli fuggenti se l’avessero visto, ma non aveva avuto nessuna risposta certa.

“AZIRAPHALEEEEE” urlò disperato per la centesima volta, le lacrime gli rigavano il volto.
“AZIRAPHALE, DOVE CAZZO SEI?! DOBBIAMO ANDARE VIA!!!”

Nessuna risposta.
Solo lo scoppiettio del fuoco sulle pareti e il fumo che stava riempiendo ogni spazio intorno a lui.
Vide Gabriel e Beelzebub combattere per fermare i Demoni, mano nella mano, e con la spade sguainate.

“BEELZEBUB.”

Il Principe degli Inferi si girò verso di lui per un nanosecondo, una larga ferita sulla guancia sinistra.

“CHE CAZZO FAI, COGLIONE?! PRENDI IL TUO FIDANZATO E SCAPPA.”

“NON RIESCO A TROVARLO!”

Beelzebub si immobilizzò, sgranando gli occhi e lanciando uno sguardo al compagno.
Gabriel, però, era troppo impegnato a combattere contro Dagon per concentrarsi sulla loro conversazione.

“Ascolta, Crowley…non so dove sia. Non l’ho visto. Mi dispiace.”

Il rosso sentì un tuffo al cuore, maggiori lacrime gli solcavano le guance. Lasciò che i due combattessero e tornò a scorrazzare per il Paradiso, urlando disperatamente il nome dell’amato.

“Oh, andiamo! Andiamo, andiamo,andiamo…! Angelo, dove sei? Devi essere qui, devi!” mormorò a sé stesso mentre si guardava intorno. Il fumo gli inebriava le narici, i ricordi dell’incendio della libreria erano vividi nella sua mente.

“Angelo…dove sei, amore mio?”
__ __ __

Mentre Crowley urlava disperato il nome del compagno, cercandolo ovunque con lo sguardo, vide un’altra cosa che lo fece terrorizzare: Julius.

Il ragazzino, di circa dodici anni, giaceva a terra con il viso pallido e segnato da una leggera abrasione su una guancia. I suoi occhi, di un blu intenso, sono colmi di paura e confusione. Indossava una maglietta strappata e dei jeans malconci, segno di una caduta recente. La gamba sinistra è lievemente piegata, e una piccola ferita sanguinante sporge da una strappo nei pantaloni. I suoi capelli, arruffati e spettinati, incorniciano un volto che esprime vulnerabilità e desiderio di aiuto. La situazione intorno a lui era caotica, ma il suo sguardo cercava conforto e sicurezza.

“JUL!” urlò spaventato, correndo verso di lui e buttandosi a terra. Lo prese tra le sue braccia e gli appoggiò una mano sulla guancia.
Julius socchiuse gli occhi, le labbra screpolate sporche di sangue.

“S-...signor Crowley…” mormorò, per poi voltarsi di nuovo sul pavimento e tossire sangue.

“Ehi…ehi… andrà tutto bene, d’accordo?? Ci sono io qui con te.”

I riccioli rossicci del giovane gli coprivano gli occhi, i suoi occhi erano fissi nel giallo di quelli del Demone.

“I-io…i-io…”

"shh… non parlare, Jul. Ora ci pensa zio Crowley, okay? Andrà tutto bene.”
Gli accarezzò dolcemente la guancia, baciandogli la fronte.
“Andrà tutto bene…”

Julius annuì, stringendosi tra le braccia del rosso, chiuse gli occhi e tremò, inerme e vulnerabile.
Crowley stava piangendo, ancora più di prima, le braccia strette attorno al corpo del ragazzo.

"Andrà tutto bene... andrà tutto bene... Ci sono io adesso...resisti...ti prego Jul...non posso perdere anche te. Andrà tutto bene."

“Ne sei sicuro, Raphael?”

Quella voce.
Quella voce femminile che gli aveva rovinato la vita.

“TU!”

Dio era davanti a loro, in piedi, e sorrideva.
La luce la circondava, mettendo ancora più in risalto quei riccioli d’oro che scendeva sulle sue spalle.

“MI HAI ROVINATO LA VITA! E ORA VUOI PORTARMI VIA ANCHE LUI?! UN BAMBINO?!”

“Torna da me, figliolo, ti prego…”

“No. Io non starò mai dalla parte di un Dio che volta le spalle ad un ragazzino!”

“Molto bene.” il suo tono divenne improvvisamente freddo, la luce intorno a loro pian piano si stava sbiadendo in buio.
“Rimarrai nell’Eterna Dannazione. Dì pure addio al tuo caro Aziraphale.”

E poi, di colpo, fu tutto buio.
__ __ __

Crowley si svegliò di colpo, le guance rigate dalle lacrime. Si mise sedere, terrorizzato, il respiro affannoso, per poi realizzare la figura della persona davanti a lui.

“Angelo…sei qui…” mormorò con voce rotta.

Aziraphale chiuse il libro che stava leggendo, mettendolo sul comodino, e sorrise dolcemente all’amato.
La sua mano era stretta nella sua, il pollice gli accarezzava il dorso.
Era da un mese che era lì accanto a lui e non si era mai mosso da quel letto.

“Ben svegliato, mio caro.”
Il suo sorriso divenne più ampio, si piegò in avanti e gli prese il volto tra le mani, unendo le loro labbra in un dolce bacio, uno di quei baci che usavano per promettersi amore eterno.

“Sei…sei sempre stato qui…?”

“Ma certo, caro. Dove sarei dovuto andare?”

Il Demone sorrise, asciugandosi le lacrime che erano rimaste sulle sue guance, si perse nelle iridi del fidanzato e lo tirò a sé in un forte abbraccio.

“Da nessuna parte,Angelo…non devi andare da nessuna parte.”

Aziraphale lo strinse forte a sé, accarezzandogli i capelli e cercando di calmare i suoi singhiozzi soffocati. Non lo aveva mai visto così vulnerabile e non aveva la minima idea del perché stesse piangendo.

Chiuse gli occhi e fece quello che sapeva fare meglio: pregare.
Pregò per se stesso, per Crowley, per la loro situazione e per tutto quello che stavano passando.
Sapeva che probabilmente nessuno lo avrebbe mai ascoltato, ma valeva la pena tentare.

Per lui, per il suo Crowley.
Per loro.

COME WHAT MAYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora