Patto Col Diavolo

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Un dolce bussare risuonò per l’appartamento, addobbato per una cena a lume di candela, e il proprietario uscì dalla camera da letto e corse verso la porta sistemandosi i capelli in un cipollotto improvvisato.

“ANGELO! Vieni, vieni pure!” lo accolse con un enorme sorriso, prendendo la bottiglia di prosecco dalle mani dell’amato.
Aziraphale entrò nell’appartamento e si tolse il lungo cappotto beige, appoggiandolo all'attaccapanni appena miracolato.

“Grazie dell’invito, caro.”

I due si scambiarono un dolce bacio. Crowley avvolse la vita dell’Angelo con le braccia, mentre Aziraphale si mise sulle punte per mettergli le braccia attorno al collo.

“Scherzi? È il minimo, Angelo. Sono sempre io che vengo alla libreria, per una volta tu puoi venire da me”

“È…tecnicamente la seconda volta.”

"Dave-...oh, già! Quella volta dopo il primo Armageddon”

Il biondo annuì, sorridendo al ricordo di quella notte.
“Insisterai anche stavolta a lasciarmi la camera,caro?” lo stuzzicò ridacchiando.

“Ti piacerebbe,eh, Angelo? Stanotte,amore mio, tu dormi con me.” rispose con piccolo ghigno, rubando un bacio veloce dalle labbra piene del compagno.

Dopo la deliziosa cenetta preparata dal rosso -che in realtà aveva seguito i tutorial di YouTube-, e un paio d'ore passate in camera,
i due fecero apparire un comodo divano giallo e con qualche cuscino fiammeggiante per accontentare il più alto.

Aziraphale, che si era cambiato nella sua veste da notte azzurro cielo, stava accoccolato tra le braccia di Crowley, facendolo giocare con i suoi ricci biondi e rubandogli qualche bacio di tanto in tanto.

“Caro?”

“Sì, Angelo?”

L’Angelo si sistemò, sedendosi dritto, e lo prese per mano.

“Sei proprio sicuro che sia l’unico modo…?”

Il Demone poteva percepire la preoccupazione nel tono e negli occhi del compagno, cosa che lo fece solo sorridere dolcemente. Gli accarezzò la guancia e gli posò un dolce bacio sulla punta del naso.

“Non preoccuparti,Angelo. Ci sono io con te. Nessuno ti farà del male.”
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Aziraphale fu il primo ad alzarsi la mattina dopo, stretto tra le braccia del compagno e con la sua testa sul petto.
Fu difficile spostarsi da quel dolce calore per andare nel living, ma la cioccolata calda che vi trovò ne valse la pena.

La stanza era stata ri-arredata apposta per loro due.
In fondo, vicino alla scrivania di Crowley, aveva messo il divano e attaccato una televisione alla parete. Dall’altro lato, invece, si trovava il “regno di Angelo” -come l’aveva soprannominato scherzosamente il Demone- ovvero la cucina, che era lunga per metà parete e, poco lontano, aveva un tavolino in legno rotondo con due seggiole.

Erano soltanto le prime luci del mattino, il cielo si stava preparando per dare il benvenuto all’aurora e ai suoi magnifici colori.
L’Angelo biondo sorrise dolcemente, prendendo un sorso della sua cioccolata calda, e controllando che la sua veste fosse ben legata attorno al punto vita.

Proprio in quel momento, quando la bevanda fu posata sul tavolino, qualcuno suonò al campanello e "Bohemian Rhapsody” risuonò per l’appartamento per un minimo di secondo.

“Chi sarà mai a quest’ora?” si chiese Aziraphale tra sé e sé, avviandosi verso il portone.

Quando aprì, però, si ritrovò davanti un uomo che non aveva mai visto.
Era alto, capelli color ebano, una barba curata e occhi profondi quanto un pozzo. Indossava una lunga giacca blu, una camicia bianca e dei jeans neri.

Ora.
Se ci trovassimo in uno sketch di Aldo, Giovanni e Giacomo, i pensieri dell’Angelo potrebbero essere tradotti con: “Ma chi cazzo sei tu? Da dove sei saltato fuori?”. Invece furono tramutati con un domanda molto più cortese.

“Buongiorno…lei sarebbe…?”

L’uomo dai capelli neri sorrise.
“Tu devi essere il famoso Aziraphale! Io sono Lucifer, Lucifer Morningstar. Non credo di averti mai incontrato quando ero un Serafino.”

Gli occhi del biondo si sgranarono per lo stupore, la bocca cadde aperta.
Prese un respiro profondo, diede le spalle al Diavolo e urlò di conseguenza: “ANTHONY J CROWLEY, VIENI GIÙ IMMEDIATAMENTE!”
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“A me non piace. Non mi piace per niente questa situazione!”
Aziraphale si stava guardando allo specchio, non riusciva a credere a ciò che stava vedendo.

Alcuni dei suoi bellissimi riccioli biondi erano stati presi e tinti di nero, gli occhi erano stati contornati di mascara, ombretto ed eyeliner.
Indossava una camicia nera, abbastanza stretta per la sua forma fisica, un gilet nero con delle frange blu e degli attillati leggings neri che risaltavano il suo posteriore- cosa che l’Angelo odiava.

“S-stai…benissimo…” balbettò Crowley, rosso come un pomodoro maturo. Lui indossava una camicia rosso fuoco, una giacca nera e i soliti jeans neri.

“Non mi piace…per niente!”

“È l’unico modo per mescolarti all’Inferno.” Intervenne Lucifer, appoggiato al muro,  attirando l’attenzione dei due amanti su di lui.
“Nessuno dei miei ti riconoscerà, puoi starne certo.”

“Come faccio a fidarmi?! Sei il Diavolo!”

L’altro ridacchiò, le pupille dei suoi occhi brillarono di rosso.
“Sai, so essere molto…persuasivo.”

Il biondo scosse la testa immediatamente, incrociando le braccia.
“Non ci tengo, grazie. Rimarrò nella mia ignoranza.”

“Quanto tempo abbiamo prima che scoprano l’inganno?” domandò il rosso, rivolgendosi al suo superiore.

“Circa due ore, infernali, si intende. Quando sarete tornati, qui saranno passati due giorni.”

“Grazie. Vi devo un favore.”

Lucifer gli strinse la mano, cordialmente.
“Da oggi, potrete dire di avere veramente fatto un Patto Col Diavolo.”

Crowley ridacchiò, ghignando, mentre Aziraphale trattenne un conato.
Il solo pensiero che il Paradiso scoprisse cosa stava facendo lo faceva tremare dalla paura. Si strinse nel gilet, guardando di nuovo il suo riflesso.

“Angelo”

“Sì, caro…?” domandò distrattamente, guardando il compagno dal riflesso dello specchio.

“Sei bellissimo.” gli mormorò dolcemente, abbracciandolo da dietro. Sorrise dolcemente e lo fece voltare verso di sé, rubandogli un dolce bacio.
“Sei sempre il mio bellissimo Angelo.”

“Quando…quando torniamo mi porti al sushi?”

Il Demone ridacchiò, abbracciandolo forte.
“Dovunque tu voglia. Te lo prometto.”

Lucifer tossicchiò e la coppia celestiale si staccò imbarazzata.

“L’ascensore è pronto. Prima partite, prima tornate.”

“Avete ragione, mio Oscuro Imperatore, partiamo subito” concluse Crowley con un piccolo inchino, prendendo il compagno per mano.
“L’Inferno ci aspetta.”

N.A.

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