Alle prime luci del giorno Berto entrò in cucina e trovò Alice, intenta a confezionare un cesto di vivande.
«Sono per il Capitano Iorio» disse Alice prelevando dalla dispensa un bel pezzo di carne salata. «Ieri uno dei suoi uomini mi ha chiesto di portargli il pranzo alla Rocca.»
Berto si grattò la testa pensieroso osservandola prendere una forma di pane croccante e uno spicchio di formaggio. Che la sua cameriera fosse la prediletta del Capitano della Rocca faceva bene agli affari e gli poteva anche andare bene che lei si assentasse per portargli il pranzo privandolo dell'aiuto in cucina e in sala, ma iniziava a temere di perdere la sua cameriera. Se l'infatuazione del Capitano si faceva cosa seria magari avrebbe sistemato la ragazza alla Rocca per avere la sua amante più vicina. Questa cosa gli fece venire in mente Sebastiano: anche il ragazzo aveva una seria cotta per la bella Alice e da quando lei lo trascurava in favore del Capitano lui non si vedeva più così spesso. Cercò di ricordarsi l'ultima volta che l'aveva visto seduto al suo tavolo, vicino al fuoco.
«Io vado» disse Alice sollevando il cesto. «Tornerò per aiutarvi con la cena.»
«Per la cena?» domandò sorpreso Berto «E come faccio io con il servizio ai tavoli a pranzo?»
«Scalatemi pure la paga di quest'oggi» disse Alice oltrepassando la porta della cucina.
«Benedetta ragazza non puoi assentarti tutto il giorno! Mi servi qui in osteria quindi fa la consegna e torna prima di pranzo. Intesi?»
Alice non rispose e Berto la seguì fuori della cucina. «Alice mi hai capito?!»
Ancora una volta lei parve ignorare le sue parole.
«Ragazza se non torni per pranzo perderai ben più della paga di quest'oggi!» alzò il tono Berto, indignato dalla sfacciata noncuranza della ragazza. «Non è che improvvisamente puoi fare come ti pare!»
Con la mano già sulla maniglia della porta Alice si volse. Il suo sguardo fece ingoiare a Berto le parole rabbiose che stava per dirle. Nel pallido volto privo di espressione gli occhi di Alice erano due pozze nere sotto la cui superficie immota si agitava qualcosa di spaventoso. La bella bocca si mosse. «Come ho detto tornerò per aiutarvi con la cena» disse semplicemente, senza nessuna particolare inflessione, ma Berto fece un passo indietro rabbrividendo. Non c'era alcuna umanità in quel viso.
Ma fu solo un momento e si dissolse come un'ombra fugace.
«Siate buono!» disse Alice mentre un sorriso le increspava le labbra. «Vi prometto che domani mi farò perdonare.»
Berto annuì confuso e la vide uscire. Non era più così certo di aver visto quel volto, quell'incubo, ma per un bel pezzo non riuscì a smettere di pensarci.
***
Nessuno era venuto a chiederle di portare il pranzo a Iorio, ma non aveva tempo né modo per elaborare un piano più complesso. Il Maestro esigeva che lei gli fornisse la parola d'ordine per entrare a Roccacorva.
Guardò la Rocca dei Corvi incombere su di lei come un gigante pronto a schiacciarla. Avrebbe dovuto improvvisare. Poteva contare sull'idiozia degli uomini, così sensibili a uno sguardo languido e a un sorriso allusivo, ma se questo non fosse bastato non poteva comunque tornare indietro a mani vuote. Il Maestro non avrebbe accettato un fallimento. Se Iorio o uno dei suoi si fosse insospettito o si fosse messo in mezzo avrebbe dovuto ucciderlo. Questo avrebbe reso impossibile mantenere la copertura, probabilmente le sarebbe costato la vita, ma non c'era alternativa.
Fece un profondo respiro e si avvicinò alle guardie di fronte all'arco d'ingresso. Disse di essere lì per consegnare il cesto al Capitano Iorio. Si aspettava domande e sguardi indagatori, ma l'uomo le sorrise.
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Il Fabbricante di Bambole
FantasySotto il crollo della propria casa la piccola Vania perde un braccio, una gamba e il proprio nome. Colui che la salva viene chiamato il Fabbricante, un uomo dedito all'alchimia più oscura e capace con essa di restituirle gli arti perduti. Sarà lui a...