Sul tetto, l'acqua che gocciolava dai blocchi di neve non ancora sciolti scendeva verso la gronda confluendo in piccoli rivoli. Sull'angolo più a sud il tiepido sole pomeridiano aveva asciugato completamente le nere lastre di ardesia e un gatto rosso dormiva placidamente, steso su di esse.
Affacciata alla finestra, Irina lo guardò muovere pigramente un orecchio poi tornò a scrutare i tetti di Roccacorva che scendevano lungo il versante. Da qualche parte, sotto uno di quei tetti, si nascondeva l'assassina di Dego.
Sulla scrivania alle sue spalle erano sparsi numerosi fogli vergati nella sua grafia minuta e spigolosa e una pila di registri forniti controvoglia dal Castellano.
Aveva trascorso gli ultimi giorni a ricostruire tutti gli spostamenti di Nicodemo da quando era uscito di prigione. Con l'aiuto di Learco e l'approvazione di Iorio aveva ottenuto il nulla osta da Sua Signoria Elderico per ascoltare e interrogare tutti i soldati di Roccacorva impegnati nel suo costante pedinamento attraverso tutta la città. Aveva identificato almeno una trentina di persone con cui l'uomo si era intrattenuto, spaziando dai rispettabili bottegai ai giocatori d'azzardo delle bettole nella città bassa, dalla figlia di un bottaio alle prostitute negli squallidi bordelli lungo il fiume.
C'erano molte donne che potevano essere legate ai luoghi e ai nomi delle persone incontrate da Nicodemo, senza contare le numerose prostitute che dimoravano nelle case e nei bordelli che aveva frequentato. Affinando la ricerca, escludendo le donne nate e cresciute nella città e quelle incontrate una volta sola, concentrandosi su quelle venute da fuori negli ultimi anni, restavano comunque almeno venti nomi.
Erano troppi e non poteva nemmeno essere certa che tra di essi ci fosse quello dell'assassina. Quella donna aveva dato prova di essere tanto scaltra da ingannarli tutti e non intendeva sottovalutarla di nuovo.
Per questo non si era limitata a indagare sui giorni precedenti al massacro alla torre, ma era tornata indietro fino ai fatti del convento. Era evidente che tutta la storia riguardante l'omicidio della Badessa per mano del mostruoso Lor Kon non fosse altro che una messinscena creata da prove disseminate ad hoc. Ma tutto era collegato da un filo, manovrato dalla donna che cercava, e lei aveva solo dovuto percorrerlo a ritroso.
In questo modo i nomi su cui indagare si erano ridotti a due. Due donne che rispondevano alle caratteristiche delle marionette del Fabbricante e che Nicodemo aveva incontrato più volte già prima dell'omicidio della Badessa e che aveva di nuovo incontrato dopo il suo rilascio.
Antonia, moglie dello speziale della città vecchia, con cui Nicodemo aveva concluso alcuni affari prima dell'omicidio della Badessa e alla cui bottega era tornato due volte dopo il suo rilascio, e Demara, la prostituta che dimorava nella casa vicino al ponte alto, la stessa casa in cui la notte del massacro alla torre Nicodemo aveva cercato di far perdere le sue tracce.
Tutte e due le donne avevano le caratteristiche dei servitori di Asmodeo. Entrambe senza un passato conosciuto e senza parenti o conoscenti in città che potessero confermare la loro identità. Antonia giunta da meno di due anni, Demara da nemmeno uno e tutte e due avevano avuto modo di parlare con Nicodemo più volte.
Come prostituta, Demara aveva maggiore libertà di movimento e dovendo scegliere un travestimento era sicuramente un ruolo più facile da recitare per infiltrarsi in città. Antonia invece era sposata a un uomo molto più vecchio di lei, in seconde nozze, dopo che la prima moglie era morta repentinamente di una febbre maligna. Un ruolo molto più difficile da costruire, che garantiva meno libertà di movimento, ma sicuramente anche molti meno sospetti. Inoltre il fatto che Nicodemo avesse condotto i suoi inseguitori proprio da Demara, la notte del massacro, sembrava un altro falso indizio lasciato per attrarre l'attenzione.
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Il Fabbricante di Bambole
FantasiSotto il crollo della propria casa la piccola Vania perde un braccio, una gamba e il proprio nome. Colui che la salva viene chiamato il Fabbricante, un uomo dedito all'alchimia più oscura e capace con essa di restituirle gli arti perduti. Sarà lui a...